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24 ottobre 2012

Comunicato Ship to Gaza, 24 ottobre 2012

Gli utlimi attivisti svedesi sono arrivati all’aeroporto di Arlanda a Stoccolma alle 15 di questo pomeriggio dove alcuni di loro hanno tenuto una conferenza stampa. 
Comunicato stampa Ship to Gaza, 24/10/2012, sintesi :
Ship to Gaza chiede ad Israele la restituzione anche di Estelle e del suo carico e si aspetta che i Governi del mondo reagiscano con determinazione al violento attacco, avvenuto in acque internazionali. E’ una questione e una responsabilità che riguarda i cittadini, la società civile e i Governi del mondo.La violenza che Estelle e gli attivisti a bordo hanno incontrato è, comunque, solo un riflesso della violenza insita nelle politiche dell’assedio. In realtà, non è comparabile alla situazione di intrappolamento in cui vive la società palestinese. Ribadiscono la ferma convinzione di  che ciò di cui Gaza ha bisogno non sia maggiori “aiuti” ma la possibilità di funzionare, come società e come economia. Questo include la Libertà di movimento e di scambi commerciali, accesso al resto della Palestina, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
L’ultima considerazione, la più importante: chiediamo la fine dell’assedio di Gaza.

Comunicato stampa di Ship to Gaza,  testo integrale con lista passeggeri su Estelle 

Gothenburg, Stockholm 2012-10-24
For immediate release

La mattina del 20 ottobre, Estelle, la barca di Ship to Gaza Svezia, è stata violentemente colpita, in acque internazionali, dalle Forze militari israeliane. Estelle era vicina alla sua destinazione: Gaza. Un viaggio della solidarietà, lungo 5.000 miglia, è finito nella chiara violazione della legge internazionale e dei diritti umani.

A Gaza, c’erano ad aspettarla I rappresentanti delle ONG e delle Organizzazinìoni per I diritti umani, insieme a semplici cittadini palestinesi. Non sono rimasti sorpresi per come sono andate le cose ma stanno ancora aspettando Estelle e il carico che trasportava  a loro destinato.

A bordo di Estelle, c’erano 30 attivisti, determinati a sfidare l’illegale e controproducente blocco della Striscia di Gaza, chiamato spesso assedio, imposto da Israele, sin dal 2007.

Gli attivisti provenivano da diversi Paesi: Canada, Finlandia, Grecia, Israele, Italia, Norvegia, Spagna e Svezia. Alcuni di loro rappresentavano la Freedom Flotilla Coalition, così come altre iniziative nazionali, facenti parte della Freedom Flotilla Coalition. A bordo, c’erano anche attivisti indipendenti, come i cinque membri dei Parlamenti europei, un giornalista e l’ex membro del Parlamento canadese.

Gli attivisti erano:

Membro del Parlamento Aksel Hagen, Norvegia

Membro del Parlamento Sven Britton, Svezia

Membro del Parlamento Dimitios Kodelas, Grecia

Membro del Parlamento Ricardo Sixto, Spagna

Membro del Parlamento Evangelos Diamantopoulos, Grecia

Ex Membro del Parlamento James Manly, Canada

Joel Opperdoes, Svezia

Charles Andreasson, Svezia

Daniel Särner, Svezia

Johan Uddebrant, Svezia

Anders Widell, Svezia

Herman Reksten, Norvegia

Elazar Elhanan Israel e

Nils Sjøstrøm, Norvegia

Velimati Koivisto, Finlandia

Jan Petter Hammervold, Norvegia

Dror Feiler, Svezia

Kristian Svenberg, Svezia

Maria-Pia Boethius, Svezia

Reut Mor, Israele

Mika Jämiä, Finlandia

Laura Arau, Spagna

Marco Ramazzotti Stockel, Italia                 

Yonathan Shapira, Israele

Mikhalis Tiktopoulos, Grecia               

BegoÒa, Zabala Gouzalet  Spagna

Loukas Stamellos, Grecia

Evangelos Piassas, Grecia      

Mattias Gardell, Svezia

Stellan Vinthagen, Svezia

Gli attivisti erano preparati a un abbordaggio della barca tramite l’uso della forza  e avevano ricevuto un  addestramento  pe una  risposta nonviolenta. Erano molto, molto consapevoli dei vari scenari che li attendevano, anche se poi  l’incredibile numero di soldati mascherati e armati è stato impressionante. Quello che Israele ha definito un evento pacifico e tranquillo è stato, nei fatti, ancora una volta una dimostrazione dell’uso eccessivo della forza e dell’umiliazione contro l’attivismo pacifico e la resistenza nonviolenta. Sono stati usati Taser elettrici contro parte dell’equipaggio. I Taser sono stati utilizzati anche contro coloro che si sono identificati come parlamentari. Tutti i resoconti disponibili finora confermano che il trattamento riservato agli attivisti israeliani è stato particolarmente duro.

Su Estelle, c’era anche il carico che era stato donato o acquistato con I soldi offerti:

Due olivi, 41 tonnellate di cemnto, sedie a rotelle, deambulatori , stampelle, stetoscopi ostetrici, libri per i bambini, giocattoli, 600 palloni da calcio, strumenti e apparecchiature musicali, attrezzature teatrali, in particolare luci, una radio VHF e, infine, un’ancora che, insieme alla radio, è destinata a un altro progetto della FFC: l’Arca di Gaza. Il carico più importante che Estelle trasportava, però, è la solidarietà e la determinazione ad agire per porre fine all’assedio. La popolazione e l’economia di Gaza soffrono ancora per una situazione in cui poche importazioni sono consentite da Israele, in confronto a quanto accadeva, prima dell’assedio e in cui larga parte della popolazione dipende ancora dagli aiuti internazionali. Nonostante questo, è nostra ferma convinzione che ciò di cui Gaza ha bisogno non è maggiori “aiuti” ma la possibilità di funzionare, come società e come economia. Questo include la Libertà di movimento e di scambi commerciali, accesso al resto della Palestina, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

Risposte di sdegno al dirottamento di Estelle si possono già notare, in tutto il mondo, nel Parlamento Europe e in altre istituzioni politiche, così come sui media e sui social media.

Noi chiediamo a Israele la restituzione della nostra barca, Estelle, e del suo carico. Ci aspettiamo che i Governi del mondo reagiscao con determinazione al violento attacco, avvenuto in acque internazionali.

La violenza che Estelle e gli attivisti a bordo hanno incontrato è, comunque, solo un riflesso della violenza insita nelle politiche dell’assedio. In realtà, non è comparabile alla situazione di intrappolamento in cui vive la società palestinese. L’ultima considerazione, la più importante: noi chiediamo la fine dell’assedio di Gaza. Questa complessa ed eterna forma di punizione collettiva deve finire. Non è accettabile né possibile costruire sicurezza e pace, su queste basi. Non è altro che un lungo crimine contro la legge internazionale e i diritti umani. Ogni settimana che passa, una popolazione di giovani viene lasciata senza alcuna concreta speranza per il futuro. Per diversi motivi, gli effetti sono, senza confronti, peggiori per i giovani palestinesi ma sono anche minacciosi per i giovani di Israele. Questa è una questione che riguarda la comunità internazionale, il mondo. E’ una questione e una responsabilità che riguardano i cittadini, la società civile e i Governi del mondo.

Ship to Gaza Sweden
Freedom Flotilla Coalition