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Repubblica TV - Spari sulla folla a Homs


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20 maggio 2011

Continua la protesta in Syria, migliaia in piazza, Almeno 27 i morti a Homs, Daraa e Damasco

Per il decimo venerdì consecutivo in molte città siriane la popolazione è scesa in strada con un ramoscello d'ulivo in mano o a torso nudo per protestare contro il regime. Almeno 27 morti a Homs, Daraa e Damasco

DAMASCO - Un ramoscello d'ulivo in mano o a torso nudo, per ostentare le loro intenzioni non violente. Migliaia di persone in Siria hanno risposto all'invito dei leader dei movimenti di protesta e sono scese in piazza, come tutti i venerdì precedenti, in diverse città per chiedere più democrazia e manifestare contro il regime del presidente Bashar Al-Assad. E anche questa volta, come la scorsa settimana 1, scontri e violenze hanno segnato la giornata di protesta. Almeno 27 manifestanti, tra cui un bambino, sono stati uccisi a Daraa, a Homs e a Damasco, da colpi esplosi dalle forze di sicurezza siriane. Lo riferisce l'attivista siriano Malath Aumran sulla sua pagina Twitter, citando testimoni oculari. La tv di Stato ha smentito la notizia, negando che si siano verificati scontri. Tra le città coinvolte dalla protesta, che si ripete per il decimo venerdì consecutivo, Banias e Qamisly. A Banias, città costiera siriana a nordovest di Damasco, le forze di sicurezza hanno tentato di impedire alla popolazione di recarsi in moschea per le preghiere del venerdì. Intanto il portavoce della Farnesina Maurizio Massari ha annunciato che si va verso sanzioni Ue che riguarderanno direttamente il presidente siriano Bashar al Assad. Il consiglio dei ministri degli Esteri europei che si riunirà lunedì a Bruxelles esaminerà infatti l'ipotesi di ampliare la lista delle persone soggette a sanzioni, comprendendo anche il presidente Assad.

Ancora vittime tra i manifestanti. Almeno 21 civili, tra cui un bambino di sette anni stando a quanto riportato da fonti mediche, sono rimasti uccisi dalle forze di sicurezza siriane che hanno aperto il fuoco contro i dimostranti anti-regime scesi in piazza nella città di Homs, in quelle meridionali di Deraa e Sanamin, e a Daraya, sobborgo a sud di Damasco. Lo riferiscono attivisti per i diritti umani e alcuni testimoni. Sulla sua pagina Twitter, Malath Aumran (Rami Nakhle) scrive: ''Alle 15:15 locali (le 14:15 in Italia) abbiamo la conferma di sette manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza''. Un altro attivista, che si firma con lo pseudonimo di ZaynSyr, elenca i nomi delle vittime. Poco più tardi il bilancio si è aggravato, portando a 27 le vittime, di cui almeno quattro sarebbero morte a Barze, quartiere periferico di Damasco. Ma la tv di Stato ha smentito la notizia.

A Damasco protestano in cinquemila. Oltre cinquemila persone starebbero manifestando nei pressi di Damasco contro il presidente  siriano Bashar al-Assad. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, citando un testimone, coperto da anonimato. La fonte ha anche denunciato le dimensioni della tragedia in atto nella zona di Tall Kalakh, vicino al confine con il Libano, dove da giorni le forze di sicurezza starebbero intervenendo per impedire  ai siriani di entrare in Libano e sfuggire alla dura repressione delle proteste antigovernative. ''A Tall Kalakh - ha detto - è in corso un  massacro''.

Tv, carri armati entrano a Maarrat. Carri armati siriani sono penetrati oggi a Maarrat an Numan, nel nord della Siria, una delle località dove nelle scorse settimane si erano registrate le manifestazioni anti-regime più massicce. Lo riferiscono testimoni sul posto citati dalla tv panaraba al Arabiya. Ci sarebbero alcune vittime.

Si manifesta anche a Daraa. Migliaia di persone stanno manifestando in modo pacifico contro il regime a Dael, località nella regione meridionale di Daraa, presidiata dai blindati dell'esercito. Lo riferiscono testimoni oculari citati dalla tv panaraba al Jazira, che ha trasmesso un filmato amatoriale pubblicato su Internet e che mostra il corteo di Dael.

Prigione in fiamme a confine Iraq, fuggono detenuti. Un numero imprecisato di detenuti è fuggito oggi da un carcere di Albukamal, nell'estremo est siriano al confine con l'Iraq, in seguito a un incendio della sede del governatorato, che ospita anche delle celle. Lo riferisce la tv panaraba al Arabiya. Le fonti affermano che i detenuti sarebbero stati liberati dagli abitanti di Albukamal che avrebbero così impedito la morte dei prigionieri all'interno dell'edificio in fiamme.

Sanzioni contro Assad. Sull'ipotesi di estendere le sanzioni al presidente siriano, ha spiegato Massari, "c'è già il consenso a livello tecnico" e ora la discussione passerà ai ministri degli Esteri dell'Ue tra i quali c'è  comunque "consenso" anche a livello politico. Di certo la riunione si chiuderà con conclusioni formali riguardo alla Siria. L'ipotesi è quella di estendere le sanzioni che hanno toccato già 13 personalità ad un'altra decina di persone che hanno rapporti con il regime siriano, tra i quali lo stesso Assad, che si fondano sugli stessi tre criteri delle precedenti. "Occorre fermare le violenze - ha detto Massari - aprire al dialogo nazionale ed avviare le riforme annunciate, fino ad ora non c'è stato ascolto all'invito dell'Ue e della Comunità internazionale in questo senso, le violenze sono continuate. Auspichiamo che queste precondizioni vengano realizzate altrimenti c'è il rischio di una chiusura definitiva della già stretta finestra di opportunità concessa alla Siria". "Le sanzioni alla Siria sono un messaggio. La Siria deve decidere prestissimo se imboccare la strada della svolta e delle riforme, oppure isolarsi dalla comunità internazionale", ha affermato il ministro degli esteri Franco Frattini oggi nel suo intervento alla Link Campus University.

Onu, quattromila persone fuggite in Libano. Sono circa 4mila le persone fuggite dalle violenze in Siria e giunte nel nord del Libano nelle scorse settimane, secondo le stime rese note oggi a Ginevra dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). In maggioranza si tratta di donne e bambini.     L'Unhcr ed i suoi partner - ha detto un portavoce - stanno lavorando con il governo libanese nelle zone di frontiera di Wadi Khaled e Tall Biri nel nord del Libano per aiutare le famiglie  fuggite dalla Siria. Secondo le autorità libanesi locali circa 1.400 persone sono giunte la scorsa settimana dalla città siriana di Tall Kalakh. Sommati agli arrivi già registrati dalla fine di aprile, le autorità locali stimano a circa 4.000 i siriani giunti recentemente in Libano, ha detto il portavoce. Tuttavia è difficile confermare un numero esatto delle persone fuggite dalla vioenta respressione delle rivolte anti-regime in Siria.

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