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10 novembre 2012

Cambiamento climatico: la ‘terrificante matematica’ presto vicino a casa vostra
di Common Dreams Staff
traduzione di Giuseppe Volpe

Meno di ventiquattr’ore dopo la vittoria di Barack Obama martedì, nella campagna per la rielezione, un nuovo genere di campagna stava partendo in un auditorio che ha registrato il tutto esaurito nel centro di Seattle.

Agli attivisti del clima di 350.org non è necessariamente interessato chi abbia vinto le elezioni martedì. Il loro piano post-elettorale – in preparazione da molto tempo – è consistito nel prendere direttamente di mira l’industria dei combustibili fossili. Il gruppo afferma del tutto schiettamente che per costruire il movimento che ritiene necessario, occorre un tipo di campagna molto diverso, una campagna che prenda lo spunto dalla scienza e – in un senso molto specifico – dalla matematica.

“Ci stiamo schierando contro l’industria più potente della storia del mondo,” ha affermato il co-fondatore Bill McKibben da Seattle, prima della manifestazione di avvio della campagna, “Ma giochiamo per vincere.”

La questione della matematica, secondo il gruppo e meglio espressa nel recente articolo di McKibben pubblicato su Rolling Stone dal titolo “Global Warming’s Terrifying New Math[La terrificante nuova matematica del riscaldamento globale] sta nel fatto che ci sono più combustibili fossili (quasi 2.230 gigaton di troppo) che le industrie vogliono che i consumatori acquistino e brucino di quanti gli scienziati del clima affermano che sia sicuro bruciare se si vuol vivere in un pianeta la cui struttura biologica ed ecologica assomigli a quella del pianeta su cui viviamo oggi.

Anche i governi più conservatori del mondo sono d’accordo sul fatto che il riscaldamento globale dovrebbe essere limitato a non più di due gradi centigradi. Gli scienziati affermano che per conseguire tale obiettivo possiamo emettere soltanto ulteriori 565 gigaton di anidride carbonica nell’atmosfera. Ma l’industria dei combustibili fossili ha nelle proprie riserve 2.705 gigaton di anidride carbonica, quasi cinque volte di troppo, e ogni giorno spende milioni di dollari a cercarne altra.

“Ciò che questa matematica dimostra è che l’industria dei combustibili fossili è un’industria canaglia,” ha affermato McKibben. “Si può avere un bilancio in utile nel campo dei combustibili fossili, o un pianeta relativamente sano ma, ora che conosciamo le cifre, pare che non possiamo avere entrambe le cose.”

Poiché nessuno dei due candidati alla presidenza né dei maggiori partiti politici ha mostrato il sufficiente senso di urgenza imposto dai pericoli del cambiamento climatico, il gruppo ambientalista ha deciso di portare il proprio messaggio direttamente nelle città di tutto il paese, in un tour in 22 città statunitensi dal titolo “Fate i conti”, che ha avuto il suo via ufficiale a Seattle mercoledì sera.

In parte dibattito in stile TED [Ciclo di conferenze della Fondazione Saplings, non a fini di lucro, per ‘diffondere idee che meritano di essere conosciute’ – n.d.t.], in parte assemblea in vecchio stile revivalista, il tour ha già registrato il tutto esaurito nelle prime quattro tappe sulla costa occidentale e anche in molte della costa orientale. Concentrato sul coinvolgimento degli studenti come parte di una campagna di disinvestimenti di nuova attivazione, il tour farà anche fermate in grandi città universitarie come Madison (Wisconsin), Durham (North Carolina) e Boulder (Colorado).

In un video registrato per il tour ‘Fate i conti’, l’arcivescovo anglicano sudafricano Desmond Tutu, che ha vinto il Premio Nobel per la Pace per la sua opera nel movimento contro l’apartheid, ha spiegato la logica di rivolgersi ai disinvestimenti come strategia chiave per combattere il cambiamento climatico.

“Il movimento dei disinvestimenti ha svolto un ruolo chiave nel contribuire a liberare il Sudafrica. Le imprese hanno capito la logica del denaro anche quando non erano persuase dai dettati della morale,” afferma Tutu. “Anche il cambiamento climatico è un tema profondamente morale, naturalmente. Qui, in Africa, assistiamo alla spaventosa sofferenza della gente per il peggioramento della siccità, per i prezzi del cibo in ascesa, per le inondazioni, anche se la gente non ha fatto nulla per causare questa situazione. Una volta di più, possiamo unirci come mondo ed esercitare la pressione dove conta.”

Definendola “un’industria canaglia”, McKibben afferma che le più grandi compagnie mondiali del petrolio, del carbone e del gas hanno riversato centinaia di milioni di dollari nelle recenti elezioni e afferma che l’unico modo per contrastarne l’influenza (e la ricchezza) è che chi ha a cuore la salute attuale e futura del pianeta “diventi più creativo, più coraggioso, e più audace che mai.”

Cominciare il giorno dopo l’elezione è intenzionale, ha spiegato McKibben. “Il Congresso si è essenzialmente trasformato in un braccio di servizi al consumatore per l’industria dei combustibili fossili, tenendo a bada gli ambientalisti per vent’anni con l’equivalente, da parte della cerchia politica di Washington, di scadente musica di sottofondo. E’ ora di parlare direttamente agli amministratori.”

La scrittrice e attivista Naomi Klein – membro del consiglio di amministrazione di 350.org che apparirà anche lei di persona o in video in ciascuna tappa del tour – scrivendo immediatamente dopo la devastazione causata dall’uragano Sandy, ha affermato che porre in atto una pressione diretta sulle imprese che stanno aggravando il cambiamento climatico è una necessità assoluta. “Questa società ha dimostrato di voler bruciare cinque volte il carbonio che le stime più prudenti affermano essere compatibile con un pianeta vivibile. Abbiamo tirato le somme e semplicemente non possiamo permetterglielo.”

“Ci troviamo in una corsa contro il tempo,” ha proseguito la Klein. “O questa crisi diventerà un’occasione per un salto evolutivo, un riaggiustamento olistico del nostro rapporto con il mondo della natura, oppure diventerà l’occasione del maggior capitalismo selvaggio della storia umana, lasciando il mondo ancor più brutalmente spaccato in vincitori e vinti.”

Fondato nel 2008, 350.org ha organizzato giornate internazionali d’azione sollecitando i leader mondiali a prendere sul serio la minaccia del riscaldamento globale. E nel 2011, 350.org ha contribuito a condurre una campagna vincente per spingere il presidente Obama a negare il permesso di costruire l’oleodotto Keystone XL, subendo l’arresto di 1.253 persone presso la Casa Bianca in agosto e poi circondando la proprietà con 15.000 persone a novembre.

“Negli ultimi tre anni abbiamo imparato molto su come usare Internet per coordinare una rete di base distribuita,” ha dichiarato il cofondatore e direttore esecutivo di 350.org, May Boeve. “Quest’anno affronteremo l’industria dei combustibili fossili da ogni lato: disinvestimenti dei campus, mobilitazioni di massa e campagne in rete.”

Parlando al Seattle Times,  McKibben ha descritto come il collasso, due anni fa, delle leggi sul cambiamento climatico ha rivelato la profonda e sinistra influenza della lobby dei combustibili fossili sui dirigenti eletti di Washington.

“Emerge che Obama non può fare le cose da solo,” ha affermato McKibben. “Le forze dello status quo sono state troppo forti. Dimostra l’enorme potere di questa gente. Ha agito dietro le quinte. E questo il motivo per cui stiamo facendo questo, per cercare di liberare un qualche spazio.”


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: http://www.zcommunications.org/another-city-is-possible-an-interview-with-david-harvey-by-david-harvey

Originale: Common Dreams

 

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