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16 ottobre 2010

36% Degli Israeliani Vuole Revoca Voto ai Non Ebrei

Diffuso in Israele venerdì dal giornale Yedioth Ahronoth un nuovo allarmante sondaggio. Mentre negli USA la Lega Anti Diffamazione fa circolare una lista con le associazioni più attive ed efficaci nel “criticare” Israele: nella top-ten anche l’International Solidarity Movement.

Gerusalemme 16 ottobre 2010 Nena News  – Un sondaggio diffuso ieri da Yedioth Ahronoth, il quotidiano pubblicato a Tel Aviv,  e realizzato dall’agenzia israeliana Dahaf, mostra come il 36% degli israeliani (ebrei) sia in favore della revoca del diritto di voto ai non ebrei.

Il sondaggio è stato realizzato sull’onda delle polemiche sollevate in seguito all’approvazione della nuova legge sul giuramento di fedeltà (ad uno “stato ebraico e democratico”) richiesto ai non –ebrei per ottenere la cittadinanza israeliana.

I dati agli intervistati mettono in evidenza come il 69% degli ebrei israeliani sia favorevole all’approvazione dell’emendamento sulla modifica delle legge di cittadinanza, passato alla Knesset la scorsa domenica.

Sempre secondo i dati, il 55% degli intervistati trova “giustificabile e accettabile” la limitazione della libertà di parola in tempi di difficoltà politica e il 57%  é contrario alle manifestazione nonviolente organizzate nel corso di operazioni militari.

Sulla stampa israeliana si discute anche in questi giorni della nuova lista diffusa dalla Lega Anti Diffamazione (ADL), il gruppo ebraico internazionale  con sede negli Stati Uniti, noto recentemente sulla stampa americana per essersi fortemente opposto alla costruzione di un centro islamico e una moschea nei pressi di Ground Zero, a Manhattan: la lista consiste in una top-ten dei 10 gruppi che per ADL sarebbero responsabili di azioni di “calunnia” contro Israele tra il pubblico americano.  Si tratta in realtà di associazioni e organizzazioni attive da anni in difesa dei diritti umani dei palestinesi, critiche nei confronti delle politiche israeliane. Tra le prime della lista figura anche l’ISM, l’International Solidarity Movement, organizzazione internazionale che sostiene da anni una presenza civile in Cisgiordania e a Gaza e che ha promosso diverse azioni per mettere fine all’assedio della Striscia.

Nella lista appare anche Jewish Voice for Peace, il gruppo di ebrei americani con sede in California, che dal 1996 contesta gli aiuti americani a Israele, accusando lo Stato ebraico di portare avanti politiche di apartheid e sostenendo azioni di boicottaggio. Secondo la giornalista Michelle Goldberg (reporter in Giordania e Egitto per The Nation e The Guardian) “la lista redatta da ADL, nasconderebbe disperazione”. Proverebbe cioè che la propaganda di guerra finora promossa da ADL non funziona più e che la stessa organizzazione ha bisogno di altri mezzi, per gettare ombra sui gruppi di attivisti critici nei confronti delle politiche israeliane, che sempre di più negli Stati Uniti stanno vedendo una ripresa delle attività politiche anche all’interno dei campus universitari.

“La stessa disperazione di un paese (Israele) il cui ministro degli affari sociali ha lanciato un allarme per “un’ondata di fascismo”che avrebbe invaso la politica interna”, dice ancora la Goldberg, citando il sondaggio apparso su Yedioth Ahronoth come manifestazione del fatto che Israele ha ormai intrapreso un percorso anti-democratico allarmante.

Nella lista della Lega Anti Diffamazione figurano anche Act Now to Stop the War e End the Racism (ANSWER) che lo scorso luglio ha organizzato a Chicago una protesta con oltre 1000 partecipanti per chiedere la fine dei finanziamenti USA alla politica di apartheid di Israele. Nella top-ten, oltre ad Al-Awda, un gruppo che si batte per la difesa del diritto al ritorno del popolo palestinese, Students for Justice in Palestinee la Campagna USA per mettere fine all’occupazione israeliana.

Secondo il report disponibile sul sito, ADL ha analizzato le dinamiche di queste organizzazioni, individuandone 10 tra le più efficaci in base a specifici parametri, tra cui l’abilità nell’organizzare eventi, attrarre sostenitori, fare network con associazioni simili. (Nena News)

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