http://www.unita.it
22 giugno 2011

Cina, libero su cauzione l'artista Ai Weiwei

«Sono stato rilasciato, sono a casa, sto bene. Ma non posso rilasciare interviste»: raggiunto sul suo cellulare dal New York Times, l'artista cinese Ai Weiwei ha riferito in questi termini al giornale americano sulle sue condizioni.

«In termini legali - ha detto parlando con il cronista del New York Times che gli chiedeva un'intervista - sono, come dite voi, sotto cauzione. Per questo non posso rilasciare interviste. Ma sto bene».

Il quotidiano pubblica con grande evidenza sul suo sito la notizia della liberazione dell'artista cinese dissidente, detenuto per circa tre mesi con l'accusa di evasione fiscale. La sua detenzione - sottolinea il quotidiano americano - ha sollevato un'ondata di critiche nei confronti della Cina ed è diventata un «punto focale» per quanto riguarda il mancato rispetto dei diritti umani in Cina.

Sto bene. Sono di nuovo a casa. E sono libero»,  Ai Weiwei ha detto anche al tabloid tedesco Bild.

Della liberazione di Ai Weiwei era stata data notizia dall'agenzia di stampa ufficiale Cina nuova. Anche la sorella di Weiwei, Gao Ge, ha risposto alla Bild: «È estremamente felice. Ma ha perso qualche chilo» Ai Weiwei, l'artista cinese imprigionato per frode fiscale, è stato rilasciato su cauzione. Lo ha riferito l'agenzia Xinhua.

Weiwei, riferisce la Xinhua, è stato liberato dopo aver confessato ed essersi offerto di ripagare le tasse che avrebbe evaso. Il suo rilascio sembra sia dovuto anche alle sue condizioni di salute.

La notizia della liberazione di Ai Wewei è stata confermata dall'agenzia Nuova Cina, secondo la quale l' artista è stato liberato per la sua «buona condotta» e perchè ha «confessato i suoi crimini».

Artista dissidente assai noto in patria, Weiwei era stato arrestato il 3 aprile per reati economici mentre stava partendo da Pechino per Hong Kong per motivi di lavoro. La sua detenzione ha sollevato un coro di critiche da parte della comunità internazionale.

Poche notizie sono state rilasciate negli scorsi mesi a proposito dell'arresto dell'artista, delle sue condizioni di salute e del luogo di detenzione. Massimo riservo imposto anche nei confronti dei familiari di Ai Weiwei: «Ai Weiwei sta bene, non ha subito torture nè è stato picchiato» riferiva una fonte vicina all'artista quando rese noto che, per la prima volta dopo l'arresto il mese scorso, la polizia aveva consentito ad Ai di incontrare sua moglie.

«Lu Qing ha fatto una breve visita ad Ai Weiwei domenica sera» aveva dichiarato Liu Xiaoyuan, un avvocato impegnato a favore dei diritti umani e amico dell'artista. Ai coniugi fu però vietato parlare sia della detenzione sia del motivo dell'arresto di cui Lu Qing continua dunque ad essere all'oscuro. Ignoto era anche il luogo in cui avvenne l'incontro, anche se secondo l'avvocato non si tratta del luogo di detenzione. L'arresto aveva sollevato un coro di critiche da parte della comunità internazionale per cui l'accusa di reato economico avrebbe rappresentato solo un pretesto utilizzato dal governo, laddove Ai incarna una delle numerose vittime cadute nella tela della repressione del dissenso.

Un giro di vite diventato più serrato negli ultimi mesi a seguito delle «proteste dei gelsomini» pro-democrazia organizzate a fine febbraio a Pechino e a Shanghai sulla falsariga di quelle magrebine. Da allora il governo centrale ha ordinato l'arresto, il fermo o la deportazione nei campi di rieducazione di decine e decine di dissidenti, attivisti, intellettuali e artisti incolpati di «sovversione ai danni dello stato».

Ma, in realtà, analizzati caso per caso, gli arrestati sembrano essere accomunati solo dallo stesso sguardo critico con cui osservano l'operato del governo cinese.

Ai Weiwei, nato nel 1957, è un architetto e artista cinese celebre in tutto il mondo, tra l'altro padre dello Stadio nazionale delle Olimpiadi cinesi, il Nido d'uccello. Weiwei era stato arrestato il 3 aprile all'aeroporto internazionale di Pechino, mentre stava per partire per Hong Kong per partecipare all'inaugurazione di una mostra delle sue opere. Ai è figlio di Ai Qing, un popolare poeta «rivoluzionario» anche lui vittima di persecuzioni da parte degli estremisti dell'estrema sinistra cinese, è uno dei dissidenti più «scomodi» per il regime di Pechino.

La sua opposizione al potere cinese è cominciata gradualmente ed ha raggiunto il punto di non ritorno quando, nel 2008, l'artista si è impegnato al fianco delle vittime del terremoto del Sichuan. Migliaia di terremotati hanno infatti denunciato i costruttori e i loro protettori politici, accusandoli di aver costruito al risparmio e senza rispettare le regole di sicurezza le scuole che, crollando, hanno provocato la morte di migliaia di giovani.

Ai Weiwei aveva aiutato le famiglie delle vittime ad organizzare un censimento dei giovani deceduti nel crollo delle scuole e per questo aveva subito pesanti intimidazioni da parte della polizia cinese. Per denunciare la situazione nello Sichuan, nel 2009 l' installazione 'Remembering' dell'artista cinese ha dominato la facciata della Haus der Kunst di Monaco con i suoi 9000 zainetti colorati, simbolo dei tanti bambini morti a causa del sisma. La campagna di Ai Weiwei, le cui comunicazioni su internet sono seguite da migliaia di persone, ha messo in grave difficoltà il governo.

Nel 2009 l'artista ha subito dalla polizia del Sichuan un pestaggio che lo ha costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico al cervello. Negli anni seguenti Ai Weiwei si era sempre più allontanato dall«'ortodossia», spingendosi a criticare aspramente il governo per la condanna a 11 anni di prigione dell'intellettuale Liu Xiaobo, insignito nel 2010 del premio Nobel per la pace. Il 3 aprile scorso l'arresto per «crimini fiscali», oggi la liberazione per «buona condotta».

top