Alain Parguez, eminente economista e professore emerito dell’università francese, già consulente del presidente Mitterrand; testo dell’intervento pronunciato a Rimini il 25 febbraio 2012 al summit mondiale sulla Modern Money Theory promosso da Paolo Barnard.


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14/5/12

Parguez: con l’euro si avvera oggi il sogno dei fan di Hitler

Sono qui per parlarvi di una storia oscura e tragica. Avete già capito: l’Europa è un mostro che va contro tutte le regole della teoria monetaria e dell’economia moderna. Perché esiste un sistema così assurdo? Mi è stato detto che nel vostro paese – come nel mio, del resto – alcune persone pensano che, se riusciamo a liberarci dell’euro, l’Italia o la Francia diverrebbero equiparabili ad alcuni dei paesi più poveri dell’Africa, come lo Zimbabwe. Ma l’economia reale dell’Eurozona è già nello stesso stato dello Zimbabwe. In Francia, il vero tasso di disoccupazione è di circa il 60% della popolazione attiva, una cifra enorme. E il vero tasso di inflazione è del 7-8%. Perciò non abbiamo la piena occupazione né una stabilità dei prezzi. Questo significa che tutti i dati ufficiali europei sono menzogne.

Cito il direttore generale del ministero delle finanze francese, che appartiene all’ordine monastico dei Benedettini ed è anche il capo dell’Opus Dei francese – fra l’altro, anche la Commissione Europea (come il governo francese) è ampiamente controllata dall’Opus Dei. Ho provato a parlare con lui di questa questione, e mi ha detto: «Sì, l’economia francese è morta, ma non abbastanza». Mi ha detto: «Professore, lei deve capire perché esiste il sistema europeo. Che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere, per sempre, la gente. Vogliamo creare una nuova tipologia di europeo: una nuova popolazione europea, disponibile ad accettare la sofferenza, la povertà. Una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi. E questo rappresenterà il fulcro del mio impegno».

Il sistema dell’euro non è mai stato pianificato per portare ad un’unione monetaria, né è stato pensato come agenda neoliberista all’americana; e questo è ancora completamente ignorato dall’élite dominante europea. Basti pensare che, anche per il leader del partito socialista francese, il presidente Obama è un marxista. Quindi che cos’è l’euro? E’ un nuovo ordine sociale totalitario. E’ stato programmato molto tempo fa, nel periodo fra le due guerre mondiali, e poi completato, per così dire, dal regime di François Mitterrand. In questo nuovo ordine non ci saranno più Stati sovrani. Lo Stato deve svanire – perlomeno, lo Stato, che trova radici nella democrazia, nel Parlamento, nella Repubblica. Nel nuovo ordine, il potere dev’essere interamente trasferito a coloro che lo “meritano”. E questo significa un’élite, una classe capitalista di tecnocrati a cui piace il potere assoluto di controllo.

L’origine dell’unione monetaria europea nasce tra le due guerre dalle parti più reazionarie e conservatrici della classe dominante francese. Il filosofo italiano Julius Evola aveva accusato Mussolini di essere troppo morbido con la gente e lo stesso Hitler di essere troppo favorevole al popolo. La cosiddetta crisi del debito sovrano è ovviamente un evento che non si è mai prima verificato nella storia. Una crisi di questa portata è stata attentamente pianificata dagli architetti del sistema europeo. Quel che avevano in mente era di privatizzare lo Stato. E dato che uno Stato in cui esiste una democrazia tende a perdere ricchezza, è ovvio che poi si trova obbligato a prendere in prestito denaro, quindi il suo debito è considerato a rischio: pertanto lo Stato dev’essere completamente assoggettato al cosiddetto mercato dei bond, ed è esattamente quello che sta succedendo.

Non esiste modo di risolvere il problema e accomodare il sistema, perché come ordine sociale ha una sua logica, e coloro che controllano il sistema non accetteranno mai nessun tipo di cambiamento, soprattutto nessun tipo di intervento della Bce che non sia mirato ad incrementare esclusivamente la ricchezza delle banche. L’unica possibilità di salvare la società europea è liberarsi di questo sistema. In Europa, il settore privato è morto. I leader del settore capitalistico non sono più interessati all’economia reale: sono

“rentier”, percettori di rendite finanziarie, e il capitalismo sta morendo. In Francia, già da 5-6 anni, la crescita è al di sotto del 3-4% all’anno. L’euro? E’ una moneta falsa, che distrugge a tutti gli effetti l’economia reale.

Nella pianificazione del sistema dell’euro ci sono due fasi. La prima va dal 1940 al 1943, la seconda è opera in gran parte di Mitterrand. Nella metà degli anni ’30, si comincia con persone come Schuman e Jean Monnet. Già nel 1927 Schuman scrisse che c’era bisogno di creare l’Europa come nuovo ordine, radicato nella tradizione. “Salvare l’Europa dalla decadenza”, per i pro-europeisti significava: salvarla da socialismo, rivoluzione, proteste, ebrei, marxisti, libero accesso alla sanità e all’istruzione, aborto, omosessualità. L’obiettivo dei primi europeisti era costruire un sistema esattamente opposto a quello della società degli Usa, che odiavano. L’élite europeista odiava la società dei consumi americana: odiavano più gli Stati Uniti che l’Unione Sovietica.

Cosa si doveva fare per costruire l’Europa? Abolire gli Stati; forzare uno stato di deflazione permanente; ridurre progressivamente la spesa pubblica; e trasferire il potere a una classe super-partes di tecnocrati, operante a livello sovranazionale. Per questi europeisti della prima ora, cosa significava l’Europa? Significava creare un condominio, composto da Francia e Germania, e un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e l’Europa orientale; questo obiettivo era stato chiaramente esplicitato. E come si poteva sopprimere lo Stato? Bisognava privarlo di qualunque potere, relativamente alla moneta. Tutti questi europeisti erano fanatici seguaci di Friedrich Hayek, l’economista austriaco più di destra di quel tempo.

L’Europa avrebbe quindi dovuto basarsi su una valuta sovranazionale, interamente controllata da una banca centrale sovrana che godesse di poteri assoluti per sovrastare gli Stati. In ultima analisi, il loro obiettivo era di imporre la futura valuta europea come un super-standard aureo: il primo abbozzo, per così dire, del Trattato di Maastricht, venne scritto dall’economista francese François Perroux nel 1943, col pieno supporto di un trattato approvato dal regime tedesco e dal regime francese pro-nazista dell’epoca. Il nuovo trattato, formulato e approvato dal presidente Sarkozy e dalla signora Merkel, è esattamente basato su quanto scritto da François Perroux nel ’43.

Quelle persone erano contrarie allo standard aureo tradizionale, perché ritenevano che non avesse permesso la totale abolizione del potere di spesa dello Stato; quindi, bisognava creare uno standard aureo superiore. E questa era la prima fase del processo. Ma per qualche tempo il progetto europeo venne tenuto nelle retrovie, perché tutti i suoi fautori erano più pro-hitleriani di Hitler stesso. Per cui è stato necessario aspettare il regime di François Mitterrand. Un suo super-consulente, un monarchico, diceva: «Io odio i poveri». Era Jacques Attali: de facto, il primo ministro della Francia. Tra l’altro, Attali era il capofila di una serie di ex marxisti, convertiti in sostenitori del nuovo regime. Era quindi incaricato di creare una versione più “sostenibile” dell’euro-sistema. Ma la visione era la stessa: «Dobbiamo distruggere i centri commerciali», che per loro erano espressione di pura infamia, perché le persone dovevano accettare di essere povere.

Mi ricordo di alcuni dibattiti in seno alla commissione segreta che si occupava dell’entourage presidenziale; Mitterrand doveva guadagnarsi il supporto dell’allora partito comunista, e io fui incaricato di scrivere una serie di modeste considerazioni, keynesiane, di  teoria economica moderna. Ma tra i finanziatori della campagna elettorale di Mitterrand c’era la Chase Manhattan Bank, e così non fu mai sostenuto un programma di piena occupazione. Attali diceva: «Io ho l’impegno del nostro caro, futuro presidente: appena possibile noi distruggeremo lo Stato, creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno; quel che abbiamo in mente è il collasso totale del reddito dei lavoratori e della società francese». Come riuscire a fare tutto questo? Con il Trattato di Maastricht e con la creazione dell’euro.

Sottolineo innanzitutto le menzogne. Mi è capitato di trovarmi piuttosto vicino a François Mitterrand, molto tempo fa; prima della guerra aveva avuto un legame particolare con mia madre, che mi diceva: «François è così bravo a raccontare balle che può riuscire persino a far credere che gli interessi far del bene alla gente». Durante l’unico dibattito sul Trattato di Maastricht, in risposta alla domanda di uno studente, Mitterrand osò dire: «Posso giurare che, nel trattato, non esiste menzione di alcuna banca centrale europea indipendente». Il principio fondamentale dei trattati europei era la privatizzazione dello Stato. E cioè: obbligare gli Stati a prendere in prestito denaro, vendendo titoli alle banche private. Gli Stati, come qualunque azienda dalla reputazione profondamente pura, dovevano andare a chiedere i soldi alle banche, ai tassi di interesse stabiliti dalle banche stesse.

Il Trattato di Maastricht e il conseguente Patto di Crescita e Stabilità – il vero nome avrebbe dovuto essere: Patto di Distruzione e Instabilità – ha rappresentato la realizzazione dei loro obiettivi: gli Stati completamente assoggettati alle banche private, e quindi obbligati a tagliare la spesa pubblica. E’ esattamente quello che è successo, benché le menzogne continuino. La percentuale di debito pubblico, nell’ambito del patrimonio delle banche francesi e tedesche, è al di sotto del 5%. Le banche perdono soldi non a causa del debito pubblico, ma a causa del collasso totale dell’economia reale. Sono assolutamente terrorizzato quando la gente dice: «Oh, povere banche!». Il governo francese ha mentito, ma sapeva bene quali fossero le vere condizioni dell’economia greca: il 90% del debito greco – come quello italiano – è nelle mani delle banche francesi e tedesche.

Se il nuovo trattato verrà poi effettivamente approvato, ci troveremo di fronte alla totale abdicazione degli Stati, delle politiche fiscali e di qualunque tipo di politica sociale. Sarà quindi raggiunto quel sogno di costituire un “nuovo ordine”. Ora il problema di chi deve gestire il sistema è: come si potrà mantenere il controllo della società? E’ questo il problema che si pongono. Di questo hanno timore, perché non c’è dibattito: in Germania, in Francia, e nei maggiori paesi europei, gli economisti ufficiali sono assolutamente corrotti; direi che si possono considerare delle prostitute. E siamo nelle loro mani: non si parla mai delle infamie alla base del crollo del sistema europeo.

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