http://www.wwf.it
21 giugno 2012

Rio+20: il commento finale del WWF sul Vertice

22/6/2012 - Occasione sprecata. ma lo sviluppo sostenibile ha già messo radici e crescerà nonostante la debolezza dei leader politici a Rio. In coda: la lettera alle Nazioni Unite in cui la società civile prende le distanze dal testo finale.

Alla chiusura dei negoziati di Rio+20 (il 21 giugno alle ore 22 italiane)  il direttore generale del WWF Jim Leape, ha dichiarato:

“Rio+20 era una Conferenza sulla vita; sulle future generazioni; sulle foreste, gli oceani, i fiumi e i laghi da cui tutti noi dipendiamo per avere cibo, acqua ed energia. Era una Conferenza per affrontare la pressante sfida di costruire un futuro che ci possa sostenere.

“Sfortunatamente, i leader del pianeta riuniti qui hanno perso di vista questa urgente motivazione. Ma l’urgenza di agire non è cambiata. E la buona notizia è che lo sviluppo sostenibile è una pianta che ha messo radici; crescerà nonostante la debole leadership politica qui a Rio.”

“Abbiamo visto dei leader farsi avanti a Rio, semplicemente non è stato nell’ambito dei negoziati: un’emozionante leadership cresce nelle comunità, nelle città, nei governi e nelle imprese che stanno gettando le fondamenta per proteggere l’ambiente, alleviare la povertà e portare il pianeta verso un futuro più sostenibile.”

“Abbiamo bisogno di azione ovunque: da individui, villaggi, città, Paesi, piccole e grandi imprese e movimenti e organizzazioni della società civile. Dobbiamo tutti prenderci la responsabilità che i leader del pianeta hanno fallito a Rio. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi e sperare che siano utili ad aprire lo spazio politico per portare a termine un processo multilaterale come Rio+20.”

Sull’Europa, Mariagrazia Midulla, responsabile policy Clima ed Energia WWF Italia, che ha seguito i negoziati a Rio, ha aggiunto:

“L’Europa si é presentata a Rio con proposte relativamente ambiziose, pure ben poche di queste proposte sono sopravissute nel testo finale. E’chiaro che il ruolo della UE é cambiato nel contesto globale, e che oggi le economie emergenti hanno assunto un ruolo politico nuovo e primario. Per questo, l’autorevolezza politica europea non puó che risiedere nella forza dell’esempio. Come WWF, dunque, sfidiamo la UE: dopo Rio, non solo bisogna comunque cercare di costruire sui pochi risultati ottenuti, ma soprattutto bisogna applicare le proprie posizioni a livello europeo, nel concreto. La green economy e’ anche la ricetta per far fronte alla crisi economica: sarebbe suicida continuare con una logica emergenziale senza avere una prospettiva. Per far questo, occorre non cedere alla tentazione di rattoppare l’esistente, se é in contraddizione con la propria visione. Questo vale a livello europeo, per esempio nelle discussione sul budget e sulla politica di coesione che determineranno i prossimi investimenti della comunitá, ed é valido a livello nazionale, in Italia: desta quindi davvero scandalo la notizia dell’autorizzazione concessa dal Governo alla centrale a carbone di Saline Joniche, inutile ed estremamente dannosa per il clima, per la salute e per le stesse prospettive economiche della Calabria, che ha enormi potenzialita’ nell’economia verde. Davvero non un bell’esempio per il paese, per l’ Europa e per il mondo intero”. 

Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia, ha concluso:

“Quarant’anni fa a Stoccolma e vent’anni fa al primo Summit di Rio de Janeiro, i leader del pianeta non avevano a disposizione la straordinaria conoscenza scientifica che oggi abbiamo, su come la specie umana stia riducendo i sistemi naturali che sono alla base della nostra sopravvivenza e del nostro benessere. Non a caso tutta la comunità scientifica internazionale ha ripetutamente allertato il mondo politico ed economico sulla consapevolezza che l’intervento dell’uomo è ormai equiparabile alle grandi forze geologiche che hanno modificato il pianeta in 4,5 miliardi di anni. La vittima della nostra stessa forza è la civiltà umana. I leader  si sono lasciati sfuggire l’opportunità di indicare una nuova strada per impostare un nuovo modello economico che ci consenta di vivere nei limiti di un solo pianeta.”

top