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il 9 nov 2011

Iran, se anche Goldberg ha dei dubbi…

E’ un articolo importante quello che Jeffrey Goldberg ha scritto sulla crisi iraniana. Innanzitutto perché lo ha scritto lui. Goldberg è un giornalista “di chiara fama”, uno dei principali sostenitori dell’invasione dell’Iraq, come poi accadde  nel 2003, e dell’esistenza di uno stretto rapporto  tra Al Qaeda e Saddam Hussein. I suoi legami con i vertici politici e militari israeliani sono noti e certamente strettissimi.

Ora Goldberg ha scritto un articolo molto importante sul possibile attacco all’Iran. Dopo aver precisato cosa significherebbe per Israele, Turchia e paesi arabi un Iran nucleare, Goldberg sottolinea che nessuno può sottovalutare l’inferno di fuoco che Hezbollah potrebbe scatenare per sbarrare la strada ai jet israeliani o per reagire alla loro aggressione, né l’enormità della reazione terrorista che questo attacco potrebbe generare in tantissimi paesi. Inoltre secondo Goldberg i jet israeliani potrebbero arrivare tardi, l’attacco preventivo potrebbe essere impossibile, perché  ”pulire” davvero l’Iran dalle installazioni atomiche potrebbe comportare migliaia e migliaia di morti. Il mondo condannerebbe Israele, l’Iran passerebbe come la vittima, tutti i moderati sarebbero zittiti e per Khamenei sarebbe un successo.

In questo quadro l’autore vede come decisivo il ruolo degli Stati Uniti. Solo Obama potrebbe salvare tutti, a cominciare da Israele. Ma come?  Neanche un attacco americano avrebbe esiti diversi, ma minacciarlo seriamente, fino in fondo, potrebbe essere l’unica soluzione, perché solo una minaccia mortale potrebbe spingere gli iraniani a cedere e fare retromarcia senza bisogno che un attacco abbia realmente luogo. Questo dice “il falco” Goldberg.

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