http://www.repubblica.it
19 novembre 2010

Cina, critica i nazionalisti su Twitter
Punizione: un anno di lavori forzati

Pechino - "Attentato all'ordine pubblico": con questa accusa, in Cina una donna di 46 anni, Cheng Jianping, attivista per i diritti umani, è stata condannata a un anno di lavori forzati per aver inoltrato un messaggio ricevuto via Twitter dal tono irridente nei riguardi dei nazionalisti anti-giapponesi. Lo rendono noto oggi il marito della signora, Hua Chunhui, autore del messaggio inoltrato dalla signora Jianping, e Amnesty International. In Cina è vietato l'uso di Twitter, ma gli attivisti aggirano il bando governativo per comunicare. 

Hua Chunhui e Amnesty International descrivono il tono satirico del "tweet" e accusano: "Condannare qualcuno a un anno di lavori forzati senza un regolare processo, per aver inoltrato osservazioni chiaramente satiriche via Twitter, dimostra quale livello di repressione vi sia in Cina sulla espressione online", come spiega Sam Zarifi, direttore del braccio Asia-Pacifico dell'organizzazione a difesa dei diritti umani. La signora Cheng Jianping è arrivata mercoledi scorso in un centro di rieducazione della provincia di Henan, Cina centrale, racconta Hua Chunhui, a cui non è stato concesso di visitarla.

In realtà, secondo Hua Chunhui, il problema non è il "tweet" di scherno: una così dura condanna è da imputare all'attivismo della coppia di coniugi cinesi. "Il governo vuole fare di noi un esempio per gli altri - dichiara l'uomo, che vive a Wuxi, nella provincia orientale del Jiangsu -. Al governo non piacciono le nostre azioni. Su Twitter noi comunichiamo con altri attivisti cinesi e su Twitter abbiamo festeggiato il premio Nobel a Liu Xiaobo". 

La tensione tra Cina e Giappone è tornata a crescere dallo scorso settembre, a causa di isole contese dalle due grandi potenze dell'Estremo Oriente. In questo clima, Hua Chunhui aveva mandato alla moglie un "tweet" in cui si invitavano ironicamente i giovani nazionalisti anti-giapponesi a impossessarsi di un aereo e ad attaccare il padiglione nipponico all'Expo di Shanghai, se volevano compiere un atto veramente significativo. L'Expo è sorvegliato da un massiccio schieramento di polizia, un'azione "evidentemente impossibile da realizzare", commenta oggi Hua Chunhui. Sua moglie Chen Jianping aveva quindi inoltrato il messaggio a un amico, aggiungendo il commento: "Forza, giovani arrabbiati!". 

In seguito, Hua Chunhui e Chen Jianping sono stati fermati dalla polizia: l'uomo è stato rilasciato dopo cinque giorni, per Chen è scattata la condanna a un anno in un campo di lavoro, uno dei cosidetti "laogai". In Cina la polizia può decidere di rinchiudere un cittadino nei laogai per un massimo di quattro anni senza che sia necessario un intervento della magistratura. Si ritiene che attualmente circa 300mila persone siano detenute nei campi di lavoro.