Il Parlamento brasiliano chiede la sospensione di Israele quale aderente allo accordo di libero scambio sottoscritto con il Mercosur

Fonte: The Palestine Monitor 12.09.2009
Tradotto da FRANCESCO CASELLI www.comedonchisciotte.org


Questa decisione è un colpo terribile per l'economia di Israele e per le sue relazioni con l'estero.

La Commissione per le Relazioni Estere e per la Difesa Nazionale del parlamento brasiliano ha raccomandato che il Parlamento non ratifichi l'Accordo di libero scambio (ALS) tra il Mercosur e lo Stato di Israele fino a quando "Israele accetti la creazione dello Stato palestinese secondo i confini del 1967". Questa decisione è un esplicito atto di pressione su Israele, perche' esso si adegui al diritto internazionale, ed e' un rigetto di anni di incessante attività di richiesta di favori da parte di Israele, e delle sue pressioni intese ad ottenere il voto di ratifica dello accordo.

Questa decisione rappresenta un enorme disastro per l'economia di Israele e per le sue relazioni con l'estero. Essa costituisce un ostacolo molto grande alla entrata in vigore del contratto di adesione, che sin dalla sua sottoscrizione nel 2007, è stato bloccato a causa del rifiuto di ratifica da parte di alcune nazioni membre del Mercosur. Il Mercosur è uno dei mercati a piu' rapida espansione del mondo, e costituisce la quinta maggiore economia al mondo.
Le esportazioni israeliane verso il Mercosur nel 2006 hanno ammontato a circa 600 milioni di dollari.

Israele ha investito massicciamente nello spingere per ottenere l'accordo, concentrandosi in modo particolare sul Brasile, la maggiore economia del Mercosur, ed il più potente attore politico di esso. Il Brasile da solo, anche senza un accordo di libero scambio, è per Israele la terza maggiore destinazione di esportazioni. Nel 2005 Ehud Olmert, ministro del commercio dell'epoca, visito' il Brasile allo scopo di ottenere il sostegno del presidente Lula allo accordo. Poco più di un mese fa il ministro israeliano degli affari esteri Avigdor Lieberman si e' recato in Brasile per sollecitare la ratifica dell'accordo.

Fin dall'inizio dei negoziati per l'accordo di libero scambio, incontri ad alto livello nella società civile della zona Mercosur hanno rigettato l'accordo commerciale. Per conto del Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (Boicottaggio, Disimpegno e Sanzioni) - "Palestinian BDS National Committee (BNC)" - (NdT: la sigla BDS e' identica sia per la dicitura in italiano, che per quella internazionale in inglese; si tratta di una campagna per il boicottaggio economico internazionale contro Israele), la Campagna della Organizzazione popolare palestinese contro il Muro della "Apartheid" ha collaborato con gli intellettuali brasiliani, con i movimenti sociali, i partiti ed i singoli politici per bloccare la ratifica del contratto di libero scambio. Furono costituiti il "Fronte per la Difesa del popolo palestinese" ed il "Fronte parlamentare contro la ratifica del contratto per la zona di libero scambio" a sostegno dello appello palestinese contro l'accordo di libero scambio. In gennaio 2009 una lettera del BNC fu consegnata al presidente Lula.

Di conseguenza ieri la Commissione del parlamento brasiliano ha accettato di tenere una audizione pubblica prima delle operazioni di voto.

Oscar Daniel Jadue, vice-presidente della Federazione palestinese del Cile, è intervenuto ed ha perorato il rigetto della proposta di legge. Egli ha sostenuto che la ratifica del contratto è una violazione del Diritto Internazionale, a vantaggio di una nazione che non rispetta i diritti umani dei Palestinesi.

"Invito tutti a riflettere che la sottoscrizione premierebbe il governo di Israele ed aprirebbe il mercato latino-americano ad una nazione che annienta il popolo palestinese", ha affermato Jadue.

Arlene Clemesha, professoressa di Storia Araba presso l'Università di São Paulo (USP) e componente del Coordinamento delle Nazioni Unite sulla Palestina, ha argomentato contro la procedura superficiale e fraudolenta di ratificare l'accordo con l'esclusione dei prodotti degli insediamenti, esprimendo l'allarme che è impossibile separare i prodotti delle due zone di Israele, perche' esso ha una storia di commercio dei prodotti provenienti dagli insediamenti venduti semplicemente come israeliani. Invece, ella ha sostenuto, il cammino verso la pace richiede che le forze internazionali costringano Israele a porre fine alla occupazione militare dei territori palestinesi.

I membri della Commissione parlamentare brasiliana si sono trovati d'accordo con Clemesha e Jadue, ed hanno raccomandato il congelamento del contratto, come strumento di pressione politica.

"Sarà un contributo piccolo, ma sara' specifico, cioe' mirato alla radice del problema. L'accordo puo' essere reso funzionante solo se approvato dalle nazioni del Mercosur. Poiche' l' Uruguay lo ha già approvato, lavoreremo con Argentina e Paraguay. Il governo Lula è stato coraggioso e deve affermare pubblicamente che l'accordo è congelato fino alla ripresa dei negoziati di pace", ha affermato Nilson Mourão del Partito dei Lavoratori (PT - Partido dos Trabalhadores) dello stato di Acre.

Jamal Juma', coordinatore della Campagna della Organizzazione popolare palestinese contro il Muro della "Apartheid" commenta: "Dopo anni di lotta politica, siamo molto contenti per questa decisione. E' una vittoria importante, che è stata resa possibile solo dallo esteso e convinto sostegno fornito dalla società civile in Brasile.

Questa decisione ha dimostrato che i governi democratici dell' America Latina sono alleati per realizzare opere di giustizia e sono pronti ad assumere una posizione di principio sulla Palestina, anche quando sono sottoposti alla pressione israeliana. La delegazione di Lieberman ha cercato di allettare il Brasile con l'esca fraudolenta di poter diventare "mediatori" nella regione, se si fossero dimostrati "imparziali" e avessero sostenuto gli interessi di Israele nell'ambito dello accordo di libero scambio. Tuttavia i politici brasiliani non sono caduti nella trappola.

Ora chiediamo all'OLP ed alla Autorità Nazionale Palestinese di vigilare che il "No" alla zona di libero scambio per Israele costituisca in futuro una priorità per le loro politiche regionali estere."

La lotta per negare ad Israele la zona di libero scambio Mercosur non è ancora finita; il progetto sarà ulteriormente analizzato dalle Commissioni per lo Sviluppo Economico e da quella del Commercio e dell' Industria, e dal Parlamento. Sarà poi portato allo esame del Senato. Tuttavia è improbabile che la decisione di ieri possa essere ribaltata, ed essa ha trasformato il processo di ratifica dell' accordo di libero scambio da parte del Brasile e da altre nazioni del Mercosur in un efficace strumento di pressione su Israele.


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