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19/09/2012

Land Grabbing in Camerun, a Rischio le Foreste

Le foreste del sud-ovest del Camerun rischiano di essere distrutte per far posto a una delle più grandi piantagioni di olio di palma dell’Africa. Ma le comunità locali non ci stanno. La denuncia è contenuta in un rapporto dal titolo “The Heracles Debacle”, stilato dalle organizzazioni ambientaliste Oakland Institute e Greenpeace.

Il documento punta il dito contro la società americana Herakles Farms e la sua filiale Sg Sustainable Oils Cameroon (Sgsoc), che nel 2010 hanno firmato accordi per l’affitto di terre con il governo di Yaoundé.

Gli accordi in questione, che hanno già provocato un’alzata di scudi della popolazione locale, non sarebbero rispettosi della legislazione nazionale e internazionale in materia di sfruttamento di terreni forestali e agricoli. “C’è molto da temere – ha dichiarato Frédéric Mousseau, direttore dell’Oakland Institute al quotidiano Journal du Cameroun – perché di recente la società si è ritirata dal processo di certificazione dell’industria dell’olio di palma a tutela di uno sviluppo sostenibile. Questo ci preoccupa per il futuro delle risorse naturali locali: dovranno essere disboscati 73mila ettari di foreste, una superficie che corrisponde a sette volte l’estensione della città di Parigi”.

“Il caso Herakles – sottolineano gli autori del rapporto – è emblematico del fenomeno sempre più diffuso del land grabbing in Africa”.

In particolare vengono contestate le condizioni troppo vantaggiose concesse alla società americana che per un periodo di 99 anni pagherà per l’affitto di un ettaro di terra non più di un dollaro l’anno. La società usufruirà anche di un’esenzione fiscale per 10 anni e di un’esenzione doganale per tutta la durata del contratto di affitto. “E’ una vera truffa per i camerunesi – si legge ancora nel documento – e un disastro per l’ecosistema: stanno portando avanti il progetto senza il consenso dei locali, tenuti all’oscuro dei progetti della società. Non è certamente radendo al suolo ettari di foreste e proprietà agricole che si lotta contro la fame, la povertà e che si tutela l’ambiente”.

In merito al progetto lo scorso aprile era arrivata la denuncia del Centro per l’ambiente e lo sviluppo, un’organizzazione non governativa camerunense. In tutto più di 25mila persone, residenti nella zona da decenni, saranno costrette a spostarsi, non potendo più coltivare liberamente le terre, né attingere alle ingenti risorse forestali locali.

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