Trieste, 27 giugno 2009
On. Ministro Sen. Carlo Amedeo Giovanardi, Palazzo Chigi, 00100 ROMA

Dichiarazione di obiezione alle guerre e richiesta di pubblicizzare l'albo Obiettori
di Alessandro Capuzzo

Iniziativa di: Ilaria Ciriaci del Movimento Internazionale della Riconciliazione, Alberto Capannini dell'Operazione Colomba, Antonino Drago docente Scienze per la Pace Univ. di Pisa, Alberto L'Abate Presidente di IPRI - rete CCP.

On. Ministro, come è noto, la legge 230 del 1998 all'art. 1 recita:
I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, opponendosi all'uso delle armi, non accettano l'arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati nei "Principi fondamentali" della Costituzione.

Ora è vero che per la Legge 14 novembre 2000, n. 331 il servizio di leva è stato sospeso; ma esso non è stato soppresso, perché la Costituzione (art. 52) non ammette la soppressione. Quindi, restando questo obbligo potenzialmente incombente sulla vita nazionale, non possono essere soppressi i corrispondenti elenchi delle persone soggette al servizio di leva né quello degli obiettori degli anni passati. Infatti la stessa legge 230/1998 recita all'Art. 13:
1. Tutti coloro che abbiano prestato servizio civile ai sensi della presente legge sono soggetti al richiamo in caso di pubblica calamità.
2. L'Ufficio nazionale per il servizio civile tiene apposito elenco dei cittadini soggetti a richiamo ai sensi del comma 1.
4. In caso di guerra o di mobilitazione generale, gli obiettori di coscienza che prestano il servizio civile o che, avendolo svolto, siano richiamati in servizio sono assegnati alla protezione civile ed alla Croce rossa.
Tutto ciò affinché lo Stato abbia l'elenco completo di coloro che sono richiamabili (che siano obiettori o no) per una eventuale difesa della Patria da ogni calamità pubblica. Quindi presso l'Ufficio Nazionale del Servizio Civile esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza. E Lei a norma della legge 2 Agosto 2007 n. 130, cancella dall'elenco chiunque degli 800.000 obiettori di coscienza della storia italiana glielo chieda. Le chiedo quindi di rendere pubblico questo elenco, essendo pubblico ed avendo pubblica rilevanza l'atto di obiezione alla Guerra.

Inoltre in questo periodo in cui il servizio di leva è sospeso, lo Stato ignora quali siano tra le persone potenzialmente richiamabili nel caso di una emergenza bellica o di pubblica calamità, gli obiettori e quali non (lo stesso vale per tutti quelli che nel passato sono stati esonerati dal servizio di leva per i motive i più vari; ad es., ammogliato con prole). Ciò è grave, perché nel caso di mobilitazione generale lo Stato non potrà dare ai milioni di persone coinvolte un tempo adeguato per decidersi tra l'obiezione e non, né tanto meno potrà dare alla sua burocrazia il tempo sufficiente a registrare tutte le opzioni compiute; che negli ultimi anni della effettuazione del servizio di leva ammontavano a quasi la metà dei giovani interessati; quindi un numero tale da mettere a durissima prova il lavoro ordinario di qualsiasi ufficio. Ne andrebbe della efficacia della mobilitazione, con grave danno per la risposta che lo Stato deve effettuare.

Quindi ai fini di una minima efficienza nella difesa della Patria, sia quella armata che non può essere intralciata da un referendum all'ultimo momento, sia quella non armata (dichiarata equivalente dalle sentenze della Corte Costituzionale, ad es. la 228/04), che non può essere improvvisata in ventiquattr'ore e alla quale vogliamo contribuire con azioni nonviolente, occorre avere preventivamente chiare le potenzialità di ambedue i tipi di difesa, e compilare anno per anno l'albo degli obiettori di coscienza.

D'altra parte ritengo debba essere possibile entrare nell'elenco degli obiettori alla pari di come è possibile uscirne; in quanto varie sentenze della Corte Costituzionale e la legislazione vigente in Italia sulla difesa alternativa a quella militare, riconoscono il diritto soggettivo dell'obiettore ad essere riconosciuto come tale su semplice domanda allo Stato; ciò anche per l'art. 9 (libertà di espressione del pensiero) in "combinato disposto" con l'art. 14 (principio di non discriminazione) della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo; quindi ritengo un diritto inalienabile di coscienza il dichiararsi obiettore davanti allo Stato e ritengo un dovere dello Stato registrare questa decisione nell'apposito albo gestito dall'Ufficio Nazionale del Servizio Civile.

E poiché tutti possono contribuire ad una difesa civile non armata e nonviolenta non ritengo un ostacolo all'iscrizione all'albo degli obiettori l'essere al di fuori della fascia d'età prevista per la mobilitazione armata, o l'essere donna o l'avere lo status di religioso; infatti la difesa non armata si basa sulla solidarietà di tutti coloro che vogliano contribuire ad essa volontariamente. Quindi Le chiedo che l'albo degli obiettori sia aperto a tutti i maggiorenni che ne facciano richiesta e a me in particolare.

Dalla mia esperienza della vita sociale e dalla mia riflessione, ho maturato la convinzione di dichiararmi obiettore di coscienza causa le mie convinzioni filosofiche, morali, religiose e politiche davanti allo Stato e di iscrivermi pertanto all'albo degli obiettori italiani. Di questa mia convinzione testimoniano le azioni seguenti :
Partecipazione al Comitato Pace, convivenza e solidarietà "Danilo Dolci" e alla Tavola della Pace del Friuli Venezia Giulia.
Partecipazione a manifestazioni compiute contro la guerra per la pace.
Organizzazione del progetto Interventi civili di Pace, di divulgazione del lavoro dei Corpi civili di Pace ed educazione alla Pace, nelle Scuole e presso il Volontariato del Friuli Venezia Giulia, col sostegno del Ministero degli Esteri.
Adesione alla associazione nonviolenta IPRI - rete Ccp (International peace research Italia - rete Corpi civili di pace).
Fede religiosa che mi avverte di non uccidere.
Obiezione fiscale alle spese militari inizio anni '90 con pignoramento subìto.
Versamento del 5xmille a rotazione alla Chiesa Cattolica, in quanto ne destina parte consistente all'intervento di difesa nonviolenta all'estero della Caritas e alla Chiesa Valdese, perché sostiene le Peace Brigades International che difendono nonviolentemente i minacciati di morte nel mondo.

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