Tratto da La Nonviolenza è in Cammino

Paolo Arena E Marco Graziotti Intervistano Luciano Capitini

 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?
- Luciano Capitini: La nonviolenza e' amore, attenzione, disponibilita', apertura, verso tutti gli esseri, collegata pero' - obbligatoriamente - ad azioni conseguenti a tale impostazione. La nonviolenza puo' essere anche intesa come una ideologia, orientata, come tante altre, al cambiamento, ma... il cambiamento e' rivolto all'aumento del benessere, allo sviluppo, all'esistenza, alla vita di tutti.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?
- Luciano Capitini: Il mio riferimento, dopo Gandhi, e' Aldo Capitini, al quale ho dedicato da anni la mia opera, tesa a far conoscere ed apprezzare il suo pensiero, le opere, gli scritti, e tutta la sua vita, un esempio per tutti.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?
- Luciano Capitini: Leggere molto, sulla nonviolenza, e' tanto importante quanto la qualita': comunque: "Azione nonviolenta", "Qualevita", "La nonviolenza e' in cammino", e poi tante pubblicazioni, siti internet... tutti porgono un contributo che permette di costruire un mosaico su cui ognuno puo' "appoggiare" le proprie convinzioni. Da non mancare le opere fondamentali di Aldo Capitini, comprese quelle sulla pedagogia.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?
- Luciano Capitini: Reputo che, in mancanza di azioni nonviolente di grande peso, attualmente, in Italia, contano molto le innumerevoli piccole azioni dei singoli o dei piccoli gruppi che poi, partendo dalla nonviolenza, affrontano forse altri campi, ma con una ottica nuova, piu' aperta, attenta agli altri...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Luciano Capitini: Ho 77 anni e faccio parte proprio di quei tantissimi che, lontani da azioni eclatanti, hanno cercato di impegnarsi ogni giorno. Forse potrei citare l'esperienza, di mia moglie Anna Maria Semeraro e mia, consistita nell'aprire un primo centro di gestione dei conflitti qui a Pesaro (1998). Sono, inoltre, presidente dell'Anaac, "Associazione nazionale amici di Aldo Capitini" di cui e' uscito, in questi giorni, il volume degli atti di una giornata di studi dei giovani studiosi (non solo italiani) sulle opere ed il pensiero di Aldo (Levante editori, Bari).

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