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30/05/2012

La Vita ci Ha Messo 10 Milioni di Anni per Riprendersi dall'Ultima Estinzione di Massa

«Ci sono voluti circa 10 milioni di anni per la Terra per riprendersi dalla più grande estinzione di massa di tutti i tempi»: a rivelarlo è la ricerca "The timing and pattern of biotic recovery following the end-Permian mass extinction", pubblicata su Nature Geoscience.

Zhong-Qiang Chen, della Università cinese di geoscienze e Michael Benton, della School of earth sciences dell'Università britannica di Bristol, spiegano che «Le conseguenze della grande estinzione di massa del periodo fine-Permiano di 252 milioni di anni fa dimostra come la vita possa riprendersi dalla perdita di >90%  di specie a livello globale. La crisi è stata innescata da una serie di shock fisici ambientali (riscaldamento globale, piogge acide, acidificazione degli oceani e anossia dell'oceano), ed alcuni di questi si sono ripetuti nel corso dei seguenti 5-6 milioni di anni. Gli ammonoidi e alcuni altri gruppi si sono diversificati rapidamente, entro 1-3 milioni di anni, ma le estinzioni continuarono per tutto il primo periodo del Triassico.

Gli ecosistemi del Triassico sono stati ricostruiti gradualmente dal basso verso l'alto attraverso i livelli trofici nella prima metà del Triassico, e uno stabile ecosistema complesso non riemerge fino all'inizio del TriassicoMedio, 8- 9 milioni di anni dopo  la crisi. Un aspetto positivo del recupero è stato l'emergere di gruppi completamente nuovi, come i rettili marini e i crostacei decapodi, così come nuovi tetrapodi terrestri, compresi, alla fine, i dinosauri. Il recupero graduale della vita nel Triassico avrebbe potuto essere ritardato sia da parte dei drivers biotici (complesse interazioni multispecie) o da perturbazioni fisiche, o da una combinazione di entrambi». 

Quindi la vita è stata quasi spazzata via dal nostro pianeta 250 milioni di anni fa e oggi gli scienziati discutono molto di come e quanto velocemente abbia saputo recuperare  da questo cataclisma. A quanto pare la vita ci ha messo molto tempo a riprendere possesso, con la sua multiforme varietà, del pianeta Terra. Apparentemente, i due motivi del ritardo erano l'intensità del picco della crisi e le persistenti condizioni di "inabitabilità" dopo la prima ondata di estinzione. Chen spiega: «E' difficile immaginare come tanta parte della vita abbia potuto essere uccisa, ma non c'è dubbio, grazie ad alcuni dei fantastici strati di roccia in Cina e altrove il giro del mondo, che questa sia stata la più grande crisi mai affrontata dalla vita».

La nuova ricerca dimostra che le difficili condizioni per la sopravvivenza della vita sul nostro pianeta continuarono, con "raffiche" di estinzioni, tra i 5 e i 6 milioni di anni dopo la crisi iniziale, con ripetute crisi di aumento del carbonio e di diminuzione dell'ossigeno, global warming ed altri effetti negativi.

Però, alcuni gruppi di animali marini e terrestri si ripresero rapidamente e cominciarono a ricostruire i  loro ecosistemi, subendo però subito ulteriori passi indietro. In queste prime fasi la vita non aveva recuperato veramente, perché non erano stati ristabiliti ecosistemi solidi e permanenti. Benton sottolinea che «La vita sembrava tornare alla normalità quando un'altra crisi l'ha colpita e l'ha nuovamente reimpostata. Le crisi del carbonio si sono ripetute molte volte, poi finalmente le condizioni sono diventate di nuovo normali dopo circa 5 milioni di anni».

Solo dopo che le crisi ambientali hanno cessato di essere così gravi, sono emersi gli ecosistemi più complessi. In mare sono comparsi prima nuovi gruppi, come i granchi e le aragoste ancestrali, così come i rettili marini, costruendo la base dei "moderni" ecosistemi così come oggi li conosciamo. 

Benton aggiunge: «Spesso vediamo le estinzioni di massa come interamente negative, ma anche in questo caso più devastante, la vita ha recuperato, dopo milioni di anni, e sono emersi nuovi gruppi. L'evento ha re-impostato l'evoluzione. Tuttavia, le cause della strage - il riscaldamento globale, le piogge acide, l'acidificazione degli oceani - oggi ci suonano stranamente familiari. Forse possiamo imparare qualcosa da questi antichi eventi».

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