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Saturday, 13 August 2011 14:20

Lettera aperta del Freedom Theatre all’apparato della sicurezza di Israele

Questa è un lettera aperta dei rappresentanti dei volontari internazioni e dei membri dello staff, degli amici, dei sostenitori e della fondazione del Freedom Theatre di Jenin all’apparato della sicurezza israeliano, inclusi lo Shabak, l’IDF e la polizia.

Dopo l’attacco all’ufficio e al centro multimediale del Freedom Theatre, durante il quale avete arrestato il nostro vice regista Adnan Naghnaghiye e il presidente del consiglio del teatro, Bilal Saadi; dopo aver negato a Adnan e Bilal per due settimane di incontrare un avvocato, trattandoli in maniera disumana e negando loro i basilari diritti umani; dopo l’arresto del nostro studente di recitazione Rami Hwayel, noi vi informiamo che:

Stiamo incoraggiando tutti gli sforzi volti ad individuare il responsabile del brutale omicidio di Juliano Mer-Khamis e siamo profondamente sconcertati dal fatto che l’omicida non sia stato ancora trovato. Tuttavia, rigettiamo i metodi disumani che state utilizzando per portare avanti l’inchiesta sull’omicidio. Il Freedom Theatre è stato seriamente danneggiato dalle vostre azioni, che incutono paura e provocano traumi non solo tra i nostri studenti e impiegati, ma anche all’interno della società che stiamo tentando di aiutare.

Agendo nel modo in cui agite voi, state dimostrando ancora una volta ai residenti del campo profughi di Jenin e al mondo intero che i soli metodi che conoscete sono la violenza, il terrore e la paura. Noi del Freedom Theatre non abbiamo nulla a che fare con l’omicidio di Juliano Mer Khamis.

Lo abbiamo dimostrato chiaramente e vi ricordiamo di nuovo che ogni membro del teatro ha rilasciato la propria deposizione alla polizia palestinese quando è stato richiesto e siamo pronti a farlo di nuovo.

Non importa quanti danni causiate a noi o al teatro, noi continueremo la nostra lotta per la liberazione individuale e collettiva. Ci siamo uniti alla lotta per la liberazione dei nostri compagni nel campo profughi di Jenin, usando la cultura e la nonviolenza al fine di scrollarsi di dosso non solo l’occupazione sotto la quale è costretto a vivere il popolo palestinese, ma anche ogni altra forma di oppressione che ci troviamo di fronte.

Chiediamo che i nostri amici e colleghi, soggetti a gravi abusi e violazioni dei propri diritti, vengano trattati con assoluto rispetto secondo quanto stabilito dalle convenzioni internazionali, possano vedere subito i loro avvocati e siano prontamente rilasciati.

Lo staff internazionale, gli amici e i sostenitori del Freedom Theatre, rappresentati da:

Jacob Gough, manager generale del Freedom Theatre;

Micaela Miranda, direttore pedagogico  del Freedom Theatre;

Jonatan Stanczak, cofondatore del Freedom Theatre;

Udi Aloni, regista cinematografico e teatrale del Freedom Theatre;

Drod Feiler, cofondatore e membro del consiglio della Fondazione Freedom Theatre;

Jan Tiselius e Britt-Louise Tillbom, presidenti degli Amici del Freedom Theatre (Svezia);

Constancia Dinky Romilly, presidente degli Amici del Freedom Theatre (Stati Uniti);

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