8 febbraio 2012

Al Ministro Riccardi chiedo una identità per il Servizio civile
di Antonino Drago

In Italia il Servizio Civile Nazionale è nato per l’opera degli 800.000 obiettori che, in assenza dello Stato e grazie all’aiuto di alcuni Enti, hanno saputo organizzare un Servizio Civile che è stato sicuramente tra i migliori di Europa. Ma essi aveva un progetto, quello concepito assieme agli obiettori alle spese militari: ottenere una prima istituzione statale di difesa alternativa. A seguito di una decina di sentenze della Corte Costituzionale sulla pari dignità della difesa non armata con quella armata, la legge 230/1998 l’ha istituita, facendo nascere l’Ufficio Nazionale del Servizio Civile (art. 8 lett. e); che ha, tra i suoi compiti, “la istruzione e la sperimentazione di una difesa civile non armata e nonviolenta”. Anche dopo la sospensione della leva, il Servizio civile è proseguito in forma volontaria con una legge che ha per prima finalità (l. 64/2001, art. 1, lett. a): “Concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari.” Quindi il progetto politico degli obiettori dava una finalità pubblica chiara al SC di Stato (lasciando spazio al SC delle Regioni per un SC per il welfare). Finalità ribadita dalla sent. Corte Cost. 228 del 2004. A seguito della quale è stato istituito (DCM 18/2/2004) un Comitato consultivo per la difesa civile non armata e nonviolenta.

Ma in realtà da dieci anni il SC è stato privatizzato a beneficio degli Enti di SC, che ricevono manodopera gratis a spese dello Stato, che ne ricava una blanda politica giovanile e una scusante per la sua quasi assenza nel sociale. Inoltre il Comitato non ha prodotto alcuna iniziativa sul campo (salvo, l’anno scorso, l’invio di sei SC.isti, ma in una zona neanche post-bellica: Albania).

Chiedo che venga onorato il debito che lo Stato ha maturato con gli obiettori e con le leggi parlamentari della nostra Repubblica. Non si dica che la prima finalità pubblica del SC, la difesa alternativa non ha proposte politiche adeguate?

Nel primo periodo di neanche un anno, il Comitato aveva elaborato più di trenta proposte, poi bloccatesi con la nuova e lunghissima presidenza del Comitato, la quale sostiene che il SC è solo solidarietà sociale. Oggi basterebbero poche proposte per incominciare ad ottemperare alla legge 64/01 art. lett. a e così riordinare in maniera pubblica questo cruciale settore di nuova politica:

- Stipulare con i SC.isti un contratto (temporaneo) che non sia anomalo e che ponga chiare finalità pubbliche.

- Nominare dei professionisti come consulenti per la difesa alternativa. L’attuale Ufficio Nazionale ha ben 29 consulenti (rispetto ai circa 100 impiegati); perché non nominare alcuni consulenti per la difesa alternativa, invece di nominare ancora una volta un Comitato di consulenza che si è rivelato una anticamera senza sbocchi?

- Sperimentare la difesa alternativa: con l’ONU. Perché cercare soluzioni provinciali, quando a livelli internazionale da più di mezzo secolo l’ONU ha fatto esperienza di tutte le situazioni conflittuali nel mondo portandovi una autorevole proposta, anche senza armi, per la pace? L’ONU prevede i Volontari dell’ONU, di livello inferiore rispetto al funzionariato. Il loro numero è limitato dalle scarse risorse. Ma d’altra parte la Carta dell’ONU richiede a tutti gli Stati di fornirgli parte delle truppe e del bilancio sulla difesa, senza che uno Stato l’abbia mai esaudita. Allora che l’UNSC incominci a versare all’ONU una somma specifica per un buon gruppo di Volontari dell’ONU, che inizino uno sperimentazione di difesa alternativa nel mondo. L’atto sarebbe molto significativo per incominciare per la prima volta al mondo a corrispondere alla richiesta dell’ONU, fornendo almeno personale non armato (quello che, si noti, è gli è più connaturato); e nello stesso tempèo iniziare ad attuare in concreto l’art. 11 della nostra Costituzione (“ripudio della guerra”). Allora anche il pakistano che, avendo ricorso per essere stato escluso dal bando 2012 per il SC perché non italiano, Syed, potrebbe partecipare a questo Corpo di Volontari ONU . La somma necessaria allo scopo non è affatto grande (40.mila $ l’anno per ciascun volontario ONU).

Il tutto richiede decisioni del tutto amministrative, senza dover aspettare nuove leggi. Inoltre i costi totali sono molto bassi (2 milioni di euro?) rispetto ai 68 del 2012.

Forse l’obiettivo politico di questa attuazione di legge appare troppo grosso allo Stato e alle forze politiche attuali? Ma allora si convochi democraticamente una Conferenza Nazionale che discuta pubblicamente sul tema (così come si fece a Venezia sull’altro grosso problema della programmazione energetica nazionale).  

Il Ministro Riccardi è un operatore di pace cattolico che è famoso nel mondo per aver  compiuto, ancor prima del 1989, più di una mediazione cruciale per la pace in vari Paesi del mondo (ad es. tra una guerriglia sanguinosissima e l’autorità statale pro-Occidente in Mozambico). Gli chiedo di mantenere una sua identità di pace operando conseguentemente anche in questa nuova e grande responsabilità statale 

Drago Antonino
Pres. Comitato Difesa civile non armata e nonviolenta dal marzo 2004 al genn. 2005, e docente di “Difesa civile non armata e nonviolenta” nel corso di laurea di “Scienze per la Pace” della Università di Pisa dall’a.a. 2001-2.

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