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16 Settembre 2012

Mantenere una forte concentrazione sul cambiamento climatico
Sara Jerving intervista Bill McKibben
traduzione di Giuseppe Volpe

Bill McKibben, fondatore del gruppo internazionale sul cambiamento climatico 350.org è uno dei principali attivisti sulla crisi del cambiamento climatico. Nel 2010 il Boston Globe lo ha definito “probabilmente il maggiore ambientalista della nazione”. Il Centro per i Media e la Democrazia (CMD), ha intervistato McKibben per chiedergli di parlare della situazione del movimento globale sul cambiamento climatico e delle attuali priorità di 350.org. McKibben sarà [è] a Madison, Wisconsin, per parlare alla “Fighting Bob Fest” il 15 settembre.

CMD: Sei stato una delle principali voci della resistenza alla costruzione dell’oleodotto Keystone XL. Anche se il permesso per l’attraversamento del confine della conduttura Keystone XL è stato rimandato dall’amministrazione Obama, è cominciata la costruzione del segmento meridionale dell’oleodotto. Cosa devono sapere gli attivisti a proposito della situazione dell’oleodotto?

McKibben: La vittoria che abbiamo conseguito l’anno scorso è stata una vittoria temporanea. Immagino che tutte le vittorie ambientaliste siano temporanee, ma questa è stata più temporanea della maggioranza delle altre. Mitt Romney ha chiarito assolutamente che se vincerà le elezioni il suo primo dovere, nel suo primo giorno in carica, sarà di approvare l’oleodotto Keystone XL.  Barack Obama non ha detto, né in un senso né nell’altro, cosa farà, ma i segnali non sono particolarmente confortanti. Il Dipartimento di Stato USA non ha dato indicazioni che condurrà un’audizione estesa sui problemi climatici relativi alla conduttura. Non è un gran bel segno. La cosa che possiamo fare più efficacemente a questo punto è tentare di mantenere una forte concentrazione sul cambiamento climatico come problema. Per molti versi sarà la maggior decisione che egli prenderà riguardo al cambiamento climatico. Staremo a vedere cosa succederà. L’unica cosa che possiamo dire di sicuro è che Mitt Romney non vede l’ora di firmare questa cosa.

CMD: Perché il Keystone XL è un problema climatico così importante?

McKibben: L’oleodotto corre lungo un territorio sensibile e richiede che le persone lascino i campi e le fattorie. La buona gente del Texas proprio ora si sta battendo con forza per bloccare la costruzione del ramo meridionale che passerebbe attraverso le sue case e le sue fattorie.  In senso più ampio importa enormemente perché le sabbie bituminose del Canada sono il secondo serbatoio di carbonio della terra. Come ha detto Jim Hansen della NASA se riusciamo a bruciare tutta la sabbia bituminosa recuperabile lassù, allora è sostanzialmente “fine partita” per il clima. E’ un affare grosso. I campi petroliferi dell’Arabia Saudita sono la riserva di carbonio maggiore. Bruciare i campi petroliferi dell’Arabia Saudita ha già innalzato la temperatura del pianeta di circa un grado in più rispetto a ogni altra singola cosa sulla terra. Questo ci dà un buon motivo per non ricominciare tutto daccapo.

CMD: Tu hai fatto parte del movimento per contrastare la fratturazione idraulica o ‘fracking’. Perché il fracking è un tema cui dai priorità?

McKibben: Il fracking è veramente importante perché è questa scoperta di una nuova ondata di forme di energia basate sul carbonio quando già ne abbiamo già molto di più di quanto gli scienziati dicono che è sicuro bruciare. Sapendo questo, non ha senso andare a sventrare la campagna cercandone altro. Il gas naturale è un grande pericolo perché il metano ha perdite nel produrlo. Il metano è 23 volte più nocivo quanto all’effetto serra, molecola per molecola, di quanto lo sia l’anidride carbonica, di cui ci preoccupiamo tanto. Bruciare questo gas naturale sembra rimpiazzare grandi quantità di energie rinnovabili, ancor più di quanto rimpiazzi il carbonio. L’effetto netto sembra essere, semmai, che rende il cambiamento climatico ancor peggiore di quanto fosse prima. Sarò a Filadelfia per il ventesimo “Sdegno contro il gas di scisto”. La Pennsylvania è colpita più di ogni altro luogo, forse del mondo intero, dal fracking. Ne hanno avuto abbastanza. La gente è davvero pronta a darsi da fare.

CMD: Di recente hai scritto a proposito di come le condizioni metereologiche estreme che abbiamo sperimentato – ondate di calore, incendi, inondazioni e siccità estreme – sia ora la “nuova normalità” a causa del riscaldamento del pianeta. Pensi che i recenti eventi atmosferici abbiano accresciuto la consapevolezza del cambiamento climatico?

McKibben: Sì. I dati dei sondaggi mostrano che il numero degli statunitensi preoccupati per il cambiamento climatico è aumentato in misura spettacolare proprio l’anno scorso. Ora è il 72% della popolazione. In un certo senso come avrebbe potuto essere altrimenti? Tutto quel che si doveva fare era mettere il naso fuori dalla porta quest’estate per avere la sensazione che il mondo sta cambiando molto velocemente. Non sono affatto sorpreso che la gente si stia coinvolgendo di più. Un maggior coinvolgimento aumenta sempre la possibilità che abbia luogo un’azione concreta.

Ci stiamo preparando a lanciare una grande campagna di disinvestimenti per far sì che istituzioni come le università si liberino del loro portafoglio azionario delle società dei combustibili fossili. Queste società sono pericolose; sono forze canaglia. Hanno immesso molto più carbonio di quanto l’atmosfera possa assorbire, perciò dobbiamo fermarle. Sarà un compito difficile, ma penso che ne siamo capaci.

CMD: Perché pensi che ci sia stato questo aumento della disobbedienza civile e quanto è importante l’azione diretta nel progresso del movimento ambientalista?

McKibben: Penso sia molto importante. L’estate scorsa abbiamo organizzato a proposito dell’oleodotto Keystone XL quella che è diventata la più vasta azione di disobbedienza civile in questo paese da trent’anni a questa parte, con 1.253 arrestati. Sono molto felice di vedere che questo tipo di azione si è diffuso. Ci sono stati altri che lo hanno fatto prima, la gente contro la rimozione delle cime montane, eroi come Tim DeChristopher. L’idea si è diffusa ed è una buonissima cosa.

CMD: Come valuteresti il lavoro del presidente sull’ambiente? Come si confronta questa amministrazione con l’amministrazione Bush?

McKibben: Riguardo all’ambiente è meglio dell’amministrazione Bush. Ma poi, sai, io ho pure bevuto più birre di mia nipote quattordicenne. Non era poi una grande asta da saltare. L’amministrazione Obama è stata molto confusa sui temi dell’energia e dell’ambiente ed è stata un po’ una vergogna vedere il potere che l’industria dei combustibili fossili ha esercitato su questa amministrazione. Immagino che la questione rilevante al momento sia come sarà in confronto all’amministrazione Romney, ed è stato triste vedere Romney schernire, nel suo discorso alla convention, l’idea stessa che qualcuno possa tentare di lavorare alla salute del pianeta.  Anche se rieleggeremo Obama penso che il tipo ovvio di messaggio sia che non possiamo semplicemente starcene seduti ad aspettare che lui faccia la cosa giusta. Dobbiamo forzare lui e le industrie negli anni a venire perché loro non faranno da soli la cosa giusta. Direi che a questo punto la cosa è abbastanza chiara.

Penso che l’amministrazione cambierà solo se costruiremo movimenti per farla cambiare. I politici vanno pressati perché sia fatto quello che va fatto. Speriamo di riuscire a costruire tale pressione.

CMD: 350.org è un’organizzazione globale. Puoi parlarci di qualche movimento promettente all’estero per combattere il cambiamento climatico?

McKibben: C’è una quantità di buoni movimenti attivi in giro per il mondo. Stiamo combattendo questo enorme impianto a carbone in Kosovo; il fracking in Sudafrica. In tutta Europa c’è gente che lavora a questi temi. E’ eccitante da vedere. La volontà della gente in tutto il mondo di portare avanti questa lotta è la mia motivazione. Specialmente la volontà di popoli in luoghi che non hanno fatto nulla per causare il problema. Fino a quando loro vorranno combattere penso di non avere altra scelta che di battermi insieme con loro.

McKibben sarà [è] a Madison, Wisconsin, il 15 settembre per la “Fighting Bob Fest”. Questo evento annuale porta avanti la tradizione di Robert “Fighting Bob” La Follette realizzando un forum per le idee progressiste. Saranno presenti anche collaboratori di CMD per parlare del nostro progetto ALEC Exposed.

 


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/keeping-a-strong-focus-on-climate-change-by-bill-mckibben

Originale: Prwatch.org

 

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