proiettili da 250mm
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Palestine Monitor
6 October 2010

Continueranno a sparare sui bambini nella buffer zone della striscia di Gaza

Una nuova ricerca della Defence for Children International (DCI) mostra che i bambini di Gaza vengono abitualmente presi a fucilate se vengono sorpresi a vagare troppo vicini ala rete del confine. Essi hanno documentato 10 casi a partire da maggio, 6 dei quali sono avvenuti nella zona di esclusione di 300 metri dalla rete del confine. Ma molti altri se ne verificheranno nelle prossime settimane.

Khaled primo, 16 anni, raccoglieva abitualmente ghiaia nella zona industriale vicino alla rete di confine. Il 31 luglio, 600 metri dal confine, è stato ferito ad una coscia da un proiettile da 250 millimetri che ha colpito un’arteria, lo hanno ospitalizzato per 15 giorni.

- Essi, i soldati israeliani, ci vedono tutti i giorni e sanno benissimo che siamo raccoglitori di ghiaia – ha detto Khalid al DCI. Ha aggiunto che non tornerà a lavorare, anche se è un buon lavoro, perché a Gaza il materiale da costruzione è proibito.

La raccolta della ghiaia, che frutta ottanta centesimi di dollaro per ogni secchio e 10 dollari al giorno, è vista come un attrattiva a causa della continua deprivazione di Gaza. A dispetto di una moderata apertura dell’embargo israeliano sui beni permessi all’ingresso nella striscia, il materiale da costruzione rimane per la maggior parte proibito. Se l’attuale numero di trenta autocarri la settimana continua, l’ONU stima che Gaza tornerà nella sua situazione di prima dell’attacco di Piombo Fuso, nel 2045. Mentre un grande numero di gazesi continuano a lavorare e vivere negli edifici bombardati, la domanda di materiali di ogni tipo continua, mantenedo gli adolescenti impegnati nel pericoloso lavoro vicino alla rete di confine. Khalid era insieme a centinaia di altri raccoglitori il giorno che gli hanno sparato.

Nel maggio 2009, l’esercito israeliano ha lanciato migliaia di volantini su Gaza avvisando la popolazione che chiunque entrasse nell’area dei 300 metri dalla rete di confine, avrebbe messo la sua vita in pericolo. Fino ad oggi questo limite non è mai stato marcato. Questa decisione unilaterale è un grosso incremento dei 50 metri definiti dagli accordi di Oslo, e a questo incremento si è aggiunto una fascia di alto rischio di un kilometro e mezzo. Sono state documentate fucilate anche entro quest’ultima distanza. La DCI ha chiesto la legittimità legale di questa attività così radicale, di fatto le leggi umanitarie internazionali proibiscono di sparare deliberatamente ai civili disarmati.

L’ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha stabilito che la zona è in maggior parte terra araba, essenziale per gli agricoltori locali. Hanno calcolato che la fascia ad alto rischio costituisce il 35% della terra adatta alla coltivazione. La produzione di grano è diminuita drasticamente negli ultimi anni, così come diversi agricoltori non vogliono più rischiare per andare in quei campi a coltivare le loro terre. D’altro canto le venti miglia nautiche riservate alla pesca dagli accordi di Oslo sono state drasticamente ridotta a tre dal 2007, privando il mercato di un'altra importante risorsa. Da gennaio ad aprile almeno dieci pescatori sono stati bersagliati dalla marina militare.

Fino a quando Israele non ritirerà questi ordini, o ci sarà un cambiamento economico continueremo ad assistere a questi incidenti, ha dichiarato un dirigente della DCI. La loro priorità è di ridurre il numero degli spari invece di condannare i responsabili delle aggressioni. Dopo il Rapporto Goldstone ci sono state due sole condanne per l’operazione Piombo Fuso; due soldati che hanno usato un bambino come scudo umano e uno che ha rubato una carta di credito, e questo è stato ottenuto dopo una fortissima pressione internazionale, dichiara la fonte della ricerca di DCI, indicando quanto futile possa essere tentare di rendere responsabili delle loro azioni i soldati israeliani.

Nelle torri di guardia lungo il confine, armi controllate da un joystick, come una play station, permettono ai soldati di sparare facilmente e casualmente. L’autorizzazione al fuoco prende meno di due minuti per essere concessa. Un soldato 21enne che opera nella sala di controllo, è stato famoso per aver detto al giornale Haaretz: - E molto lusinghiero per me essere quello che usa quest’arma – La frequenza con cui vengono abbattuti asini o altri animali domestici che entrano nella fascia proibita sotto il confine parla in modo eloquente di quel sentirsi lusingato.

Per le famiglie che devono affannarsi per vivere nell’inferno della guerra di Gaza, l’entrata potenziale che rappresenta la ghiaia vicino al confine è troppo importante per essere ignorata. I loro figli devono giocare quella partita con la morte e sperare nella misericordia dei soldati.

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Palestine Monitor
6 October 2010

Shooting Of Children ’Will Continue’ In Gaza’s Buffer Zone

New research from Defence for Children International (DCI) shows that Gazan children are routinely fired upon if they stray too close to the border fence. They have documented 10 cases since May, of which six took place beyond Israel’s stated exclusion zone of 300m. Many more are expected in the coming weeks.

Khaled I, 16, used to collect gravel in the industrial zone by the fence. On July 31, 600m from the border, he was shot in the thigh with a 250mm calibre bullet that hit an artery and hospitalised him for 15 days. “They (Israeli soldiers) saw us every day and knew very well we were gravel collectors”, Khalid told DCI. He says he will not return to work, even though “gravel collection is good because construction materials are banned from entering Gaza”.

That gravel collection, which yields $0.80 per bucket and $10 per day, is seen as attractive is testament to the continued deprivation in the strip. Despite a slight relaxation of the Israeli embargo on allowing goods to enter Gaza, construction materials remain for the most part banned. If the current rate of 30 trucks per week continues, the UN estimate “Gaza will return to its pre-war position in 2045”. While large numbers of Gazans continue to live and work in bombed-out buildings, the demand for materials from any source will continue, keeping teenagers busy in the dangerous fields by the border. Khalid saw “hundreds” of collectors at work the day he was shot.

In May 2009, the Israeli army dropped thousands of pamphlets over Gaza warning that anyone who entered areas within 300m of the fence would be endangering their life. To date, this limit has never been marked. This unilateral decision was a huge advance on the Oslo agreement of 50m, and to this was added a ‘high risk’ zone extending up to 1.5km. There have been documented shootings even beyond this distance. DCI have questioned the legal legitimacy of such sweeping, de facto land closure, most strongly where it has precedence over international humanitarian law that expressly forbids the deliberate targeting of civilians.

The Office for the Co-Ordination of Humanitarian Affairs (OCHA) found that the zone was predominantly arable land, essential for local farmers. By their figures, 35% of land with potential for cultivation falls within these areas. Crop production has followed a steep decline in recent years, as many farmers are unwilling to risk fire through tending their land. On the other side, the 20 nautical miles reserved for fishing in Oslo has been slashed to three since 2007, depriving the market of its other staple resource. Between January and April, at least ten fishermen were shot by the navy.

“Unless Israel alter orders on the border, or there is economic change we will continue to see these incidents”, said a senior DCI source. Their priority is to reduce the number of shootings rather than to hold those responsible to account. “Since Goldstone there have been two convictions (over Cast Lead), two soldiers for using a child as a human shield and one for a stolen credit card, and that was after amazing international pressure”, the source said, indicating the futility of attempting to make Israeli soldiers accountable.

In the watchtowers along the border, remote-controlled weapons that soldiers compare to Playstation controllers have enabled them to open fire easily and casually. The authorisation procedure takes under two minutes. A 21-year old soldier in the control room famously told Haaretz “its very alluring to be the one to do this”. The frequency with which donkeys and domestic animals are gunned down inside the fence speaks eloquently of that allure.

For families scratching a living in war-torn Gaza, the potential income from the border zone is often too important to pass up. Their children must play the game and hope that soldiers are merciful.