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15 febbraio 2011

Knesset: Boicottaggio alla Gogna

Oggi il Parlamento israeliano discute il disegno di legge che definisce “criminale” qualsiasi attività critichi le politiche di Israele nei territori occupati. Anche una pagina su face book che invita i consumatori a boicottare i prodotti delle colonie sarà considerata illegale.

Gerusalemme, 15 febbraio 2011, Nena News - La Commissione Costituzione e Diritto della Knesset, il Parlamento israeliano, terrà oggi una seduta speciale per discutere l’istituzione del ‘Boycotting Bill’, un disegno di legge che prevede la criminalizzazione di qualsiasi azione critica o attività che mira a mettere in discussione le politiche di Israele nei territori occupati palestinesi. Una legge destinata a colpire tutti coloro  che avviano, incoraggiano o forniscono assistenza o informazioni sulle campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. 

Si tratta di una prima seduta, ma da mesi le organizzazioni israeliane in difesa dei diritti umani hanno definito il disegno di legge “un passo ulteriore verso processi legislativi anti-democratici”. La legge infatti bolla come “attività di natura criminale” qualsiasi azione che metta in discussione le politiche che Israele porta avanti nei territori occupati e nei confronti della popolazione civile palestinese, con l’accusa che tali attività possono incoraggiare o supportare il boicottaggio di Israele. 

I cittadini israeliani o residenti di Israele potrebbero essere citati in giudizio da chi è stato leso dal boicottaggio (aziende, compagnie, singoli proprietari), trovandosi costretti a pagare una ammenda fino a 30.000 shekel (circa 7,700 dollari) senza che l’accusa presenti alcuna prova del danno arrecato; in più la parte “offesa”  potrà chiedere che venga pagato un importo supplementare attraverso una causa di tipo civile, a  seconda del danno stabilito dai tribunali israeliani. 

Il disegno di legge venne introdotto la scorsa estate in Parlamento, su iniziativa della destra nazionalista, da 25 parlamentari e in particolare dai deputati Ze’ev Elkin (Likud), David Rotem (Israel Beitenu), e Daliya Izzik (Kadima),  per criminalizzare tutte le attività di boicottaggio o persino sostegno al boicottaggio all’interno o all’esterno di Israele. In realtà il disegno di legge è stato avviato dalla lobby Land of Israel presso la Knesset, ricevendo da subito un ampio appoggio dai membri dei diversi partiti politici.  La legge è già stata approvata al Parlamento in prima lettura lo scorso 14 luglio e ha generato immediato sdegno e proteste tra gli stessi attivisti israeliani, perché mette a repentaglio la sopravvivenza di molte organizzazioni, tra cui la coalizione israeliana di Donne per la Pace, New Profile, Boicottaggio dal di dentro (Boycott from Within).

Oltre a criminalizzare le associazioni e ONG israeliane, la legge ha come obiettivo le associazioni e i singoli residenti arabi di Israele che condividono e partecipano ad attività di boicottaggio delle merci prodotte da aziende israeliane che si trovano  su territorio palestinesi. E mira anche ad agire come deterrente nei confronti degli accademici israeliani che hanno aderito alla campagna internazionale di boicottaggio accademico.

E’ in particolare la formulazione vaga del disegno di legge, a preoccupare le associazioni israeliane, dal momento che estende la definizione delle attività bollate come “a sostegno del boicottaggio”, criminalizzandole, ad un’ampia serie di iniziative che normalmente una ONG o un’associazione in difesa dei diritti umani porta avanti; in questo modo la  pubblicazione di informazioni riguardanti le violazioni dei diritti umani perpetrate da Israele nei territori palestinesi, il monitoraggio dell’espansione delle colonie così come la pubblicazione di mappe delle colonie, o semplicemente una pagina su face book che sostiene la BDS, diventeranno attività illegali e quindi perseguibili dalla legge.

 Eilat Maoz, coordinatrice della Coalizione delle donne per la pace, ha dichiarato ieri in un comunicato stampa: “Si tratta di un ulteriore passo, dal momento che il governo non è ancora soddisfatto con la già presente persecuzione delle organizzazioni di sinistra ma cerca appunto di mettere a tacere i cittadini e di rendere illegale qualsiasi atto di protesta”. Nena News

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