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28 ottobre 2011

Siria, decine di manifestanti uccisi
L'opposizione invoca una no-fly zone

DAMASCO - Non si fermano le manifestazioni e non si ferma la repressione in Siria. Anche oggi, alle manifestazioni anti-regime in tutti gli epicentri della rivolta all'insegna dell'inedito slogan 'per la creazione di una No-Fly Zone', le forze fedeli al presidente Bashar al Assad hanno risposto sparando ad altezza d'uomo e uccidendo, secondo attivisti, 40 persone.

Sul sito Internet del Centro di documentazione delle violazioni in Siria, legato ai Comitati di coordinamento locale degli attivisti anti-regime, è pubblicata una lista dettagliata delle vittime odierne. Diciannove civili uccisi tra Homs città e suoi dintorni nel centro della Siria, nove nella vicina regione di Hama a sud di Aleppo, tre in quella meridionale di Daraa e una in quella nord-occidentale di Idlib. Dal canto suo, l'agenzia ufficiale Sana riferisce del ferimento di un numero imprecisato di agenti delle forze dell'ordine da spari esplosi da uomini armati a Hama. Il Comitato della rivoluzione siriana, altra piattaforma di attivisti, parla di 40 uccisi, mentre l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) riferisce del ferimento, anche grave, di un centinaio di civili, e dell'arresto di circa 500 persone.

Come ogni venerdì da oltre sette mesi un massiccio dispiegamento di forze lealiste era presente sin da stamani nei pressi delle moschee dei quartieri a maggior rischio di proteste. All'indomani di un nuovo mega raduno filo-regime svoltosi a Latakia nel nord-ovest, le manifestazioni odierne sono state indette all'ordine di 'Chiediamo la creazione di una No-Fly Zone per la protezione dei civili'. Lo slogan è apparso su numerosi striscioni portati dai manifestanti e ripresi dai video amatoriali, pubblicati su Youtube, dei cortei di Hama, Homs, Daraa, Idlib, Duma, Saqba, Daraya, e persino a Damasco, nei quartieri di Midan e Barze.

Il Consiglio nazionale siriano (Cns), principale piattaforma di oppositori all'estero già sostenuta da Turchia, Francia e Stati Uniti, ha chiesto l'ingresso in Siria di osservatori arabi e internazionali e non ha escluso che in futuro possa invocare l'intervento militare straniero "a protezione dei civili". "Non vogliamo il ripetersi dello scenario libico, ma cerchiamo modi per proteggere i civili tramite uno scudo arabo o internazionale - ha detto Muhammad Sirmini, membro del Cns, citato dalla stampa panaraba - La No-Fly Zone limiterà le opzioni militari del regime, faciliterà le azioni dell'Esercito libero siriano e incoraggerà nuove diserzioni".

Dal sud della Turchia dove è ospitato e protetto dal governo di Ankara assieme ad altre decine di ufficiali dell'Esl, il colonnello Riad Assaad, sedicente comandante dei disertori siriani, ha oggi esplicitamente chiesto "l'invio di armi" ai suoi uomini operativi in Siria ("circa 10.000") "per far cadere il regime".

Dal canto loro, i ministri degli esteri arabi hanno denunciato "l'assassinio di civili" in un messaggio al presidente Bachar el Assad, chiedendogli di "prendere le misure necessarie" a proteggere la popolazione civile. "Il comitato ministeriale arabo ha espresso il suo rigetto per gli assassinii di civili che continuano in Siria esprimendo la speranza che il governo siriano prenda le misure necessarie a proteggerli", si legge nel messaggio reso pubblico.

 

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