L'Antico Testamento e il genocidio a Gaza
di Gilad Atzmon

Traduzione di Mauro Maiorani
fonti:
http://snipurl.com/9rgym
http://roma.indymedia.org/node/7295


Gilad Atzmon, nato nel 1963, è un musicista jazz, israeliano, formatosi alla
Rubin Academy of Music di Gerusalemme. La passione per la musica, il sassofono,
il clarinetto… da ascoltare e scorrere sul suo sito Atzmon, convivono con
quella della scrittura. E' noto per l'una e per l'altra, date le sue posizioni
fermamente antisioniste.Quello che segue è un articolo da lui scritto il 9
gennaio, tratto dal sito Palestine Think Tank Free Minds for a Free Palestine.
Libere Menti per una Libera Palestina.
Doriana Goracci

Gilad Atzmon- L'Antico Testamento e il genocidio a Gaza
8 gennaio 2009

"Voi inseguirete i vostri nemici ed essi cadranno dinanzi a voi colpiti di spada. Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila e i vostri nemici cadranno dinanzi a voi colpiti di spada." Levitico, cap. 26, vv. 7-9


"Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni… quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia." Deuteronomio, cap. 7, vv. 1-2

"…non lascerai in vita alcun essere che respiri, ma li voterai allo
sterminio… come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare…"
Deuteronomio, cap. 20, v. 16

Gli studiosi della Bibbia non nutrono molti dubbi sul fatto che la Bibbia
ebraica contenga alcuni suggerimenti fortemente impregnati di immoralità,
alcuni dei quali non sono altro che un invocazione al genocidio. Raymund
Schwager, studioso della Bibbia, ha trovato nell'Antico Testamento 600 passi di
violenza esplicita, 1.000 versi che descrivono le violente azioni punitive di
Dio, 100 passi in cui Dio ordina espressamente di uccidere. A quanto pare, la
violenza è l'attività più spesso menzionata nella Bibbia ebraica.
Per quanto possa essere sconvolgente, la saturazione di violenza e sterminio
nella Bibbia ebraica può fare luce sul terrificante genocidio condotto al
momento a Gaza dallo stato di Israele. In pieno giorno l'I.D.F. [l'esercito
israeliano, n.d.t.] sta utilizzando contro i civili i metodi più letali, come
se il suo principale obiettivo sia quello di " votare allo sterminio" la
popolazione di Gaza senza mostrare alcuna intenzione "di fare loro grazia".
E' interessante osservare che Israele guarda a se stesso come a uno stato
secolare. Ehud Barak non è proprio un qualificato rabbino, e Tzipi Livni non è
la moglie di un rabbino. Siamo pertanto autorizzati a presumere che in realtà
non è il Giudaismo in sé che trasforma direttamente capi politici e militari
israeliani in criminali di guerra. Inoltre, i primi Sionisti credevano che all'
interno di una patria nazionale gli Ebrei sarebbero diventati "un popolo come
tutti gli altri", cioè civili e morali. Sotto questo profilo la realtà
israeliana è piuttosto singolare. Gli ebrei laici forse sono riusciti ad
abbandonare il loro Dio, molti di loro non osservano la legge giudaica, sono in
larga misura laici, e nondimeno interpretano collettivamente la loro identità
ebraica come una missione genocida. Sono riusciti con successo a trasformare la
Bibbia da testo spirituale a ufficio del catasto inzuppato di sangue. Sono là,
in Sion, cioè in Palestina, per invadere il paese e metterlo sotto chiave,
affamare e annientare i suoi abitanti nativi. Di conseguenza, sembra che i
comandanti di artiglieria e i piloti dell'aviazione israeliana che hanno
cancellato la parte settentrionale di Gaza due notti fa stiano seguendo il
Deuteronomio cap. 20 v. 16, stiano veramente "non lasciando in vita alcun
essere che respiri."
Eppure, una domanda rimane aperta. Perché un comandante laico dovrebbe
seguire i versi del Deuteronomio o di qualsiasi altro testo biblico?
Qualche sporadica voce ebraica all'interno della sinistra insiste nel dirci
che l'Ebraismo non ha in sé tendenze assassine. Sono propenso a credere che
essi stessi considerino le loro parole schiette e veritiere. Ma allora ci si
può domandare che cos'è che rende lo stato ebraico di una brutalità senza
confronti? La realtà della questione è in verità abbastanza meschina. Per
quanto ci è dato di osservare il Sionismo è l'unico collettivo ebraico
ideologico e politico che si trovi nei paraggi, e come sta accadendo, questa
settimana ha dimostrato ancora una volta di essere genocida fino al midollo.
Per quanto concerne il genocidio, la differenza tra Giudaismo e Sionismo può
essere illustrata come segue: mentre il contesto biblico giudaico è impregnato
di riferimenti genocidi, solitamente in nome di Dio, nel contesto sionista, gli
ebrei stanno uccidendo i palestinesi nel loro stesso nome, cioè di "popolo
ebraico". Questo è certamente il massimo successo della rivoluzione sionista.
Insegna agli Ebrei a credere in se stessi. A credere nello Stato Ebraico. "L'
israeliano" è il dio di Israele. Perciò l'Israeliano uccide in nome "della sua
sicurezza", e in nome "della sua democrazia". Gli Israeliani uccidono nel nome
della "loro guerra contro il terrorismo" e nel nome della "loro America". A
quanto pare, nello stato ebraico, il soggetto ebraico ritorna all'omicidio di
massa appena trova un "nome" da collegare a questo.
Tutto ciò non ci lascia in realtà molto spazio per fare ipotesi. Lo stato
ebraico è la minaccia definitiva verso l'umanità e verso la nostra nozione di
umanesimo. La cristianità, l'Islam e l'umanesimo si presentano come tentativi
di riformare il fondamentalismo tribale ebraico e sostituirlo con un'etica
universale. L'illuminismo, il liberalismo e l'emancipazione hanno permesso agli
ebrei di affrancarsi dalle loro antiche peculiarità di supremazia tribale.
Dalla metà del XIX secolo molti ebrei si sono liberati delle loro catene
culturali e tribali. Assai tragicamente, il Sionismo è riuscito a riportare
indietro molti ebrei. Attualmente, Israele e il Sionismo rappresentano l'unica
voce collettiva disponibile per gli Ebrei.
Gli ultimi dodici giorni di offensiva spietata contro la popolazione civile
palestinese non lasciano nessuno spazio per i dubbi. Israele è il pericolo più
serio per la pace nel mondo. Senza dubbio nel 1947 le nazioni commisero un
tragico errore fornendo a una mutevole identità orientata razzialmente l'
opportunità di stabilirsi in uno stato nazionale. L'obbligo morale delle
nazioni è adesso quello di smantellare pacificamente quello stato prima che sia
troppo tardi. Abbiamo il dovere di farlo prima che lo stato ebraico e le sue
forti lobbies in giro per il mondo riescano a spingerci in una guerra globale
nel nome di una qualunque banale ideologia populista (democrazia, guerra contro
il terrorismo, scontro di civiltà e simili). Dobbiamo svegliarci ora, prima che
il nostro unico e solo pianeta venga trasformato in una bolla che scoppia di
odio.

TOP