Paolo Arena e Marco Graziotti Intervistano Giancarla Codrignani

 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza? E quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Giancarla Codrignani: Non credo alla nonviolenza "per natura", ma per educazione. Mio padre, antifascista che non si era mai piegato alla dittatura, era un italiano dignitoso che conosceva la differenza tra resistere in nome dei principi e, invece, sfidare i perdenti, recuperata la liberta', con il rancore delle pene subite e la tracotanza della vittoria. Mia madre, poi, oltre ad approvare la mite fermezza di mio padre, estendeva ad animali e piante il divieto dei metodi drastici.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Giancarla Codrignani: Ormai li hanno nominati gli altri amici intervistati. Vorrei ricordare in particolare il Vangelo, cosi' poco applicato anche da chi si definisce cristiano.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Giancarla Codrignani: Per quanto ritenga ineludibile la riflessione teorica, penso che sia opportuno seguire (e pretenderne l'efficacia) le iniziative delle diplomazie nelle vertenze internazionali e l'applicazione dei diritti: entrambi sono la nonviolenza possibile delle istituzioni.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Giancarla Codrignani: Credo che nella cultura della globalizzazione anche la nonviolenza debba rinnovarsi e dare ai giovani  possibilita' nuove di espressione originale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Giancarla Codrignani: Le donne non sono "piu' buone", ma hanno imparato che il modello gerarchico dei maschi e' di per se' violento. E fa danni.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Giancarla Codrignani: Come diceva la mia mamma: anche l'albero fa parte del vivente, puo' subire come noi la violenza della natura e della morte, ma richiede rispetto.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani? E quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia? E quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse? E quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Giancarla Codrignani: E' ovvio che al razzismo o alle mafie, che violano i diritti umani che sono di tutti, si deve resistere senza moltiplicarne la violenza. Ma non e' cosi' riconosciuto, anche tra i pacifisti gandhiani, che lo sciopero e' una delle invenzioni nonviolente piu' importanti. Anche l'autodeterminazione dei popoli ha bisogno di essere convertita alla nonviolenza: nei decenni passati si e' sostenuta la legittimita' della lotta armata, oggi non e' questione della sua legittimita', ma dell'inefficacia. Le armi sono puro autolesionismo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo, tra nonviolenza e antimilitarismo, tra nonviolenza e disarmo?
- Giancarla Codrignani: Per parole come "pacifismo" e "antimilitarismo" bisogna intendersi e ragionare. Che la pace sia auspicabile e' un'ovvieta' che sostengono anche i militari. Che non viviamo nella perfezione e' un'altra constatazione perfino banale. Bisogna contestualizzare per non diventare anche noi insensatamente fondamentalisti. Per "fare" pace bisogna mettere in moto meccanismi che richiedono prudenza e perfino mediazioni. Per essere antimilitaristi bisogna prendere atto che anche i militari sono impiegati dello stato che non vanno demonizzati, ma conosciuti e presi a controparte. Credo di essere stata pacifista e antimilitarista quando ho deciso di dare la mia attivita' parlamentare in Commissione Difesa e non in Commissione Agricoltura.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza? E tra nonviolenza e psicoterapie? E vede tra nonviolenza e informazione?
- Giancarla Codrignani: La nonviolenza e' liberta' nel senso che controlla la possibilita' di reazioni immediate e irragionevoli. Per questo e' sostanza e metodo di tutti i diritti, di tutte le pratiche di solidarieta' e di ogni forma aiuto, dall'assistenza alle vittime alle terapie che rafforzano la vita addolcendola.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica, alla riflessione delle e sulle religioni, alla riflessione sull'educazione, alla riflessione sull'economia, alla riflessione sul diritto e le leggi, alla riflessione sull'etica e sulla bioetica, alla riflessione sulla scienza e la tecnologia, alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
- Giancarla Codrignani: La nonviolenza "e'" una filosofia, forse la base di ogni filosofia che si configuri a partire dall'umano. Dovrebbe essere implicita nelle religioni che, tutte, dipendono da messaggi di pace e fraternita'. Altrettanto implicita nell'etica, che non puo' imporsi come dogma perche' e' plurale nel suo rapportarsi a giudizi valoriali diversi. Piu' difficile - e credo ancora in attesa di iniziativa specifica che potrebbe essere l'innovazione delle nuove generazioni - metterla in pratica nell'economia e nella configurazione dei meccanismi giuridici. Molto impegnativa e' anche la "scienza nonviolenta": accade come per la religioni che comprimono la fede: infatti la scienza procede con coraggio a beneficio degli esseri umani, ma le applicazioni che ne derivano coinvolgono la responsabilita' di chi ne determina l'uso: i politici e gli imprenditori che privilegiano le applicazioni tecnologiche nel settore militare e le commerciano nulla hanno a che fare con la scienza. Ma per tutti questi riferimenti la nonviolenza dovrebbe diventare sostanza dell'educazione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Giancarla Codrignani: Ritengo che la politica sia l'impegno piu' bello e pulito che non solo si possa, ma si debba esercitare. Per questo dovrebbe richiamarsi alla nonviolenza almeno come metodo: il consenso non puo' che derivare dalla persuasione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Giancarla Codrignani: Non mi e' chiaro se ci sia una disciplina per dare forma culturale alla nonviolenza: certo bisogna pensarla, studiarla nelle scuole, predisporsi alla coerenza. Ma e' come dire se si debbono fare delle cattedre sulla felicita', la coerenza, la ragionevolezza. Tuttavia e' importante darle senso sempre e in ogni cosa, anche piccola: il mio computer registra questa parola in rosso perche' la vorrebbe spezzata in due, segno che e' ancora "nuova", nonostante tutto...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione? E dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Giancarla Codrignani: Certamente viviamo nella societa' della comunicazione e anche noi dobbiamo usare i mezzi comuni per valorizzare le nostre finalita' e renderle conosciute, diffonderle al massimo. Ma i movimenti pacifisti spesso hanno una loro forma di fondamentalismo che non tiene conto dell'impatto con la storia del mondo cosi' come si e' arrivato ad oggi. Bisogna essere determinati, in primo luogo, con se stessi; con il prossimo l'approccio non puo' essere necessariamente severo, mentre lo deve essere con le autorita' e i poteri.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti tra la nonviolenza e i vari ambiti della vita sociale?
- Giancarla Codrignani: La nonviolenza e' soprattutto "relazione". Mettersi in relazione non e' facile e lo si comprende dal rapporto uomo/donna. Bisogna disancorare il pensiero dalla formazione gerarchica: nell'infanzia l'obbedienza e' necesaria, ma e' un arte che i genitori e i maestri non sanno spesso impiegare. Se anche al liceo dobbiamo "ripetere la lezione" accettiamo che ci sia una gerarchia, che non necessariamente rappresenta il bello, il bene, il giusto...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia, nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita', nonviolenza e politica, nonviolenza e vita quotidiana, nonviolenza e cura del territorio in cui si vive, nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quali relazioni?
- Giancarla Codrignani: Sono tutte relazioni. E sappiamo che relazionarsi e' difficile, ma sicuramente dolce e umano. Figurarsi con gli amici.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Giancarla Codrignani: E' la domanda piu' seria e "bella": si capisce che essere forti e "vincere" non serve a nulla.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza? E quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo e in Italia? E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo? E quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Giancarla Codrignani: Cari amici, viviamo solo nel 2010 e quello attuale e' un tempo di transizione ad un'altra storia: troppi hanno paura del futuro e la paura e' antagonista del coraggio nonviolento. Bonhoeffer diceva, attribuendo il ragionamento al cristiano, che non deve essere ne' ottimista ne' pessimista perche' pessimismo e ottimismo sono illusioni; ma agire per contribuire al bene contro ogni violenza. Credo che bisognerebbe contribuire a far sentire che chi ha paura aiuta la violenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza? Nonviolenza e intercultura, nonviolenza e conoscenza di se', nonviolenza e scienze umane, nonviolenza e linguaggio, nonviolenza e stili di vita, nonviolenza e critica dell'industrialismo, nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali relazioni implicazioni e conseguenze?
- Giancarla Codrignani: Desidereremmo essere gia' efficaci in tutto. E certamente siamo diversi anche nelle competenze e nelle iniziative. Ma e' importante capire che non siamo onnipotenti e presumere di essere tutta la verita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie; nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia; nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?
- Giancarla Codrignani: Siamo sempre in comunita', perche' da soli non andiamo da nessuna parte. Ma tra gli altri ci sono quelli ancora violenti, che sono un grosso problema, perfino in famiglia. Non e' facile, ma un compito non piccolo e' decostruire teorie e pratiche di dominio e violenza. Perche' non vincono, ma preparano sconfitte piu' gravi a danno di tanti e, forse, degli stessi sostenitori del principio della forza. Vorresti essere stato Schwarzenegger o Einstein?
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?
- Giancarla Codrignani: Di un futuro senza guerre. Tutti hanno oggi armi troppo potenti e coscienze troppo ignoranti per non capire che le loro sfide sono di morte per migliaia di civili...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
- Giancarla Codrignani: Una possibilita' in piu' oltre a parlare, inventare, scrivere.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Giancarla Codrignani: Potrei dire che sono una vecchia signora, ma sarei ipocrita perche' non sento miei ne' il sostantivo ne' l'aggettivo. Pero' sono una che e' piuttosto contenta di come risponde alle responsabilita' che incontra. Se qualcuno ha letto "Ecuba e le altre", ormai fuori commercio (Edizioni cultura della pace, Firenze 1994), si e' fatto forse qualche idea di me.

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