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11 giugno 2011

Gli Usa duri con la Siria
"Crisi umanitaria, accesso a Cri"

WASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno accusato il regime siriano si aver creato "una crisi umanitaria nella nord del Paese" con la feroce repressione in corso. E' quanto si legge in una dichiarazione della Casa Bianca in cui si chiede "al governo siriano di porre fine alle violenze e dare immediato accesso alla Croce Rossa Internazionale (ICRC) senza alcuna restrizione. Se i leader siriani non lo consentiranno dimostreranno ancora una volta il loro disprezzo per la dignità del popolo siriano".

La violenza però si sta intensificando nel nord del Paese. Gli abitanti di Jisr al-Shughour, città strategica sulla via tra Aleppo e il porto di Latakia, hanno denunciato un nuovo attacco nella notte di sabato: "I carriarmati sono arrivati da sud dopo aver bombardato in modo generalizzato e aver sparato con i mitra su tutta la città", ha raccontato un testimone alla Reuters.

Le unità dell'esercito siriano hanno arrestato alcuni leader delle "bande armate" accusate da Damasco di essere responsabili delle violenze compiute a Jisr al-Shughour. Lo ha annunciato l'agenzia d'informazione ufficiale siriana 'Sana'. Le autorità siriane hanno riferito che ieri otto tra civili e agenti di sicurezza sono stati uccisi da gruppi armati che hanno sfruttato le manifestazioni antigovernative in alcune città del paese. Damasco ha sottolineato che, su richiesta della popolazione, l'esercito ha iniziato da ieri mattina un'operazione a Jisr al-Shughour contro queste bande armate.

L'opposizione ha fornito, tuttavia, un quadro molto diverso di quello che sta accadendo nella città vicina al confine con la Turchia. Secondo gli attivisti, a Jisr al-Shughour nei giorni scorsi sarebbero stati giustiziati 123 agenti di sicurezza che avevano rifiutato di sparare sui rivoltosi. Per l'opposizione Damasco starebbe punendo la città per la ribellione. 'Sham', un gruppo di attivisti attivo su Facebook, ha riportato che stamani Jisr al-Shughur è ancora sotto il bombardamento dell'esercito siriano.

E' intanto salito a 4.300 il numero dei profughi siriani che hanno varcato il confine con la Turchia per fuggire alle violenze in corso nel loro paese. E' quanto ha riferito l'agenzia ufficiale turca 'Anadolu', citando il vice sottosegretario agli Esteri turco, Halit Cevik, secondo cui per il momento è impossibile fornire una stima attendibile su quanti siriani chiederanno asilo. Il sottosegretario ha comunque precisato che centinaia di siriani sono arrivati in Turchia nelle ultime 24 ore.

Nei giorni scorsi il premier turco Recep Tayyip Erdogan, stretto alleato del presidente siriano Bashar al-Assad, aveva affermato che il suo paese non ha intenzione di "chiudere le porte" ai rifugiati siriani e ha precisato che "quello che sta accadendo in Siria è molto triste, seguiamo la vicenda con preoccupazione". "Spero che il governo siriano assuma un atteggiamento più tollerante nei confronti dei civili, che attui riforme che convincano il popolo e spianino la strada al cambiamento", aveva dichiarato Erdogan.

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