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22/06/2010

Greendex: evoluzione simbolo di progresso?
di Camilla Mastellari

http://environment.nationalgeographic.com/environment/greendex/

L'indagine annuale sul comportamento sostenibile dei consumatori realizzata da National Geographic.

In un mondo ideale lo sviluppo economico dovrebbe andare di pari passo con il progresso civile e con stili di vita responsabili. Non è quello che accade osservando i risultati del Greendex, l'indagine annuale sul comportamento sostenibile dei consumatori realizzata da National Geographic.
La ricerca - oggi giunta alla sua terza edizione - ha l'obiettivo di tracciare il profilo "green" dei cittadini di 17 Paesi (per un campione totale di 17.000 individui) attraverso l'analisi di quattro macro categorie: la gestione dell'ambiente domestico, l'utilizzo dei trasporti, l'approccio al cibo e l'acquisto di beni di consumo. Il risultato è un indicatore piuttosto attendibile dei trend sociali in materia di eco-sostenibilità.

A una prima occhiata, il dato più sorprendente - o forse no - è la maggiore sensibilità dei consumatori dei Paesi emergenti rispetto a quella delle nazioni economicamente più "evolute". India, Brasile, Cina e Messico guidano così la classifica degli stati più virtuosi, con un netto distacco da Germania, Gran Bretagna e Francia che, oltre ad occupare posizioni subalterne, perdono addirittura punti da un anno all'altro. Ultimi in classifica, per il terzo anno consecutivo, gli Stati Uniti che malgrado gli sforzi dell'amministrazione Obama, mantengono inalterato lo status di Paese più indifferente ai temi ecologici. 
Approfondendo le ragioni che spingono i consumatori ad adottare o meno un comportamento responsabile nei confronti dell'ambiente si scopre che la principale motivazione è meramente di natura economica: "non inquino solo se mi conviene". Le preoccupazioni legate al degrado lasciato in eredità alle generazioni future vengono, in una logica miope, solo al secondo posto.

Una generale disillusione dei consumatori nei confronti di chi dovrebbe dare il buon esempio (le istituzioni in primis, ma anche l'industria) genera una forte dose di inerzia: per il 44 percento del campione c'è il sospetto che le politiche di corporate social responsibility decantate da tante aziende si riducano ad una sterile dichiarazione di intenti e, in ultima analisi, a un'ulteriore strategia di marketing. 
Ma in alcune parti del mondo c'è anche chi non ha perso del tutto la speranza e lavora a favore di un mondo più verde... 
Aumentano ad esempio i comportamenti virtuosi in ambito domestico. In particolare, Brasiliani, Indiani e Messicani risultano i cittadini più attenti in casa. 
Se quasi uno su due americani/brasiliani/cinesi dice di possedere una televisione a basso consumo energetico, agli Europei (fatta eccezione per la Spagna) va il merito di un uso più considerato dell'aria condizionata.
Per quanto riguarda l'uso dei mezzi di trasporto, i russi (47percento) si distinguono per la buona abitudine a utilizzare i trasporti pubblici tutti i giorni o quasi. I cinesi (73 percento) sono i più propensi a spostarsi a piedi o in bici da un luogo all'altro. 

Australiani, Russi, Cinesi e Indiani preferiscono il cibo prodotto localmente a quello importato; i consumatori svedesi bevono meno acqua in bottiglia di tutti gli altri.
In 15 Paesi su 17 la maggioranza dei consumatori preferisce spendere i propri soldi per aggiustare un oggetto rotto piuttosto che sostituirlo con uno nuovo (una percentuale in crescita costante in Cina, India e Russia). Dal 2008 cresce anche la tendenza a preferire l'acquisto di oggetti di seconda mano: più favorevoli alle gioie dell'usato americani (+11 punti) cinesi (+9) e indiani (+21). La tendenza a comprare prodotti "eco friendly" è invece più massiccia nei Paesi in via di sviluppo, in Cina e in India soprattutto.

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