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08 maggio 2011

Siria, i militari entrano a Tafas e Homs
nei rastrellamenti ucciso un 12enne

AMMAN - Le forze di sicurezza siriane sono entrate nella città meridionale di Tafas, non lontano da Deraa, per settimane culla della rivolta anti-regime. Almeno otto i blindati penetrati all'alba nella città, che conta 30mila abitanti. Testimoni hanno raccontato che ci sono stati colpi d'arma da fuoco e che l'esercito e gli agenti di sicurezza hanno fatto irruzione nelle case per arrestare numerosi giovani. Venerdì Tafas era stata teatro di una manifestazione : migliaia di abitanti di un villaggio della pianura di Hauran, a cui era stato impedito di entrare a Deraa, avevano ripiegato su Tafas e avevano marciato scandendo slogan contro il presidente Bashar al-Assad. Nella stessa giornata c'erano state altre dimostrazioni, represse nel sangue in diverse città siriane, tra cui Deraa, dove ci sono stati decine di morti.

E truppe dell'esercito siriano, appoggiato da mezzi corazzati, sono entrate all'alba di oggi in alcuni quartieri della città di Homs, nel centro del Paese, mentre proseguono le operazioni nella località costiera di Banias. Lo hanno reso noto fonti delle organizzazioni per i diritti umani siriane. Dopo le vittime di ieri, oggi secondo l'emittente Al Jazeera, vi sarebbero stati altri 12 manifestanti uccisi. Tra questi anche un bambino di

12 anni, riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I militari di Damasco, appoggiati da carri armati, sono penetrati in nottata in tre quartieri della città, Bab Sebaa, Bab Amro e Tal al-Sour, roccaforti dell'opposizione, dopo avere tagliato l'energia elettrica e le comunicazioni telefoniche: secondo alcune testimonianze sarebbero in corso delle sparatorie. Isolata anche Banias, dove dei cecchini sarebbero appostati sui tetti delle case dei quartieri meridionali dove vivono oltre 20mila persone.

Almeno 22 persone sono morte negli scontri avvenuti ieri nelle due località: 16 manifestanti sono stati uccisi a Homs dalle forze di sicurezza che hanno aperto il fuoco su un corteo che cercava di dirigersi verso il centro della città, mentre sei persone - fra cui quattro donne - sono morte a Banias. Nella città di Hama, invece, circa quattrocento manifestanti hanno dato l'assalto agli studi della Tv di Stato.

Intanto, il governo siriano starebbe valutando l'ipotesi di una "Conferenza nazionale per il dialogo" che raggruppi partiti politici e personalità vicini al regime e dell'opposizione: è quanto riporta la rete satellitare araba Al Jazeera, citando fonti di stampa siriana. Fonti secondo le quali è previsto un mese di negoziati incentrati sulle riforme da varare e poi una conferenza per l'approvazione dei provvedimenti.

Ma il pugno duro del regime si abbatte anche penalmente sui dissidenti: Riad Seif, uno dei principali

esponenti dell'opposizione siriana, è stato incriminato dalla magistratura per aver violato il divieto di manifestazioni: lo ha reso noto il suo legale. Il 64enne Seif era stato arrestato venerdì nei pressi della moschea di Al-Hassan, nel centro di Damasco, dove aveva luogo una protesta antigovernativa alla quale partecipavano centinaia di persone.

Già in carcere dal 2008 al 2010 per aver firmato la "dichiarazione di Damasco" in favore della democrazia, era stato condannato a cinque anni nel 2001 con l'accusa di aver voluto "cambiare la Costituzione in modo illegale".

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