http://www.unita.it
27 novembre 2012

L'appello: mailbombing
pacifista contro i caccia F35
di Rachele Gonnelli

Mailbombing contro i cacciabombardieri F35 e le spese militari. La Tavola della pace e molte associazioni: inviate una mail ai deputati. CLICCA QUI.

Mailbombing contro le bombe, o meglio contro i cacciabombardieri. La Tavola della pace ha lanciato la sua sfida per il taglio delle spese militari, unica voce di fatto non intaccata in periodo di spending review e tagli “lacrime e sangue” per il welfare. Insieme a tutta una serie di associazioni della società civile – tra cui Libera, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, ma anche gli studenti della Rete della Conoscenza, la Cgil Legambiente, Pax Christi - ha lanciato un nuovo appello ai deputati contro l’approvazione del disegno di legge delega di revisione dello strumento militare presentato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola.

“Grazie alla nostra pressione - spiega Flavio Lotti coordinatore della Tavola della pace - il Senato ha modificato questo provvedimento impedendo ai generali di trasformarsi in mercanti d’armi e aumentando il controllo parlamentare sugli arsenali. Ma non basta.” Così le organizzazioni della società civile si rivolgono ora alla Camera dei Deputati e invitano tutti i cittadini a partecipare ad una nuova campagna di pressione, nello stile delle reti sociali di lobbing che si organizzano negli Stati Uniti. Si tratta di mandare dal proprio computer di casa un breve messaggio di posta elettronica a proprio nome a sostegno dell'appello. E inviarlo ai deputati della Commissione Difesa e ai Capigruppo della Camera che devono discutere ora il provvedimento.

Tutte le indicazioni su come partecipare a questo bersagliamento democratico di mail sono presenti sul sito www.perlapace.it : CLICCA QUI.

L'appello denuncia come il disegno di legge del ministro-ammiraglio Di Paola, mentre il governo taglia servizi e posti di lavoro nello Stato, conferma l'acquisto dei cacciabombardieri F35 e trasforma le Forze Armate in uno strumento da guerre ad alta intensità incompatibile con l’articolo 11 della Costituzione. E con ciò “costringerà i comuni alluvionati o colpiti da una catastrofe naturale a pagare il conto dell’intervento dei militari”. Mentre non prevede alcuna cancellazione degli sprechi e dei privilegi né una vera riqualificazione della spesa militare impegna 230 miliardi di euro di risorse statali per questo scopo nei prossimi 12 anni senza per altro aumentare di un solo grado la nostra sicurezza e invece aumentando di fatto la spesa pubblica e il deficit che poi tornerà a essere pagato, e a caro prezzo, dai contribuenti.

top