Comune-info
18 settembre 2012

Speciale Decrescita Conferenza Internazionale

Vogliamo un mondo diverso, ripetono nelle lingue di tutto il mondo le donne e gli uomini che partecipano alla Conferenza internazionale della decrescita, ospitata a Venezia dal 19 al 23 settembre. E aggiungono: la decrescita per noi significa non solo protestare contro la dittattura della crescita infinita, ma soprattutto che non siamo più disposti ad aspettare, abbiamo già cominciato a sperimentare una conversione ecologica e sociale a tutti i livelli. Non ci fermeremo.

Come ha spiegato Paolo Cacciari, la base del movimento per la decrescita è costituita da una miriade di gruppi locali autonomi e molto diversi tra di loro, ma tutti impegnati nella ricerca di soluzioni capaci di accompagnare l’uscita dall’era del «dopo-sviluppo», «cioè di una situazione di crisi irreversibile dei modelli economici e sociali fondati sull’idea ingannevole dell’accrescimento indefinito dei profitti, dell’accumulazione monetaria, dell’intensificazione dei consumi delle risorse naturali e dello sfruttamento umano». A Venezia ci saranno anche persone poco convinte dall’espressione «decrescita», persone che pensano alla decrescita come un pensiero definito, quasi una scienza, una totalità da applicare (poche, per fortuna), e chi invece, a cominciare da Serge Latouche, sostiene che «decrescita» è prima di tutto uno slogan (a cui grilli insopportabili strizzano l’occhio), introdotto solo di recente all’interno del dibattito politico e sociale, ma le cui radici si perdono nel primo socialismo e nella tradizione anarchica rinnovata dal situazionismo (e nel pensiero più recente di teorici come Ivan Illich, André Gorz e Cornelius Castoriadis).

Di certo, si tratta di uno dei movimenti più radicali e pacifici di critica al sistema emerso negli ultimi anni in tutto il mondo (con differenze tra Nord e Sud) che pensa al fare sociale prima della sua teoria. Un movimento che mette in discussione ossimori (sviluppo sostenibile) e ricette del passato che hanno mostrato tutti i loro limiti (socialdemocrazia, green economy, economia sociale…). Un movimento che nelle sue pratiche, pur tra limiti e contraddizioni, ricostruisce una filosofia: per dirla con Gramsci, «gli uomini sono filosofi in quanto operano praticamente e nel loro pratico operare è contenuta implicitamente una concezione del mondo».

Insomma sono molte le ragioni che fanno di «Venezia 2012», un evento importante. Comune-info è media partner della conferenza, nel cui sito trovate il programma completo, mentre le plenarie della conferenza potranno essere seguite in streaming su Globalproject.info. On line potete leggere anche domande e appunti a proposito di decrescita, raccolti sotto forma di Faq, le Frequently asked questions. Per arricchire questo percorso suggeriamo di cliccare la tag «decrescita» all’interno di Comune-info.

Sono circa 700 le persone di 47 diversi paesi del mondo che si sono iscritte alla Conferenza per partecipare a queste cinque giornate di lavoro e discussione attorno ai temi della decrescita; 88 i relatori internazionali che intervengono, centinaia i volontari.

Ha scritto qualche anno fa Arundhati Roy: «Un altro mondo non è solo possibile, è in viaggio. Forse molti di noi non saranno qui ad accoglierlo, ma in una giornata tranquilla, se ascolto molto attentamente, posso sentirlo respirare…». Ad esempio a Venezia.

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