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19 aprile 2011

R-esistere oggi
di Laura Tussi

R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacità di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali

La Resistenza non può essere intesa solo come un evento storico limitato agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, ma deve essere soprattutto un atteggiamento e un modo etico e morale permanente di porsi di fronte alle situazioni e agli eventi di rilevanza sociale e politica.

Guido Petter – storico, pedagogista e presidente onorario dell’Istituto Pedagogico della Resistenza di Milano – ha sostenuto a questo proposito principi sociali ed etici importanti ed imprescindibili. La memoria non deve essere un vacuo esercizio retorico, ma un processo di accrescimento culturale che coinvolga le scuole in percorsi e processi educativi, formativi, didattici che aprano al dialogo tra culture, tra generi e generazioni: memoria quale fattore propulsivo di consapevolezza dei diritti umani. La Resistenza  deve attivare una coscienza morale ed etica perenne.

Il padre costituente Pietro Calamandrei, in questo senso profondo intendeva l’espressione “ora e sempre Resistenza”. Come anche, in anni più recenti, il procuratore Borrelli incita a “Resistere, Resistere, Resistere”. I fratelli Rosselli, prima di rifugiarsi in Francia, dove dopo alcuni anni furono uccisi su mandato fascista, avevano fondato con Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e altri, un giornale clandestino, dal titolo emblematico “Non mollare!”. Ricordiamo anche che durante la lotta armata, le formazioni partigiane, anche dopo le sconfitte più dure, seppero ogni volta, riprendersi, riorganizzarsi e tornare a combattere. Resistenza non è solo memoria del passato, ma linfa ed esercizio del presente, come sostiene anche Moni Ovadia.

Il magistrato antimafia Antonino Caponnetto disse: “Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli”.

R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacità di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali. R-esistere oggi significa avere la capacità di indignarsi e prendere posizione, ieri contro il fascismo, attualmente contro la corruzione, il malcostume, le mafie, il terrorismo, il razzismo, le guerre, contro il degrado morale, sociale, politico e istituzionale.

Hessel, uno dei padri costituenti della Dichiarazione Universale dei diritti umani sancita a Parigi nel 1948, ha scritto, recentemente, un libro dal titolo “Indignatevi!”, che incita a prendere coscienza e posizione. R-esistere oggi significa avere la capacità di essere responsabili delle proprie azioni ed opinioni, per lanciare ponti di dialogo (Langer), messaggi di pace, per intessere reti di relazioni, per aprire varchi di speranza in un avvenire migliore, per un futuro dove il concetto di pace divenga la forma mentis di tutti i soggetti, di noi donne e uomini, di tutti i politici: proprio la pace per cui si sono battuti i partigiani antifascisti, perché la guerra finisse per sempre.

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