Food Politics
2012-11-23

Il forum mondiale di Berlino lancia l’allarme sulla gestione dei suoli
di Mauro Rosati

Il problema della gestione del suolo è un’emergenza di portata planetaria che può essere ormai considerato alla pari di quelli forse più noti – tristemente – come la fame nel mondo, l’emergenza idrica e l’inquinamento ambientale. Un’ emergenza che abbiamo potuto vedere anche in questi giorni con l’alluvione in Toscana. Troppo spesso si è portati ad enfatizzare nei media criticità, importanti, come questa, solo nei momenti che si evidenziano gli effetti più tragici per poi tornare nel silenzio.

In questi anni lo scempio del suolo non è stato solo quello  visibile ad occhio nudo con l’urbanizzazione selvaggia, ma anche quello dell’inquinamento “invisibile”; la troppa chimica utilizzata per produrre sempre di più, la contaminazione dei fiumi e delle falde che inevitabilmente “ammalano” terra ed acqua.

Proprio in questi giorni scienziati, esponenti dei governi, del mondo degli affari e della società civile hanno partecipato a Berlino al Global Soil Week’s, la “Settimana mondiale del Suolo”, il il primo forum interamente dedicato al tema dello sfruttamento sostenibile dei terreni. Obbiettivo dell’iniziativa è quello di migliorare la governance globale delle risorse limitate del suolo, al fine di garantire suoli sani e produttivi per un mondo all’insegna della sicurezza alimentare e per garantire la funzionalità dell’eco-sistema.

L’evento è stato voluto fortemente dalle più importanti organizzazioni del mondo come Commissione europea, la FAO, lo United Nations Environment Programme , lo United Nations Convention to Combat Desertification, oltre all’impegno del governo tedesco. Sono queste infatti le principali organizzazioni che a livello mondiale sostengono l’importanza di una gestione adeguata dei suoli al fine di contrastare una serie di fenomeni che sono ad essa direttamente correlati, come le disastrose calamità naturali, l’approvvigionamento idrico e alimentare, la vivibilità urbana, ecc.

Gli obiettivi da perseguire secondo gli esperti: la creazione e la promozione di una maggiore consapevolezza tra i decisori e le parti interessate sul ruolo chiave delle risorse del suolo per la gestione sostenibile del territorio e lo sviluppo sostenibile; affrontare le criticità riguardanti i suoli in relazione a temi quali la sicurezza alimentare e i cambiamenti climatici; fornire una guida alla conoscenza sui i suoli e alla ricerca attraverso una piattaforma comune di comunicazione globale che comprenda anche le sfide reali locali; stabilire un network attivo ed efficace per affrontare le vari questioni che trasversalmente riguardano la gestione dei suoli; ed infine sviluppare le linee guida di una governance mondiale per la protezione e la produttività sostenibile del suolo.

L’Italia sembra già muoversi su questa strada, grazie all’intervento del governo e alla sua approvazione, in via preliminare, del disegno di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo, su proposta dei Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, per i beni culturali, Lorenzo Ornaghi, e dello sviluppo economico, Corrado Passera. In coerenza con quanto si promuove e richiede a livello internazionale, l’obiettivo del provvedimento è di garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate. Inoltre con essa s’intende promuovere l’attività agricola che si svolge su di essi, la quale consente di poter gestire il territorio e contribuisce a diminuire il rischio di dissesti idrogeologici.

Sino a poco tempo fa, cuore della politica sul territorio erano i contesti urbani, mentre oggi, gradualmente ma in modo costante, diventano sempre più importanti i contesti extraurbani: è proprio qui che si effettuano le scelte politiche e si gioca il cuore dello sviluppo. La vera ricchezza non è più data dai contesti urbani ma dal surplus delle risorse territoriali; sono queste che qualificano un comune e un territorio.

Per tutelare il territorio non serve solo la consapevolezza politica; ed è ancora poca per dirla tutta. Serve lo sforzo collettivo: pratiche agricole corrette, scelte alimentari più sostenibili, sano utilizzo dell’acqua, raccolta differenziata, e tante altre cose. Solo così si difende la terra “ perché non la ereditiamo dai nostri padri, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli”.

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