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21 settembre 2010

Se media e scuola tornano a parlare di pace e diritti
di Barbara Alvino

ROMA, 21 settembre 2010 (IPS) - “Costruiamo una nuova cultura” per riscoprire i valori (dimenticati) della costituzione italiana. All’invito, partito dalla Tavola delle Pace, hanno risposto oggi giornalisti, associazioni, sindacati e enti locali. Ma l’obiettivo è quello di coinvolgere anche i giovani.

Il Programma Nazionale di Educazione alla pace e ai diritti umani, presentato nella giornata internazionale delle Nazioni Unite per la pace, è promosso dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali e dalla Tavola della Pace e prevede l’elaborazione di un percorso educativo che includa cittadinanza e costituzione, i sette valori costituzionali (nonviolenza, giustizia, libertà, pace, diritti umani responsabilità e speranza) e l’educazione all’uso critico dei media.

L'iniziativa è il contributo della Tavola alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, il 50esimo anniversario della Marcia per la pace Perugia-Assisi, l'anno internazionale dei giovani e quello europeo del volontariato, tutti in calendario nel 2011.

“La collaborazione dei giovani è sostanziale per l’esistenza del progetto, e la loro collaborazione non va ricercata solo nelle scuole”, ha detto Flavio Lotti, Coordinatore Nazionale della Tavola della pace, che aggiunge: “La partecipazione deve essere attiva, occorre unire studio, conoscenza e azione concreta”.

La scelta di porre al centro del programma i giovani, rendendoli protagonisti dalla fase di ideazione a quella di progettazione delle attività didattiche, servirà a garantire “maggiore convinzione e impegno” per la riuscita del progetto.

I mezzi di informazione sono chiamati a fare la loro parte, attraverso un’informazione responsabile che rispetti le esigenze del pubblico e che combatta in modo attivo “l’imbarbarimento culturale italiano”. Il percorso didattico prevede attività dedicate al tema dell’informazione e al ruolo critico dei media, e gli studenti stessi saranno coinvolti nella produzione di informazioni.

“Le scuole sono la nostra scommessa”, ha affermato Roberto Natale della Federazione Nazionale della Stampa, che denuncia una crisi dell’informazione e una eccessiva “coincidenza della agenda politica italiana e quella dei giornalisti”.

In un paese in cui anche le tematiche internazionali stentano a trovare spazio nei canali di informazione pubblica è necessario far ripartire il sistema cultura “partendo dai pilastri della società: i giovani”.

Secondo il rapporto 2009 di Osservatorio TG dell’associazione Articolo 21, le notizie estere che i Tg presentano è al 53,1 percento totalmente autoreferenziale, e riguardano non più del 15 percento della popolazione mondiale.

Si parla di guerra solo se intervengono forze occidentali o se tra le vittime ci sono connazionali, ammette Natale, “questo è denigrante per chi fa informazione”.

Occorre porre rimedio alle assenze tematiche e al disimpegno comunicativo rispetto ai grandi temi globali che ‘non’ toccano immediatamente le aree di interesse occidentale. “Le inondazioni del Pakistan, oggetto di una campagna mondiale di mobilitazione per soccorrere una popolazione di quasi venti milioni di sfollati privi di qualsiasi risorsa elementare e supporto sanitario, nelle prime due settimane di settembre non sono state nemmeno menzionate nei sette Tg nazionali”, ha ricordato Alberto Baldazzi dell’Osservatorio TG.

Ottavio Olita, rappresentante USIGRAI, ha sottolineato che accanto all’iniziativa politica, serve un progetto a lungo termine che “rifletta sul ruolo dei media nel processo di formazione e educazione dei giovani”.