Non lasciamo soli i tibetani.
La segreteria del MIR
Torino, 19 marzo 2008


Dal 1950 la Cina occupa il territorio del Tibet e attua una
sistematica politica di annullamento della popolazione e
della cultura tibetane.
In questi giorni sta mettendo in atto una durissima
repressione nei confronti di una nuova rivolta del popolo
tibetano. A Lhasa e in varie parti del paese sono state
represse manifestazioni di protesta, centinaia di monaci e
civili sono stati arrestati e picchiati. Decine di persone
sono morte nel corso degli incidenti per opera della
polizia.

Il MIR:
- condanna la violenza del governo cinese e si dichiara
solidale con i manifestanti tibetani;
- ritiene che la via della resistenza nonviolenta indicata
dal Dalai Lama e perseguita da numerosi monaci buddhisti e
civili tibetani sia il miglior modo per sostenere i propri
diritti;
- si impegna a diffondere informazioni e sostenere questa
resistenza;
- invita i propri soci e tutti gli amici della nonviolenza a
partecipare alle manifestazioni nonviolente che si stanno
organizzando in diverse città allo scopo di protestare
contro la continua violazione della libertà in Tibet ed
esprimere solidarietà alla popolazione cinese privata a
sua volta del diritto di informazione e di espressione;
- invita il governo cinese ad avviare un dialogo con il
Dalai Lama, massima autorità del Tibet in esilio, in nome
di quella fratellanza dei popoli di cui le olimpiadi
dovrebbero essere espressione.