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22 Maggio 2012

Blockupy Frankfurt e la militarizzazione della democrazia
di Dario Lo Scalzo

Si è chiusa sabato 19 maggio in Germania una quattro giorni di mobilitazione organizzata dal movimento anticapitalista Blockupy Frankfurt, che ha riunito oltre 20.000 persone di ogni parte d’Europa. La protesta è stata l'ennesima occasione per dispiegare politiche repressive da parte di forze dell'ordine e istituzioni. Il tentativo, ormai condiviso dai 'poteri forti', sembra proprio quello di voler svuotare di significato lo stato di diritto, attraverso la militarizzazione della democrazia.

Si è chiusa sabato 19 maggio in Germania una quattro giorni di mobilitazione, che ha riunito oltre 20.000 persone di ogni parte d’Europa, organizzata dal movimento anticapitalista Blockupy Frankfurt. Una grande protesta paneuropea per esprimere il dissenso davanti alla roccaforte della finanza e della politica monetaria.

Nel programma delle giornate di azione una serie di manifestazioni ed atti dimostrativi pacifici per denunciare ed opporsi alle politiche neo liberiste, al governo delle banche e alla Troika (Unione europea, Fondo monetario internazionale e Banca Centrale europea), per l’appunto nella sede della Banca Centrale Europea.

Additata dai giovani manifestanti tra i principali responsabili delle recenti strategie di politica economica che stanno distruggendo lo stato sociale nel vecchio continente e che stanno imponendo l’austerità e una sorta di dittatura economico-finanziaria, la BCE, così come l’intera città di Francoforte, è stata letteralmente militarizzata dalle forze dell’ordine che hanno impedito ai giovani qualsiasi tipo di assembramento per le strade o nelle piazze durante l’intera settimana ed anche prima della grande manifestazione autorizzata dello scorso sabato.

Una vera e propria città di polizia, armata e provocatrice, che ha concesso davvero poco alla libertà di espressione e di movimento dei partecipanti e che per di più ha approfittato per sgomberate l’area occupata da circa sette mesi dal movimento Occupy Frankfurt.

Sebbene tutto sia globalmente filato liscio, tensioni, arresti dimostrativi e inevitabili scaramucce hanno accompagnato le giornate di protesta e il corteo della manifestazione di chiusura in cui oltre a gridare l’indignazione contro l’austerità generata dal sistema si è anche mostrata grande solidarietà alla Grecia ed ai suoi cittadini.

Contemporaneamente, il 20 maggio, in un altro continente - quello nordamericano - durante l’incontro dei grandi della Terra al summit Nato, a Chicago, migliaia di persone che marciavano pacificamente contro le guerre e contro l’Alleanza Atlantica sono state vittime dell’intervento delle forze dell’ordine: scontri, decine di arresti e feriti.

Da mesi, in ogni angolo del mondo, si delinea sempre più chiaramente una comune azione di repressione da parte dei governanti e del cosiddetto potere, che facendo spesso ricorso alla violenza come risposta a legittime preoccupazioni della gente, ha deciso di mettere in campo una precisa strategia della paura e della tensione con l’intento di svuotare di significato lo stato di diritto, i diritti fondamentali e la democrazia.

Si vive un momento di degenerazione e di scadimento delle forme democratiche a vantaggio dei pochi auto-elettisi condottieri del mondo. Degli abili prestigiatori che ammaliando le folle con la parola 'crisi' provano a giustificare ogni tipo di scelta e di azione (mai a loro svantaggio) che abbrutisce le menti e impone forti limitazioni degli spazi di libertà della cittadinanza, di chi proviene dal basso, di chi si fa espressione di un pensiero divergente non omologato.

Se l’arma del sistema dei poteri è la repressione della voce del popolo attraverso l’utilizzo della forza e con la strategia della paura, sembra evidente che è questa voce ad essere temuta e la sua azione propositiva e la potenziale concretezza a preoccupare.

C’è ancora spazio per un quieto vivere per tutti in questo pianeta sono solo l’avidità e l’insensatezza di pochi che ci impediscono di vedere le cose diversamente.

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