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09/02/2011

Iran, opposizione chiede di manifestare solidarietà a proteste arabe
di Martina Lacerenza

I due principali leader dell'opposizione iraniana, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karubi, in questi ultimi giorni hanno chiesto il permesso al governo per organizzare una manifestazione pacifica il 14 febbraio prossimo, per esprimere solidarietà alle proteste civili e ai movimenti sorti per la libertà del popolo di Tunisia ed Egitto contro i regimi che li governano.


"Chiediamo l'autorizzazione ad invitare la popolazione a manifestare il 14 febbraio a sostegno delle rivolte di questi due Paesi musulmani", scrivono Mousavi e Karubi, in una lettera ufficiale indirizzata al ministro dell'Interno Mostafa Mohammad Najjar. Lo si apprende dai siti dell'opposizione, come ad esempio il sito Kaleme del leader Mir Hossein Mussavi, o come il sito di Radio Zamaneh, che sostiene scrittori persiani, studiosi islamici, iraniani e personalità di primo piano nel cuore della cultura iraniana, per favorire la divulgazione delle loro opinioni e l'espressione dei loro pensieri.

Le autorità iraniane hanno sempre respinto le autorizzazioni a manifestare richieste dai leader dell'opposizione da quando il grande movimento di protesta seguito alla contestata rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad, nel giugno 2009, si diffuse in tutto il Paese provocando una durissima repressione della società civile. 


Proprio per questo motivo, dalla metà del 2010, Mousavi e Karubi hanno rinunciato ad indire manifestazioni non autorizzate: i due leader non vogliono fornire al potere il pretesto di replicare la repressione che ha colpito le marce del 2009. L'ultimo tentativo dell'opposizione di manifestare risale infatti all'11 febbraio 2010, a Teheran, in occasione delle grandi manifestazioni ufficiali indette per il 31esimo anniversario della Rivoluzione islamica. Recentemente, Mousavi aveva paragonato l'ondata di manifestazioni in Tunisia ed in Egitto proprio alle marce post-elettorali del 2009 verificatesi in Iran, che hanno fatto sprofondare il Paese in un delle più gravi crisi politiche della sua storia.

E' perciò evidente che le rivolte nei paesi arabi sono diventate in Iran una vera e propria partita politica. Da una parte l'istituzione della Repubblica Islamica di estrema destra, guidata dal leader supremo Ayatollah Khamenei, accusa i leader dell'opposizione di fomentare un movimento sedizioso volto a rovesciare il regime; e dall'altra l'opposizione definisce le proteste come un'estensione delle massicce rivolte di strada verificatesi nel 2009 per contestare la legittimità del governo di Mahmoud Ahmadinejad, poi represse con la violenza. In questo caso, però, lo stesso Khamenei si è pronunciato a favore delle rivolte in Tunisia ed Egitto, arrivando a paragonarle allo spirito di cambiamento degli anni della Rivoluzione Islamica. Come negare, adesso, l'autorizzazione?
Ad ogni modo in queste ultime ore un gruppo di sostenitori Movimento Verde iraniano, ha creato su Facebook la pagina 25Bahman a sostegno della manifestazione prevista per il 14 Febbraio, che in poche ore ha raccolto già oltre 12mila iscritti: Bahman 25 è la data che nel calendario iraniano coincide appunto con il 14 Febbraio. La popolazione civile sta sfruttando cioè i social network di Internet, come Facebook e Twitter, per lanciare il suo messaggio. Su queste pagine del web verranno pubblicati, minuto per minuto, tutti gli annunci e gli ultimi sviluppi relativi alla manifestazione proposta: il governo non ha infatti ancora formulato alcuna risposta ufficiale alla richiesta del permesso di manifestare. 

Dal 2009 gli iraniani che hanno tentato di protestare pacificamente in difesa dei loro diritti sono stati sistematicamente schiacciati dalla reazione violenta delle forze di sicurezza. La Repubblica islamica ha continuato ad arrestare e condannare i manifestanti nel corso dell'ultimo anno, accusandoli di aver cospirato per rovesciare il regime nel Paese. L'opposizione ci tiene però a precisare che i manifestanti non sono alla ricerca di un cambiamento di regime, quanto piuttosto di concrete riforme popolari. 

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