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martedì 09 novembre 2010

Il mondo secondo Monsanto anche in versione italiana
di Peppe Croce

“Il mondo secondo Monsanto. Storia di una multinazionale che vi vuole molto bene” (Macrovideo, 2010, euro 22,50) è l’edizione italiana di “Le mond selon Monsanto”, film documentario di Marie-Monique Robin, pluripremiata giornalista francese. Della versione francese di questo video ne scrivemmo tempo fa.

E’ un lavoro molto complesso, lungo (109 minuti) e dal classico ritmo francese: se serve una pausa per riflettere e capire, non è un problema. Allegato alla versione italiana del documentario trovate anche il piccolo libro “OG(gi)M in Italia. Sappiamo cosa sta succedendo?”, curato da Daniel Tarozzi che raccoglie alcune interessanti interviste sul tema ogm.

Monsanto, qualora ancora qualcuno dei lettori non lo sapesse, è la multinazionale leader nel mondo nel settore delle colture transgeniche. Anche se questa frase è riduttiva: il primo pregio di “Il mondo secondo Monsanto”, infatti, è rispondere alla domanda “cos’è Monsanto”. Non tutti sanno, infatti, che l’agricoltura transgenica è solo l’ultima avventura commerciale dell’azienda che, nei decenni passati, ha fatto la propria fortuna con due prodotti: il diserbante Roundup e l’ormone sintetico della crescita per i bovini.

Due invenzioni che hanno rivoluzionato, rispettivamente, l’agricoltura e la zootecnia. Il lavoro di Marie-Monique Robin inizia proprio da questi due prodotti e dalla loro storia assai controversa. Il Roundup, infatti, è al centro di numerose critiche ed è oggi bandito da molti mercati nel mondo. Stessa sorte per l’ormone che, da una parte, ha permesso alle vacche americane di moltiplicare la propria produzione di latte ma, dall’altra, è stato oggetto di sconcertanti studi veterinari che ne mettono in dubbio la salubrità.

Roundup e ormone della crescita, però, hanno costruito l’agricoltura moderna americana e, di conseguenza, mondiale. Come è stato possibile, nonostante non siano universalmente giudicati sicuri dagli scienziati? Nella risposta a questa domanda la giornalista francese impernia tutto il suo film documentario raccontando una strana storia di connivenze e di porte girevoli che hanno caratterizzato per anni i rapporti tra Monsanto e la Food and Drug Administration (Fda) statunitense.

La Fda, che aveva il compito di approvare o bandire dal mercato i prodotti Monsanto, è stata per molti anni diretta da fuoriusciti della multinazionale. E viceversa, con molti ex dirigenti dell’ente che andavano in pensione dorata a lavorare in Monsanto. Facendo nomi e cognomi Marie-Monique Robin mette in luce questo rapporto ambiguo tra controllore e controllato. E mette in serio dubbio ogni possibilità di fiducia nei confronti dell’Fda.

Eppure, ancora oggi, spetta alla Fda approvare o bocciare ciò che finisce sulle tavole degli americani. Ogm compresi. E qui arriviamo ai giorni nostri con l’inizio della storia degli organismi geneticamente modificati nei campi di grano, soia, mais. Con tutti i problemi di cui spesso si parla anche su questo blog: salubrità, coesistenza con le coltivazioni non modificate, rischi di contaminazione. Tutte questioni approfondite dalla Robin che parte dalle prime esperienze di questo inizio di era degli Ogm.

Esperienze come quella del Messico, paese nel quale non sono consentiti gli organismi transgenici ma che si trova, suo malgrado, a combattere una contaminazione virale e galoppante che si è diffusa in pochissimi anni nelle campagne dove, fino a pochissimo tempo fa, si continuava a coltivare mais precolombiano.

O come quella dell’India, recentemente “contaminata” dalla febbre del cotone ogm, il famoso “cotone BT” di Monsanto che doveva garantire il 30% di produzione in più con molto meno concime e quasi senza diserbante. E’ finita male, anzi malissimo: boom dei suicidi tra i coltivatori di cotone transgenico, contaminazione dei campi non ogm e la stessa azienda che ammette il flop.

Tutto questo, e molto altro, è raccontato da Marie-Monique Robin con una capacità espositiva notevole, in maniera semplice e accessibile praticamente a tutti, seppur con un po’ di sforzo imprescindibile vista la complessità del tema. “Il mondo secondo Monsanto” è un documentario che tutti dovrebbero vedere. La gente comune, innanzitutto, per farsi un’idea di chi sia Monsanto, prima ancora che sui suoi prodotti. E per capire che se in Italia non c’è stata ancora la contaminazione dal mais ogm piantato in Friuli, è solo fortuna.

Chi si occupa di temi ambientali e non è favorevole agli ogm, poi. Per imparare a spiegare in maniera semplice ciò che semplice non è affatto. Chi non vede l’ora che gli ogm invadano il mercato, infine. Per ascoltare un’altra campana, scientificamente autorevole perché dà voce a molti degli scienziati che, in prima persona, si sono esposti per rendere pubbliche molte pratiche illegali di Monsanto tenute sotto silenzio per anni. Tutti scienziati che, in un modo o nell’altro, hanno pagato caro per il loro lavoro.

Infine va ricordato il supplemento curato da Tarozzi, che offre ulteriori informazioni e alcune esperienze italiane ed è un buon punto di partenza per un dibattito sugli ogm anche nel nostro paese.

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