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27 dicembre 2011

A Homs 70mila in piazza, lacrimogeni
La Lega Araba non entra in zona calda

HOMS - L'opposizione siriana torna in piazza. Settantamila persone hanno manifestato a Homs, una delle città più colpite dalla repressione del regime di Bashar al-Assad, mentre gli osservatori della Lega Araba sono giunti in città per controllare l'effettiva attuazione del piano di pace elaborato dall'organizzazione panaraba. Secondo quanto riferisce Al Jazeera, gli ispettori avrebbero rifiutato di addentrarsi nel quartiere di Bab Amro perché nelle vicinanze venivano esplosi colpi d'arma da fuoco.

Stando alle informazioni fornite dagli attivisti per i diritti umani, le forze di sicurezza hanno cercato di reprimere la protesta attraverso il lancio di lacrimogeni e l'arresto di decine di persone. Ci sarebbe stata anche una sparatoria nel Circolo degli Ufficiali di Homs. Violenze si sono avute anche in altre località e il bilancio è di almeno 33 morti.

Ai manifestanti, radunati nel quartiere di Khalidiya, si sono aggiunti anche i partecipanti ai funerali di due civili uccisi ieri dalle forze lealiste. L'obiettivo della piazza è denunciare i crimini del regime contro la popolazione civile e attirare l'attenzione degli ispettori.

Gli osservatori della Lega Araba hanno incontrato questa mattina il governatore Ghassan Abdel Al e hanno visitato l'ospedale della città e alcuni quartieri teatro di violenti scontri. Le loro prossime tappe saranno le città di Idlib e Deraa, oltre alla capitale Damasco: l'obiettivo è porre fine immediata alle violenze, con il ritiro delle forze armate e il rilascio dei detenuti.

Il generale sudanese Mustafa al-Dabi, capo della missione, ha dichiarato che al momento il governo siriano si è dimostrato molto collaborativo nei confronti del piano di pace. La televisione di Stato siriana ha affermato che, nella zona di Karam az Zaytun, cinquemila manifestanti hanno circondato la delegazione, inneggiando all'esercito nazionale.

Secondo alcuni testimoni, il regime avrebbe ritirato alcuni carri armati dalle zone periferiche della città in previsione dell'arrivo della missione e hanno fatto sparire centinaia di cadaveri dall'obitorio, trasferendo i detenuti nelle basi militari cui gli osservatori non hanno accesso.

Intanto, nel corso della mattinata, un gruppo di terroristi ha sabotato un tratto del gasdotto a Raston, nei pressi di Homs, mentre, al confine con la Turchia, le forze speciali hanno ferito e ucciso diversi uomini armati, sequestrando armi, uniformi militari e falsi documenti d'identità.

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