ISM-Italia Comunicato stampa 2009/09/19/01
Gaza: Una fossa comune dei “valori” occidentali


siamo partiti per il cairo martedì e ci siamo uniti al gruppo codepink..
mercoledì trasferimento a el arish; numerosi, come noto, i check point
egiziani, ad uno di essi ci hanno bloccato per più di un'ora.
Giovedì partenza per Rafah, dove siamo arrivati intorno alle 9.30. siamo
passati alle 16.30 per merito dei codepink che hanno qualche santo in
terra.
il confine in questi giorni è stato aperto e qualche centinaio di
palestinesi sono usciti per poi rientrare; qualcuno è riuscito a comprare
il mobilio per un piccolo appartamento, una scena di sapore felliniano.
ma nei volti di tutti e di tutte il segno della sofferenza, trattenuta con
dignità e fierezza.
E un interrogativo nei volti di tutti: che cosa abbiamo fatto per
meritarci tutto questo?
Perché qui a Gaza l’occidente ha voluto costruire una sua fossa comune
nella quale seppellire in modo così plateale e brutale i suoi cosiddetti
valori “universali”? .
Gli egiziani fanno il loro lavoro di aguzzini, il percorso nel Sinai è
segnato dalla loro servitù all'occidente, dal loro razzismo verso i
palestinesi, simile se non peggiore ai nostri respingimenti.
All'arrivo alla marna house abbiamo incontrato i genitori di Rachel
Corrie; ci hanno messo due giorni per entrare.
Abbiamo incontrato il nostro amico mohammed hal. responsabile della
cooperazione internazionale per la municipalità di Gaza, un giovane molto
intelligente, che è riuscito dopo 11 anni a uscire dalla striscia di Gaza
perchè prelevato da una macchina diplomatica spagnola per un progetto con la città di Barcellona, parte di un insieme di progetti ai quali
partecipava anche la città di Torino che però ha fatto marcia indietro.
Questa mattina abbiamo avuto, io e Diana, un incontro con il sindaco di
Gaza procuratoci da mohammed. Gli abbiamo lasciato il nostro libro
“boicottare Israele: una pratica non violenta”.
Ma siamo venuti a Gaza anche per incontrare un soldato, il famoso soldato
Ryan. In verità non ha nulla del soldato, è un mite anche se robusto
signore (diciamo meglio un giovanotto ben messo), che fa ormai parte del
panorama di Gaza, ne conosce ogni angolo e ogni problema.
E’ qui in pratica da un anno, gli vogliono molto, molto bene.
Gli vogliamo bene in molti/e anche in Italia e nel mondo.
Si chiama Vik, anzi Vik Utopia, lo conoscete tutti.
Ieri sera siamo stati al centro di Gaza, auto, clacson, moltissima gente
in strada, volontà di vivere, determinazione a resistere.
C’è speranza ancora se tutto questo accade a Gaza

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