Città dell’Altra Economia

Roma, 24 maggio 2012
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IL GATTO E LA VOLPE ... BIO
E' stato pubblicato il risultato del nuovo bando che vuole cancellare il progetto della Città dell’Altra Economia

E' stato reso pubblico il risultato del bando di assegnazione della
Città dell'Altra Economia (CAE) per 6 anni indetto dall'amministrazione
comunale per mano dell'assessore ai lavori pubblici Ghera e dei suoi
faccendieri.

Il risultato rispecchia in pieno le previsioni, ovvero vince l'inciucio
 tra la destra politicamente più aggressiva e la 'realpolitik' di alcuni
 pezzi della sinistra e delle relative propaggini economiche.

Sotto la regia di Legacoop, abbiamo visto nascere e denunciato a
 mezzo stampa l'accordo a suo tempo raggiunto tra AIAB Lazio, Agricoltura
 Nuova, Cooperativa 29 giugno ed il braccio economico e sociale della
 destra rampelliana alla quale l'assessore ai lavori pubblici fa
 riferimento, ovvero la cooperativa Integra.

Un copione antico da prima repubblica e da spartizione di potere che
 cerca ora di nascondersi dietro il volto ed il lavoro dei molti
 produttori biologici che con onestà e trasparenza hanno in questi
 anni aiutato la Città dell'altraeconomia a divenire un punto di
 riferimento per molti cittadini romani.

Utilizzare la loro faccia per giustificare un accordo sporco e
 lesivo dell'immagine e della storia dell'economia solidale di
 questa città ci sembra offensivo ed arrogante.

La CAE ora e da più di due anni è animata da decine di realtà che
 dal basso ed in modo pubblico e partecipato hanno già scritto un
 progetto ed iniziato a realizzarlo. E' stato chiamato il progetto
 "CAE 2.0".

Chi arriva oggi alla CAE 2.0, vedrà già la nuova galleria d'arte
 del riuso e del riciclo M4, lo spazio di lavoro per le imprese
 dell'altraeconomia, la ciclofficina, la libreria tematica, il
 ristorante ed il bar bio, gli spazi di incontro e di lavoro delle
 imprese artigiane del territorio, il laboratorio di co-working per
 gli operatori culturali, l'installazione delle opere degli studenti
 dell'accademia di belle arti, il servizio navetta ad emissioni zero,
 il piazzale risistemato grazie al lavoro volontario dei cittadini romani.

Ma guardando meglio il calendario degli eventi ci si accorgerà del
 sostegno concreto e della partecipazione che a questo progetto hanno
 già dato e continuano a dare realtà come la CGIL Roma e Lazio,
 Legambiente Lazio, il WWF, Greenpeace, Slow Food, Teatro Valle,
 DinamoFest, la rete dei gruppi d'acquisto solidali, e molti altri.

Quello che sta avvenendo in questi mesi alla CAE è una piccola
 rivoluzione pacifica che ha saputo trasformare questo luogo in
 modo condiviso, partecipato e conviviale.  

Abbiamo ancora molto da fare per far si che la CAE sia riconosciuta
 dai romani come un altro spazio pubblico gestito dal basso. Ma vogliamo
 andare avanti. Roma ha bisogno di un luogo dove si possa fare e rifare
 altraeconomia. Delle ricette già pronte, scritte da pochi, all'ombra
 dell'inciucio con le destre, questo luogo non ne ha bisogno, non le
 riconosce come parte della propria storia, fatta di confronto e
 consenso, di ascolto e di condivisione. Prima ancora che di biologico
 o di energie rinnovabili.

Il Comune di Roma prima ci ha intimato di lasciare la CAE entro il 5
 giugno, ora sembra voler addirittura prorogare le attività attualmente
 esistenti fino al 31 luglio

Invece accadrà che a partire dal 5 giugno la CAE verrà riconsegnata
 interamente, da parte di chi ha sempre fedelmente creduto e seguito
 il progetto originario, alla cittadinanza attiva che sa costruire
 utopie concrete.


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