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giugno 15, 2012

Servizio civile e Dipartimento della Gioventù: non sia una fusione a freddo

Garantire al servizio civile nazionale «l'autonomia necessaria a evidenziare la sua identità» e non "declassarne" l'Ufficio con l'accorpamento nel Dipartimento della gioventù. E' quanto chiedono al Governo, con una interrogazione parlamentare (4-16529) presentata lunedì scorso, l'on. Donata Lenzi insieme alla collega on. Anna Margherita Miotto, entrambe del Partito Democratico, in merito all'ipotesi di fusione dell'Ufficio nazionale del servizio civile (Unsc) con il Dipartimento della Gioventù.

«In un periodo di grave crisi economica - ricordano Lenzi e Miotto - è giusto razionalizzare le spese dello Stato [...], ma la ripresa di uno Stato non può esserci solo attraverso una politica di tagli, bensì provvedendo a una serie di misure dirette a stimolare la crescita e renderla duratura, a cominciare dal capitale rappresentato dai giovani residenti nel nostro Paese». Le deputate del PD ricordano in merito come «il servizio civile nazionale, sulla base delle ricerche presentate da organismi indipendenti, produce sia capitale umano [...], che capitale sociale con un tasso di partecipazione alla vita sociale molto più alto della restante popolazione giovanile» e come «l'Unsc sia chiamato a promuovere e coordinare questa istituzione, che certamente incrocia le politiche giovanili, ma non si esaurisce in esse». Chiedono pertanto «quali siano gli orientamenti del Governo in relazione ai fatti riportati» e «se non ritenga che l'istituzione servizio civile nazionale debba mantenere tutta l'autonomia necessaria a evidenziare la sua identità», senza essere "declassato" a semplice ufficio di un futuro "Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale".

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