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2 nov 2011

Siria, balbettio arabo

La montagna ha prodotto il topolino.Al termine di un estenuante tira e molla tra Siria e Lega Araba il compromesso raggiunto sembra ancora più favorevole al regime di Bashar al-Assad che alla Lega Araba. Sono infatti cadute le principali proposte della Lega, avviare un dialogo tra regime e oppositori e avviarlo non a Damasco ma al Cairo. Restano gli impegni ad aprire le porte del paese ai media arabi e alle strutture della Lega per verificare l’effettiva cessazione delle azioni armate contro i manifestanti e la liberazione dei detenuti politici. Il dialogo per le riforme politiche e la ricostruzione nazionale risulta ridotto a prospettiva futura, senza date certe e soprattutto senza indicazione di una sede dove possa svolgersi.

La Siria si era opposta con fermezza all’idea di tenerlo al Cairo, e si era opposta anche all’ingresso sul suo territorio di osservatori internazionali per verificare la smilitarizzazione delle strade. Aveva proposto poi che il futuro “dialogo nazionale” avvenisse sotto gli auspici di Cina, Russia e Brasile, i paesi dimostratisi più comprensivi con Bashar.

Il cammino verso un “nuovo inizio” per la Siria è ancora lungo, il regime stringe i denti e resiste. La cosa importante però è che la controparte sia la diplomazia araba, che deve però dimostrare tela da tessere.

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