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23/09/2011

Berlino, l'arrembaggio dei Pirati
di Nicola Sessa

Un po' figli di Marx, un po' di Steve Jobs, i Pirati non si limitano a chiedere maggiore libertà in rete e una rafforzata privacy digitale

Un manipolo di 15 pirati ha portato a segno un memorabile arrembaggio contro la vecchia politica dell'establishment nel parlamento della città-stato di Berlino. Non ci credevano neanche loro. La lista era composta da soli 15 candidati e quando domenica notte, mentre seguivano lo spoglio delle schede, hanno capito che viaggiavano intono al 9 per cento delle preferenze sono esplosi in un moto di festa. Tutta Kreuzberg, quartier generale del PiratenPartei, e quartiere "giovane" di Berlino ha festeggiato fino al mattino. Per un attimo c'è stato il pericolo che ai Pirati fosse assegnato addirittura un sedicesimo seggio al parlamento cittadino: ma, appunto, i pirati neanche ce l'avevano il sedicesimo candidato.

Sono giovani - il leader, Andreas Baum ha trentatré anni, gli altri 14 viaggiano tra i venti e i trenta -, colti e assolutamente "internet oriented". Un partito costruito in cinque anni che non ha neanche una sede fissa (si riuniscono in un pub di Kreuzeberg) e che conta su un migliaio di sostenitori, non poteva che scompigliare le carte della politica impolverata. I commenti dell'establishment sono i soliti di circostanza: per Angela Merkel solo un voto di protesta; per i socialdemocratici del Spd, solo scena e nessuna sostanza.

Ma Berlino non è certo una città frivola e se i Pirati sono stati in grado di far bottino di 17 mila voti dei Verdi, 14 mila dall'Spd, 13 mila dai comunisti del Die Linke e, soprattutto, hanno convinto 23 mila persone che mai si erano recati alle urne vuol dire che i Pirati la sostanza ce l'hanno.

Un po' figli di Marx, un po' di Steve Jobs, i Pirati non si limitano a chiedere maggiore libertà in rete e una rafforzata privacy digitale, ma hanno strappato molti argomenti ai loro diretti concorrenti: reddito minimo garantito per tutti, trasporti pubblici gratuiti (la mobilità è il fulcro della produttività), razionalizzazione delle classi scolastiche con un tetto di 15 studenti per professore, trasparenza nella pubblica amministrazione.

È ovvio che questi ragazzi devono colmare tante lacune in altri settori della politica, ma hanno un grande vantaggio sui loro avversari: mentre il sindaco (rieletto) Klaus Wowereit del Spd proclamava alla fiera dell'elettronica Ifa di non saper usare uno smartphone e di non averne dunque bisogno; mentre la politica tradizionale è affetta da una strana forma di internet-fobia, un pericoloso nemico da monitorare e controllare, i pirati hanno una percezione della situazione molto più reale e concreta. Internet è parte integrante della vita quotidiana che va dall'informazione, alla formazione, dallo svago alle interconnessione personali. Un potenziale enorme che non può essere limitato dal momento che - non è un'esagerazione affermarlo - oggi la democrazia trova il suo campo da gioco naturale in internet e non più nelle piazze.

Berlino è Berlino, il futuro: rappresenta ciò che New York rappresentava negli anni '70 e '80. Il successo dei pirati potrebbe dare il "La" che si diffonde in tutto Europa e la prossima prova è molto vicina: nel 2013 in Germania ci saranno le elezioni generali e i Pirati puntano diretti all'arrembaggio del Bundestag.      

 

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