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25 gennaio 2012

Ode alla Grecia
di Bruno Giorgini

Scrive l’antico greco Solone: sono loro i cittadini impazziti per la fame dell’oro a distruggere pietra su pietra la forza della città e quelli che governano il popolo con in cuore grande malizia. Aggiunge Gramsci nel pensiero titolato“Rendre la vie impossibile” che si trova nel terzo quaderno dal carcere, citando Eugenio D’Ors: Il y a deux façons de tuer: une, que l’on désigne franchement par le verbe tuer, l’autre, celle qui reste sous-entendue d’habitude derrière cet euphémisme délicat «rendre la vie impossible». C’est le mode d’assassinat, lente et obscur, qui consomme une foule d’invisible complices. C’est un «auto-da-fé» sans «coroza» et sans flammes, perpétré par une Inquisition sans juge ni sentence.

Ci sono due modi di uccidere: uno designato francamente dal verbo uccidere, l’altro, che resta sottinteso d’abitudine dietro questo delicato eufemismo “rendere la vita impossibile”. E’ il modo di assassinare lento e oscuro, che consuma una folla di invisibili complici. Si tratta di un atto di fede senza falsa corona di cartone e senza rogo, perpetrato da una inquisizione senza giudice ne sentenza.

E’ ciò che sta accadendo contro il popolo greco: distruggerne la forza, anche e soprattutto quella morale, rendendogli la vita impossibile con l’Inquisizione finanziaria che giudica e sanziona il sacrilego debito. Inquisizione che vede a capo scoperto la cancelliera Merkel che governa il popolo europeo, almeno vorrebbe e tutto fa per, con grande malizia; e a capi coperti da neri cappucci banche, hedge found e altri strumenti di avidità e guerra di rapina contro i popoli europei, greci in testa. Li si affama, per farli non solo poveri sul mercato delle finanze, ma miseri e reietti peccatori sul piano sociale e dell’identità europea, essi stolti dissipatori e dilapidatori che si indebitarono oltre il lecito -dalla signora Merkel definito- mettendo a rischio “nientepopodimenoche” l’intera Europa, e il mondo, e l’euro e l’accumulazione di profitti, madre, ci raccontano, di ogni nostra prosperità e ben/essere, dio non voglia. Le cifre della depressione greca sono impressionanti. Disoccupazione ufficiale dell’ordine del 18percento e in crescita rapida, che per i giovani sale a oltre il 35percento, mentre oltre il 27percento dei cittadini sta intorno o al di sotto della soglia di povertà (7.178 euro annui a persona, 15.073 euro per una famiglia con due adulti e due ragazzi), e si stima attorno al 25 percento l’aumento del numero dei senza casa, circa 20.000, 25 000 persone. Intanto il numero dei suicidi nel primo semestre del 2011 è aumentato del 40percento, quaranta per cento. Ma dalle percentuali passiamo ai numeri interi, ai corpi. Medécins du Monde parla, da mesi, di crisi umanitaria nel centro di Atene, ci sono molte migliaia di bambini che non vanno a scuola, in alcuni ospedali mancano persino i disinfettanti e le garze, mentre i malati di cancro non ricevono più le medicine necessarie (questo succede anche negli Stati Uniti). Più di 400 mila nuclei familiari, secondo l’Istituto nazionale di statistica, sono rimasti senza alcun reddito perché nessuno dei componenti lavora più, mentre oltre 60 mila famiglie hanno fatto ricorso al tribunale chiedendo la regolamentazione dei loro debiti perché non più in grado di pagarli. Il numero dei poveri che usufruiscono delle mense comuni allestite dalla Chiesa ortodossa greca è aumentato ultimamente di 20 mila unità, come ha rivelato Maria Iliopoulou, direttrice del brefotrofio di Atene. In una intervista al sito online Newsit.gr, la donna ha affermato che nelle ultime settimane (23 dicembre 2011) “sono stati registrati circa 200 casi di neonati denutriti perché i loro genitori non sono in grado di alimentarli come si deve”, mentre gli insegnanti delle scuole intorno all’istituto da lei diretto fanno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni che non hanno da mangiare. Anche i maestri delle scuole elementari del Comune di Atene, sostiene Iliopoulou, ”ci chiedono i pasti per i loro scolari che non hanno da mangiare, in molte scuole la situazione è ancor più drammatica poiché alcuni bambini sono svenuti in classe in quanto denutriti”. L’Associazione insegnanti di Scuole elementari di Atene, ha denunciato il caso di un padre che si è tolto la vita in quanto non era più in grado di crescere i suoi tre figli. Come detto da alcuni insegnanti al quotidiano To Vima, la denutrizione degli alunni è un problema di massa che viene individuato più facilmente nelle scuole a tempo pieno: “Molti ragazzi vengono in classe senza il pranzo e dicono di averlo dimenticato a casa perché si vergognano di dire la verità”.

Da questa sommaria descrizione emerge una situazione in cui si distrugge ogni bene comune nel nome del sacro debito, colpa suprema del popolo, che va punito privandolo di scuole, medicine, cibo, casa, e dignità. Ovviamente anche la democrazia finisce abbattuta, come un uccello fucilato dai cacciatori che l’attendono al passo. Ricordate quando Papandreu, primo ministro, ebbe l’ardire di pensare a un referendum per chiedere al suo popolo che ne pensava dell’austerità prussiano europea: apriti cielo i media di mezzo mondo in prima pagina, e dell’altro mezzo in seconda, con governanti, tecnocrati, politici persin di sinistra ahimè, a accusarlo di voler mandare in rovina l’Europa, identificata nella Finanza “europea”, e con essa l’economia mondiale e alla fin fine il pianeta intero. Una campagna stampa ignobile si è scatenata e dura ormai da un paio d’anni contro il popolo greco, anche insospettabili progressisti la alimentano. Laddove così accade rischia di non esistere più un popolo. Quel popolo che la democrazia nella polis inventò oltre 2500 anni fa. Con tutti i limiti, esisteva la schiavitù, non avevano accesso all’agorà le donne, né le persone del contado, e a volte i filosofi critici non erano graditi potendo essere condannati a morte come Socrate. Ma vuoi mettere con la Germania, che lungo un secolo, dalla guerra franco prussiana del 1870, quando le sue truppe aprirono la strada al massacro dei comunardi parigini, fino alla seconda guerra mondiale sempre fu agente di guerre rovinose, nonchè genitrice, votandolo in maggioranza, di Hitler e del nazismo e del genocidio- e tra poco, il 27 gennaio, nel sessantasettesimo anniversario dall’apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, si celebra il giorno della memoria. Credevamo che Willy Brandt e Rudi Dutsche e Hans J. Krahl e Adorno e Marcuse e Horkheimer e Dany Cohn Bendit e persino Helmut Kohl e il grande cinema di Fassibinder, Herzog, Wenders, e la Berlino libertaria eccetera avessero prodotto anticorpi sufficienti contro la tentazione di egemonia, la tentazione di cercare in un modo o nell’altro la dimensione di una Germania uber alles, la tentazione del Reich. E vogliamo ancora crederlo, ovvero non vogliamo diventare antitedeschi, ma certo la signora Merkel non aiuta. Può pesare la sua biografia, attivista della gioventù comunista nella DDR, più precisamente membro del movimento giovanile “socialista” Libera Gioventù Tedesca e poi dell’amministrazione del distretto nonchè segretaria della sezione Agitprop (agitazione e propaganda) presso l’Accademia delle Scienze, mai dissidente se non un secondo prima della caduta del muro. Dopo l’unificazione aderì alla Democrazia Cristiana, forse naturalmente e inconsciamente più realista del re, cioè più capitalista dei capitalisti, e più mercatista dei mercanti, per ripulire la macchia originaria, però con la stessa concezione e culto della disciplina propria del Partito, probabilmente pure con la nostalgia del centralismo democratico. Comunque sia per capire bastano anche qui alcuni numeri. L’attuale trattativa tra le banche e il governo greco per una riduzione del debito vale tra 50 (cinquanta) e 100 (miliardi) di euro, a cui la BCE non partecipa, come Ponzio Pilato sembra lavarsene le mani. Le banche sono quelle stesse cui la BCE stessa non più tardi di qualche settimana fa ha elargito, con un bassissimo tasso di interesse, poco meno di 500 (cinquecento) miliardi di euro, la maggior parte dei quali neppure per sbaglio sono diventati credito per le attività produttive. Se poi andiamo negli SU “scopriamo che il “sistema debito” è un affare molto redditizio. Il sistema finanziario privato è un complesso di attori depositari di una serie di privilegi giuridici, politici, finanziari e economici. Questi attori sono grandi multinazionali con alla loro testa, o connesse con, grandi banche e potenti agenzie di rating. Questo sistema si è mobilitato per salvare le banche dall’imminente rischio di fallimento. La dimensione di questo salvataggio è stata rivelata il 21 luglio scorso dal senatore Bernie Sander che ha presentato i risultati di un audit realizzato dal Government Accountability Office (commissione di inchiesta del Congresso incaricata dell’esame della contabilità pubblica). Questo rapporto dimostra che la Federal Reserve (FED) fra il dicembre 2007 e il giugno 2010 ha speso circa 16.000 (sedicimila) miliardi di dollari per i piani di salvataggio, ammontare trasferito direttamente (e segretamente ndr) alle banche e alle grandi imprese, applicando un tasso di interesse vicino allo zero. L’audit di questa operazione deve proseguire perché mostra chiaramente come immensi debiti privati vengono trasformati in debiti pubblici(..) Una parte significativa dei “titoli sovrani” di questi paesi non rappresenta dunque un “debito pubblico” reale o una emissione di titoli destinati a creare risorse per il paese, ma semplicemente l’utilizzo deviato del meccanismo del debito per garantire fondi alle istituzioni finanziarie (per i principali beneficiari, secondo il rapporto, di queste erogazioni della FED vedi allegato)”( tratto dalla relazione presentata da Maria Lucia Fattorelli al Seminario sull’audit del debito organizzato a Liegi il 12 e 13 dicembre scorso dal CADTM, il Comitato per l’annullamento del debito del terzo mondo (www.cadtm.org).

La scadenza che secondo la vulgata appare come un incubo è il rifinanziamento del debito greco per un valore di 14.4 miliardi di euro che vengono a scadenza nel prossimo mese di marzo, cioè le briciole di quanto gli istituti finanziari hanno in pancia. Eppure per queste briciole, e per i propri enormi profitti, si vuole mettere in ginocchio un popolo, una nazione e una civiltà. Sub specie di rigore, austerità e altre sedicenti virtù morali, proprie dei popoli del Nord, i popoli celtici oggi germanici e assimilati, virtù estranee, va da sé, ai debosciati popoli del Sud. Rigore e austerità che vanno imposti, tramite l’UE, braccio armato della finanza, l’Europa dei banchieri, poco o nulla democratica, ma non importa. E il documentario greco Debtocracy (orribile neologismo) ha un titolo che non lascia dubbi circa il contenuto: per gli autori, il debito è il moderno principe in democrazie, come quella greca, che non riescono più a espletare funzioni altre che quella della soddisfazione delle istanze dei creditori. Per cui del debito bisogna sbarazzarsi, e un modo è quello dell’audit, cioè l’indagine sul debito, le sue componenti, le sue origini, le dinamiche che ne hanno generato la crescita esponenziale, a chi è convenuto, chi si è ingrassato, chi ha speculato. Un audit che ne misuri la legittimità. Perché è totalmente falso, fino al ridicolo, che responsabili siano le spese per le pensioni, la scuola, la sanità. Un lavoro di ricerca che dovrebbe essere compito delle istituzioni (negli SU ci sono apposite commissioni parlamentari), ma che in Europa, chissà perché, cioè il perché si sa, non fanno, e quindi tocca alla polis e alla civitas, oggi diciamo: la società civile, indagare, investigare, ricercare, scavare. Come in Grecia succede, creando un movimento di cittadini che insorgono contro la menzogna, e svelando la menzogna indeboliscono la dittatura della finanza, ricostituiscono un primo bene comune, la verità, la vecchia rivoluzionaria di gramsciana memoria. Infine, a fronte dell’arcigna e cupa visione della vita, tutta disciplina, obbedienza, rigore, austerità, proposta dalla signora Merkel, e derivati, è proprio il caso di dirlo, quanto più generosa e ricca è la vita pensata dai Greci, sintetizzata dal kalos kai agathos, il bello e il buono, uno dei cuori della civiltà ateniese, la madre di Europa, mitica ragazza fenicia dai grandi occhi che fu amata da Zeus. E se con Solone abbiamo cominciato, con lui terminiamo questa L’Ode alla Grecia. Si fanno ricchi con le truffe e i raggiri dato che sono sicuri, rubano nelle case nei templi non risparmiano niente buttando alle spalle i sacrosanti insegnamenti di Dike (Dea della Giustizia ndr): essa in silenzio osserva le cose di oggi e di ieri poi avrà modo di tirare le fila e di esigere il conto.

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