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25 giugno 2010

Lettera morta
di Helene Paraskeva

Helene Paraskeva è una scrittrice nata ad Atene. Vive a Roma dal 1975.

Il 20 giugno in venti piazze di tutt’Italia si è celebrata la giornata mondiale del rifugiato. Chi subisce guerre, torture, persecuzioni e violenze nel suo paese d’origine ha il diritto di chiedere asilo altrove, come sancito dall’articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo,

Articolo 14

1. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

 dall’articolo 18 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

Articolo 18 - Diritto di asilo

Il diritto di asilo è garantito nel rispetto delle norme stabilite dalla convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e dal protocollo del 31 gennaio 1967, relativi allo status dei rifugiati, e a norma del trattato che istituisce la Comunità europea

dall’articolo 10 della costituzione italiana.

Art. 10.
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

A Roma quest’ultimo articolo è stato letto per strada, in varie lingue, nell’isola pedonale del quartiere Pigneto, uno dei più multietnici della capitale. In tutto il mondo sono più di venti i pae­si dai quali si continua a scappare. Ma le dichiarazioni rimangono lettera morta se non si può entrare in un altro stato.

In Italia, come conseguenza della politica dei “respingimenti” adottata dal governo Berlusconi, le richieste di asilo sono diminuite da 30.492 nel 2008 a 17.603 nel 2009. E anche chi ha ottenuto asilo politico in Italia continua a non ricevere l’accoglienza necessaria per vivere in modo dignitoso.

La giornata del rifugiato non è stata una ricorrenza trionfale. In questa domenica di giugno il freddo inaspettato ha messo ancora più in evidenza le condizioni di vita drammatiche di chi vive di espedienti. “Ci siamo radunati per dare voce a chi non ne ha”, ha dichiarato Claudio Graziano, il responsabile dell’immigrazione dell’Arci di Roma.

Ma soprattutto, mancava la voce degli immigrati integrati, impauriti e minacciati dalle leggi sulla sicurezza e dalla crisi. Per rompere il silenzio e parlare di un diritto conquistato e sancito, ma non esercitato.


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