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14/10/2010

Acqua di casa
di Christian Elia

Intervista a Claudio Mazzini di Coop, che lancia una campagna d'informazione sull'impatto ambientale del commercio del bene più prezioso

Un colosso della distribuzione italiana come Coop, con oltre 1400 punti vendita sul territorio italiano, invita i consumatori a riflettere. Su un bene che non è come tutti gli altri: l'acqua. Una mappa delle fonti, una legenda delle acque per aiutare a scegliere.

''E' bene sapere che per l'imbottigliamento e il trasporto su gomma di cento litri d'acqua che viaggiano per cento chilometri (ma mediamente ne fanno di più) si producono emissioni almeno pari a 10 chili di CO2'', cita il comunicato di Coop. ''Se invece si sceglie l'acqua di rubinetto per ogni cento litri erogati si emettono circa 0,04 chili di CO2''. Questa la considerazione, semplice ma importante, che la campagna di Coop lancia con il supporto di analisti del settore. PeaceReporter ha intervistato Claudio Mazzini, della Direzione Qualità di Coop Italia.

Com'è maturato questo progetto? 
L'iniziativa di Coop che si chiama Acqua di Casa Mia è una campagna consumerista, nel senso che vuole dare informazioni ai consumatori per aumentare il grado di consapevolezza delle proprie scelte. Abbiamo prodotto una serie di documenti e di materiali che sono reperibili sul nostro sito e disponibili nei punti vendita e comunicate attraverso la stampa, per dare le informazioni su quali sono i contenuti delle due filiere dell'acqua: quella minerale e quella erogata dai rubinetti. Un dossier scientifico, redatto da autorevoli esponenti del mondo della ricerca, per fornire indicazioni e avvertenze su quelle che sono le caratteristiche dell'una e dell'altra. Nessuno vuole fare confronti tra l'acqua minerale e quella del rubinetto, che restano due prodotti differenti, regolati da normative diverse, ma entrambi hanno caratteristiche che devono essere conosciute per mettere il consumatore nelle condizioni di esercitare una scelta consapevole.

Una scelta coraggiosa, su un bene importante. Come hanno reagito i sette milioni e mezzo di soci Coop?
Le reazioni dei nostri soci all'iniziativa hanno superato qualsiasi aspettativa ottimistica. Davvero molto positive. Sia nei contatti diretti che attraverso i blog che parlano dell'iniziativa le reazioni sono molto soddisfatte. Credo che lo siano anche perché nessuno nasconde le problematiche, diciamo solo di guardare bene la situazione di entrambe le filiere. Parliamo dell'impatto ambientale di una scelta piuttosto che di un'altra, come dei rischi potenziali legati all'acqua di rubinetto. Non sponsorizziamo una scelta o l'altra, noi continueremo a vendere acqua minerale. Vogliamo che un consumatore compri non solo in base a una scelta economica, ma anche per una scelta maggiormente consapevole su tutto il resto.

La Mineracqua, la Confindustria dei produttori di acque minerali, non l'ha presa troppo bene e ha reagito con una imponente campagna stampa nella quale sottolinea i valori dell'acqua imbottigliata rispetto a quella del rubinetto. Come rispondete?
Non sta a me commentare le campagne di altri. Loro hanno ritenuto di fare questa iniziativa, noi in nessuna parte della nostra iniziativa confrontiamo le due acque, perché non sono confrontabili. Hanno caratteristiche diverse, hanno finalità diverse. Un consumatore, a seconda di elementi che contribuiamo a fargli conoscere, può fare delle scelte diverse. Questo per noi è l'elemento importante.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, invece, non ha preso bene la campagna di Mineracqua e attacca, ricordando i dati di una ricerca di Legambiente e della rivista Altraeconomia, pubblicata a marzo 2010. ''Per prima cosa diciamo che l'acqua del rubinetto è buona, controllata per legge e assolutamente salutare'', recita il comunicato dei movimenti che si battono per l'acqua pubblica. ''I valori di soglia previsti dalle leggi vigenti per i metalli pesanti, colibatteri, sono più bassi per l'acqua di rubinetto che per quella venduta in bottiglia''. Mineracqua, sui giornali, dice l'opposto. Fa un confronto diretto da quale l'acqua di rubinetto viene definita ''trattata e disinfettata con il cloro, erogata anche se non rispetta i parametri di legge, in quanto beneficia di deroghe, bevibile ma priva di capacità oligominerali''. Battaglia di numeri e cifre, oggetto di un prossimo referendum, alla quale la Coop, senza una scelta ideologica, contribuisce con una seria informazione.

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