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22/02/2010

Iran, venti di guerra
di Christian Elia

Israele vara il drone più grande del mondo e blocca la vendita di missili russi a Teheran

Segnatevi questo nome: The Heron Tp, detto anche Heron 2 e Eitan. E' il più grande drone (aereo senza pilota) mai costruito. L'hanno realizzato i ricercatori dell'Israel Aerospace Industries e l'aviazione militare d'Israele l'ha presentato ieri, domenica 21 febbraio 2010, alla stampa.

Arma micidiale. Grande come un Boeing 737, un'apertura alare di 26 metri, una quota di volo fino a 12mila metri e oltre 20 ore di autonomia. "Con l'inaugurazione dell'Heron Tp realizziamo un sogno", ha commentato durante la cerimonia di presentazione il brigadiere generale dell'aviazione israeliana Amikam Nortin, comandante della base che ospita il drone, con l'eccitazione che alcuni uomini e alcuni militari provano di fronte a strumenti di morte sempre più sofisticati. L'Heron Tp, di sicuro, inaugura una nuova fase nel suo genere. "Può fare tante missioni. Può fare anche un certo tipo di missioni speciali che nessun altro Ual - Unmanned Aerial Veihcle - (aerei senza pilota) può realizzare", ha commentato il tenente colonnello Eyal Asenheim, che fa parte dello staff che ne curerà le azioni.
Azioni, in vero, di tutti i tipi. Dal rifornimento in volo, all'intercettazione e all'oscuramento delle comunicazioni del nemico, fino a un vero e proprio attacco missilistico su un obiettivo. 
L'autonomia di volo, poi, permette di colpire ben oltre il Golfo Persico. Nessuno dei militari presenti alla cerimonia dell'Heron Tp ha risposto in modo diretto alle domande dei giornalisti, ma è non è certo un segreto che il destinatario della nuova arma israeliana è l'Iran.

Conto alla rovescia? Il 16 febbraio scorso, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad l'ha detto senza mezzi termini: "Sono convinto che l'entità sionista sta cercando di dare avvio a una guerra, in primavera o in estate, ma credo anche che non sia stata ancora presa una decisione definitiva". Da Mosca, dove si è recato in visita ufficiale, gli ha risposto il premier israeliano Benjamin Netanhyau: "Non esiste alcun piano militare contro l'Iran. Sono le solite manipolazioni di Ahmadinejad, che alza la tensione in vista delle nuove sanzioni a Teheran. Sanzioni per le quali non dovremmo perdere tempo, aspettando il via libera del Consiglio di Sicurezza". Netanyahu ha le idee chiare: l'Onu è un inutile perdita di tempo. Lo dimostra la storia stessa dello Stato d'Israele, che viola tutte le risoluzioni del Palazzo di Vetro dal 1948. Inoltre, in passato, i vertici politico - militari di Tel Aviv non hanno esitato ad agire da soli: nel 1981 venne bombardato il sito di Osirak, in Iraq, dove il regime di Saddam sviluppava il suo programma nucleare. Lo stesso è accaduto nel 2007, in Siria. Nell'attesa di sapere se accadrà di nuovo, ora che all'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (Aiea) non c'è più il segretario generale El Baradei e il nuovo corso dell'ente dell'Onu si annuncia meno morbido con Teheran, il governo di Ahmadinejad ha incassato un brutto stop.

Corsa agli armamenti. Alexander Fomine, vicedirettore del Sistema Federale russo di cooperazione tecnico - militare, ha dichiarato il 17 febbraio scorso che la fornitura di missili all'Iran è sospesa a tempo indeterminato.
"Il rinvio è dovuto a problemi tecnici, la fornitura verrà effettuata quando saranno risolti", ha detto all'agenzia Interfax il dirigente russo, che ha escluso qualsiasi coincidenza tra questa decisione e la visita del premier israeliano Netanyahu a Mosca. In realtà un nesso c'è, visto che il sistema terra-arai S-300 è ritenuto di vitale importanza dal regime degli ayatollah per difendere i siti del suo programma nucleare da un eventuale attacco mirato Usa o israeliano. Il blocco delle forniture ufficiali avviene dopo il fermo delle consegne illegali, quando gli agenti dei servizi segreti israeliani intercettarono un carico di armi per l'Iran dalla Russia. Per equilibrare lo scacco moscovita, Teheran ha annunciato - il 19 febbraio - attraverso la televisione di stato il varo del primo cacciatorpediniere di fabbricazione iraniana. "Il cacciatorpediniere Jumaran si è già unito alle forze navali dell'Iran nelle acque meridionali del Golfo Persico". Armato di siluri, il Jumaran (lungo 94 metri e con una stazza di 1500 tonnellate) è in grado di tenere sotto il controllo dei suoi radar fino a 100 bersagli nello stesso momento. Una corsa agli armamenti che nel Golfo si è arricchita anche del nuovo sistema di difesa missilistico che, a spese degli Usa, si sono dati Bahrein, Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti nel mese di gennaio. In attesa delle nuove sanzioni all'Iran (che oggi ha annunciato l'apertura di altri due siti nucleare) la tensione sale e il Golfo diventa sempre più affollato di strumenti che non promettono nulla di buono.





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