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21/7/12

Fiscal Compact, l’usura è legge: la libertà dell’Italia è finita

Oggi è un giorno nero, per la democrazia e anche per l’economia del nostro paese. Nel disinteresse più generale – anche dei leader politici, perché in gran parte non erano nemmeno presenti alla discussione – il Parlamento ha definitivamente approvato il Fiscal Compact. Io sono sicuro che la gran parte dei cittadini italiani non sanno neanche di che si tratti – non per colpa loro, ma perché nessuno li informa. Bene, il Fiscal Compact è una specie di accordo di usura della durata di vent’anni. Con questo accordo, noi sottoponiamo il nostro paese a un pacco di cambiali usuraie nei confronti della finanza internazionale. Ci impegniamo, cioè, per i prossimi vent’anni, a ridurre della metà l’ammontare complessivo del debito – oltre naturalmente al pagamento degli interessi, che continua.

Siccome il debito italiano è di circa duemila miliardi, ci impegniamo a ridurlo a mille, in vent’anni: sono 50 miliardi all’anno, che si aggiungono a tutte le altre manovre che ci stanno già affamando oggi. E’ una cosa catastrofica, che distrugge l’economia e, tra l’altro, distrugge anche la democrazia. Perché, se questo accordo viene applicato, nessun governo – non solo quello di adesso, ma nemmeno quelli che verranno dopo le elezioni – avrà più l’autonomia di decidere niente: dovrà solo trovare i soldi, dai cittadini, per pagare il debito. Una cosa mostruosa, che sta distruggendo l’economia in tanti paesi europei e adesso arriva anche da noi. Tutto questo avviene nel silenzio, senza l’informazione dell’opinione pubblica, e con manovre che vengono fatte esclusivamente per ottenere risultati di fronte alla finanza internazionale.

Monti ha portato lo scalpo dell’articolo 18 di fronte alla finanza internazionale d’Europa, ha portato quello delle pensioni, della spesa pubblica, dello stato sociale, della sanità, i licenziamenti nel pubblico impiego, e adesso porta la fine di ogni decisione libera e autonoma nel nostro paese sulle spese economiche. Una cosa mostruosa, ripeto, che avviene nel disinteresse più generale e nella cancellazione della stessa informazione nei confronti dei cittadini. Questo, proprio, è il segno della caduta della nostra democrazia. Dobbiamo provare a ribellarci, altrimenti non saremo come la Grecia: saremo peggio della Grecia, perché – almeno – loro stanno lottando.

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