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16 novembre 2011

Freedom Riders Palestinesi Arrestati da Israele
di Marta Fortunato

"I bus israeliani sono il simbolo della segregazione che oggi vige in Israele. Perchè un palestinese non può andare a Gerusalemme senza un permesso?”. Ieri pomeriggio i Freedom Riders palestinesi, saliti su un autobus israeliano diretto a Gerusalemme, sono stati fatti scendere con forza ed arrestati.

Beit Sahour (Cisgiordania), 16 novembre 2011, Nena News (nella foto l’attivista palestinese Huweida Arraf, fonte Activestills) – L’iniziativa di disobbedienza civile organizzata dai Comitati di Resistenza Popolare è incominciata ieri pomeriggio quando sei attivisti palestinesi si sono presentati alla fermata dell’autobus 148 – che collega la colonia di Ariel a Gerusalemme – indossando la kuffiya palestinese e magliette con scritto “Giustizia”, “Libertà”, “Dignità”.

Scopo dell’azione era quello di salire sui bus israeliani ed andare a Gerusalemme, sfidando il regime israeliano di apartheid e la sua politica di segregazione. Alla fermata del 148, presso la colonia israeliana di Psagot, i sei Freedom Riders palestinesi, accompagnati da circa venti giornalisti, hanno aspettato l’autobus diretto a Gerusalemme Est, nella colonia di Pisgat Zeev, che si trova fuori dalla Linea Verde.

“Si tratta di una forma di disobbedienza civile ispirata alla lotta contro l’apartheid negli Stati Uniti” ha spiegato l’attivista ed organizzatore Mazin Qumsiyeh – non so quello che succederà ma penso che verremo duramente puniti : per un palestinese con carta d’identità della Cisgiordania la pena prevista per ingresso illegale può arrivare a sette anni di prigione. Ma voglio che si sappia che qui c’è un sistema di apartheid, che ci sono insediamenti coloniali illegali sulla nostra terra, che queste colonie hanno i loro autobus e che i coloni possono andare a Gerusalemme senza nessun tipo di controllo”.

“Vogliamo mostrare al mondo che questo non è un paese democratico” ha dichiarato il Freedom Rider Basil al-Araj, originario del villaggio di al-Walaje (area di Betlemme) – E’ un paese di apartheid ed ingiustizia. Voglio solamente andare a Gerusalemme! E questi bus sono un simbolo della segregazione che vige oggi in Israele”.

“Sono quasi due milioni i palestinesi della Cisgiordania che non hanno il diritto di entrare a Gerusalemme ed in Israele senza un permesso speciale” ha spiegato Sari Bashi, direttore dell’organizzazione israeliana per i diritti umani Gisha.

Durante l’attesa – due bus sono transitati senza fermarsi – alcuni coloni che si trovavano alla fermata si sono allontanati dal gruppo di palestinesi. “Non penso che dovrebbero stare qui” ha affermato un colono di Rimonim – dovrebbero rimanere nei loro villaggi. Perchè ora sono nella nostra area? Anche noi non abbiamo il diritto di andare nelle loro aree. Se entrassimo a Ramallah, ci ucciderebbero”.

Alla fine gli attivisti palestinesi ed i giornalisti sono riusciti a salire nel bus, assieme a molti coloni  e ad un poliziotto israeliano. Al checkpoint di Hizma la polizia israeliana di frontiera è entrata nel bus e ha iniziato a controllare le carte d’identità dei palestinesi chiedendo loro il permesso per entrare a Gerusalemme. “Noi abbiamo il diritto di entrare a Gerusalemme. Perchè un colono non ha bisogno del permesso? Noi non vogliamo seguire queste regole di apartheid” hanno risposto i Freedom Riders.

L’autobus ha superato il posto di blocco e si è fermato dopo pochi metri in un parcheggio. La autorità israeliane hanno chiesto agli attivisti palestinesi di scendere dall’autobus, ma di fronte al loro rifiuto, li hanno presi con forza ed arrestati per ingresso illegale in Israele. Assieme a loro è stato arrestato anche Mohamed Jaradat, giornalista di Ramallah, che non aveva il permesso di entrare a Gerusalemme. Questa mattina tutti i detenuti sono stati rilasciati.

“Speriamo che questa sia stata la prima di tante azioni simili” ha concluso la Freedom Rider Huwaida Arraf – ci sono tanti altri palestinesi che vogliono prendere parte a questa iniziativa”. Nena News

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