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2 gennaio 2012

«Non comprate quei caccia F5» Dal Pd all'Idv monta il coro di no

«Con i 15 miliardi che si potrebbero risparmiare cancellando l'acquisizione degli f-35 jsf si potrebbero fare molte cose: ad esempio costruire duemila nuovi asili nido pubblici, mettere in sicurezza le oltre diecimila scuole pubbliche che non rispettano la legge 626 e le normative antincendio, garantire un'indennità di disoccupazione di 700 euro per sei mesi ai lavoratori parasubordinati che perdono il posto di lavoro». Fanno i conti in tasca al governo le oltre quaranta associazioni che hanno lanciato la campagna "Sbilanciamoci" contro l'acquisto dei 131 bombardieri f35 da parte del ministero della difesa. 

La raccolta firme su www.sbilanciamoci.org «chiede al governo di destinare i fondi risparmiati alla garanzia dei diritti dei più deboli ed allo sviluppo del paese investendo sulla società, l'ambiente, il lavoro e la solidarietà internazionale». venti miliardi di euro (15 per il solo acquisto e altri 5 in parte già spesi per lo sviluppo e le strutture di assemblaggio) la cifra di cui si parla in un momento, sottolineano le organizzazioni, in cui le manovre approvate porteranno gravi conseguenze sui cittadini. questa seconda fase della campagna, denominata «taglia le ali alle armi!» è partita nel settembre scorso. nella prima, erano già state raccolte 19.900 adesioni online, 16.000 firme cartacee e 388 adesioni di organizzazioni.

Ma il mondo delle associazioni non è l'unico a chiedere un ripensamento all'esecutivo di Monti. Molte le voci che si alzano anche dai banchi della politica.

IGNAZIO MARINO

«Si vogliono eliminare gli sprechi? Basterebbe un deciso taglio degli armamenti - spiega il senatore del Partito Democratico -. Abbiamo mantenuto l'impegno di spesa di 29 miliardi di Euro per 121 aerei da caccia, 131 F-35 e 100 elicotteri da combattimento NH90: con il solo costo di due cacciabombardieri F-35 si potrebbero trovare fondi per il sostegno dei giovani precari oppure sostenere investimenti per la ricerca e l'innovazione».

ANTONIO DI PIETRO

«Noi dell'Italia del Valori denunciamo quest'assurda situazione da mesi, ma ancora qualche settimana fa, quando il ministro della Difesa ammiraglio De Paola ha detto che a tagliare le spese militari non ci pensava proprio, nessuno tranne noi aveva fiatato. Adesso - prosegue - è lo stesso ministro ad ammettere che anche per le Forze armate ci vorrebbe un pò d'austerità. Purtroppo, però, alle sue belle parole è probabile che seguano pochi fatti. Il ministro, infatti, vorrebbe risolvere il problema licenziando. Con 40-50mila militari in meno ci sarebbe un bel risparmio. Glielo va a spiegare lui, poi, a quelle decine di migliaia di persone e alle loro famiglie come sopravvivono una volta che saranno rimasti senza stipendio. Comunque lui stesso ha poi aggiunto che quei licenziamenti sono impossibili. Per fortuna, diciamo noi. Quello che, invece, il ministro non vuole fare assolutamente è tagliare le spese per le armi. Abbiamo ordinato 131 caccia bombardieri F-35».

NICHI VENDOLA

Il governatore della Puglia, in un messaggio su twitter, fa sue le parole di Elettra Deiana: «Le Forze Armate sono sovradimensionate, costano troppo, ci sono troppi soldati e soprattutto troppi ufficiali e sottoufficiali: così più o meno il Ministro della Difesa Di Paola nel suo messaggio di fine anno. In tutto180 mila militari, spese record, sprechi, inefficienze, privilegi ingiustificati. Ridurre e modernizzare il personale? L’idea del ministro è questa, insieme salvando, ovviamente, i sistemi d’arma, gli F35, la missione in Afghanistan. Tagliare da una parte – se si taglierà – per avere più risorse da destinare agli armamenti e alle missioni. Il rischio è questo. Da contrastare».

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