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17/11/2010

'Educazione al bilinguismo', gli uiguri accusano la Cina di annientare le minoranze

Dopo quella tibetana, Pechino starebbe cercando di eliminare la lingua della minoranza islamica dello Xinjiang

Pechino rade al suolo le minoranze linguistiche. La denuncia viene dall'associazione uigura americana, che si propone di difendere la tradizione linguistica degli abitanti della Contea di Toksun, a Turpan, nella parte più a Est dello Xinjiang, la regione della Cina che i fuoriusciti chiamano Turkestan Orientale.

Secondo la denuncia, le autorità cinesi hanno cominciato a licenziare gli insegnanti appartenenti alla minoranza musulmana che parla questa lingua, nel Nord Ovest del Paese, per cancellarne ogni traccia. Gli insegnanti sono stati sostituiti da appartenenti all'etnia Han, la più numerosa in Cina, e il governo ha definito questa politica "educazione al bilinguismo", una definizione che ha provocato la rabbia degli studenti e delle loro famiglie.

Non si tratta di un caso isolato. Anche in Tibet il governo cinese è accusato di promuovere il cinese mandarino a scapito della lingua locale. Il mese scorso diversi tibetani sono scesi in piazza sia in Tibet che a Pechino per manifestare contro queste politiche del governo.