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05/10/2011

A rischio il diritto di informare e di essere informati

Intercettazioni: il Pdl forza la mano e porta al voto parlamentare la proposta di egge con un emendamento che censura notizie e intercettazioni, aggiungendo carcere per i cronisti.

Un blitz. Un colpo di mano. Le espressioni da guerra lampo hanno campeggiato per ore sulla notizia dell'approvazione da parte del cosiddetto gruppo dei nove in Commissione giustizia del divieto di pubblicare il contenuto delle intercettazioni fino al momento dell'udienza filtro. Con un obiettivo preciso: approvare il disegno di legge entro la prossima settimana per farlo votare 'in tempi rapidissimi' al Senato. Polemica anche per una proposta di modifica che porta la firma di Manlio Contento (Pdl) e che riceve il parere favorevole del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo: carcere da sei mesi a 3 anni per i cronisti anche per le intercettazioni considerate irrilevanti. è la cosiddetta 'legge bavaglio', che già Berlusconi aveva provato a far passare nel 2010.

Il colpo di mano del Pdl ha portato alle dimissioni di Giulia Bongiorno da relatrice del disegno di legge. L'avvocata ha spiegato che il testo che si stava concordando era arrivato a una discreta mediazione, ma che basta che 'Berlusconi schiocchi le dita? E tutto viene rimesso in discussione'.

Per la norma chiamata 'ammazza-blog', che ha scatenato la clamorosa protesta di Wikipedia Italia, trovato un compromesso: l'obbligo di rettifica nelle successive 48 ore dalla richiesta riguarderà solo le testate registrate e non tutti gli altri blog amatoriali.

Al Pantheon la protesta di piazza, Federazione nazionale della stampa in testa. Un disegno di legge che devasta ancora di più l'immagine dell'Italia nel mondo, lo ha definito il segretario generale della Fnsi Franco Siddi: "Mandateci pure in carcere. Questo è un presidio che chiamerà altre piazze". Sono pronte manifestazioni, obiezione di coscienza - se dovesse passare la legge - e ipotesi referendarie, oltre ai ricorsi alla Corte Costituzionale e alla Corte dei Diritti dell'uomo a Strasburgo.

È tutto uno sfilare, in questi giorni, di opinioni di magistrati e uomini dello Stato - prefetti, per esempio - che dicono a chiare lettere che le intercettazioni sono necessarie. Mentre anche le aperture che sono venute da importanti nomi della magistratura - uno su tutti quello di Ilda Bocassini - sono state addirittura snobbate. Il voto a maggioranza ha rotto gli equilibri e porta su una strada stretta e pericolosa per quanto riguarda il diritto di cronaca, il diritto a essere informati, l'evitare censure odiose. D'altro canto l'accendere questo caso permette di gettare cortine fumogene su altri che pressano un governo guidato da un presidente del consiglio chiamato ad andarsene non più solo dalle opposizioni, ma con editoriali al curare di testate come Sole 24 ore e Corriere della Sera.

Occhi puntati al Quirinale, i tempi si avvitano pericolosamente su tutti i fronti.