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24 marzo 2011

I QUESITI

LE FIRME

Oltre un milione e quattrocentomila cittadini hanno sottoscritto, tra aprile e luglio 2010, i referendum contro la riforma del servizio idrico, approvata dal governo circa un anno fa, che prevede la privatizzazione della gestione dell'acqua. Dopo il sì, arrivato il 12 gennaio scorso, dalla consulta a due dei tre quesiti referendari presentati per la ripubblicazione dei servizi idrici, la campagna referendaria è entrata nel vivo.

IL PRIMO QUESITO

Due i quesiti da votare: con il primo si chiede l'eliminazione dell'articolo 23 bis della legge 133/2008 (nota come 'decreto Ronchi'), relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogare questa norma significa contrastare l'accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo paese.

IL SECONDO QUESITO

Con il secondo quesito referendario, invece, si propone l'abrogazione dell'articolo 154 del decreto legislativo 152/2006 (il cosiddetto codice dell'ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 in base alla quale la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito, che consente cioè al gestore di ricavare parte dei propri profitti dalla bolletta dei cittadini. Abrogando questa parte dell'articolo sulla norma tariffaria, si elimina il 'cavallo di troia' che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.

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